OGM: Significato, passato, presente e futuro dell’Industria Genetica. Dall’Agricoltura, all’alimentazione, passando per la medicina, industria e biocarburanti: intervista con Roberto Burdese di Coalizione Liberi da OGM

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Storie

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Pubblicato il giorno 02 settembre 2008 - Nessun commento



   


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La Coalizione “ItaliaEuropa – LIBERI DA OGM” è un vasto schieramento costituito dalle maggiori organizzazioni degli agricoltori, del commercio, della moderna distribuzione, dell’artigianato, della piccola e media impresa, dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale, delle autonomie locali. Abbiamo così intervistato il coordinatore della Coalizione “ItaliaEuropa – LIBERI DA OGM” per capire cosa significa veramente OGM e industria genetica.

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  • Daniel Casarin: OGM, cosa significa oggi nel 2008? Quali sono i fronti di ricerca e in quali generi di organismi si possono trovare e in quali secondo Voi sarà possibile trovarli nei prossimi anni. La domanda vuole avere un ampio respiro, quindi può riguardare aree geografiche statunitensi come europee.

Roberto Burdese: La definizione di OGM, acronimo di organismo geneticamente modificato, nel 2008 la troviamo nella Direttiva europea 2001/18, che regola il rilascio ambientale degli OGM, ed è la seguente: «un organismo, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genicanaturale».

I fronti di ricerca degli OGM sono attualmente improntati verso l’agricoltura, l’alimentazione, la medicina e l’industria e sfruttano batteri, miceti, piante ed animali, pertanto nei prossimi anni il rischio non è tanto in quali altri tipi di esseri viventi potremo trovare organismi geneticamente modificati bensì è quello che questa tecnologia si espanda a quegli organismi che ci interessano direttamente dal punto di vista alimentare, che contaminino le filiere. In merito a quanto appena affermato voglio premettere che la nostra posizione non si oppone a spada tratta a qualsiasi organismo geneticamente modificato in qualsiasi settore, bensì siamo d’accordo per il loro utilizzo in campo medico e industriale al fine di produrre molecole ad azione terapeutica, degradazione di sostanze tossiche e inquinanti, ecc..

Noi ci opponiamo al loro utilizzo in ambito agricolo e alimentare perché teniamo a salvaguardare la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente e del paesaggio pertanto crediamo che la produzione, la trasformazione, la conservazione e la distribuzione di alimenti sani e genuini con tecniche e metodologie improntate alla sostenibilità, divengano fattori di equilibrio progressivo fra i viventi e il territorio.

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  • Daniel Casarin: In campo alimentare, quali sono a vostro parere le aziende e così le aree geografiche maggiormente interessate da colture OGM. O meglio come inizia la filiera OGM e come finisce nel piatto del consumatore?

Roberto Burdese: Stando ai dati del rapporto ISAAA 2007 la superficie mondiale coltivata ad organismi geneticamente modificati ha raggiunto un totale di 114,3 milioni di ettari, distribuiti in 23 paesi di cui 12 in via di sviluppo e 11 industrializzati. In ordine di superficie investita la classifica è: USA, Argentina, Brasile, Canada, India, Cina, Paraguay, Sud Africa, Uruguay, Filippine, Australia, Spagna, Messico, Colombia, Cile, Francia, Honduras, Repubblica Ceca, Portogallo, Germania, Slovacchia, Romania e Polonia.

Le aziende che sono maggiormente interessate e che hanno costruito un business sugli OGM sono principalmente grosse multinazionali come Monsanto, Syngenta, Bayer, DuPont, ecc.. che si assicurano i fatturati ingegnerizzando piante resistenti a erbicidi di loro proprietà e brevettando la varietà per acquisirne i diritti e i conseguenti ricavi. Le coltivazioni riguardano principalmente mais, colza e soia, ma ve ne sono altre come il pomodoro o, ad esempio a scopo non alimentare, il cotone.

L’utilizzo principale è quello della mangimistica animale ed è proprio da lì che gli OGM entrano nella filiera non OGM e questo accade anche nel nostro Paese in quanto non è consentita la coltivazione di piante geneticamente modificate ma è consentita l’importazione di mangimi dall’estero e i produttori non sono tenuti a dichiarare la presenza di OGM nei mangimi; ne consegue così l’incertezza da parte del consumatore sul prodotto che sta acquistando.

  • Daniel Casarin: In campo non alimentare invece come avviene la “creazione, gestione e la distribuzione degli OGM”?

Roberto Burdese: La creazione di un OGM è la medesima indipendentemente dal campo nel quale ci troviamo e questo perché per la loro creazione viene sfruttata la biologia molecolare e la tecnica del DNA ricombinante. L’utilizzo di questi organismi a scopo industriale è diffuso un po’ in tutto il mondo soprattutto nei paesi sviluppati e sfrutta i sistemi viventi come bioreattori con il vantaggio di abbattere notevolmente i costi di produzione. Tra le varie applicazioni degli OGM in campo non alimentare ce ne sono alcune che possono effettivamente risolvere determinati problemi vedi la produzione di farmaci in sistemi viventi che ho appena citato. Simile è anche la procedura di gestione e distribuzione che passa per il potere assoluto ancora delle multinazionali farmaceutiche e sovranazionali.

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  • Daniel Casarin: Come reagiscono a questi nuovi mercati e ambiti di ricerca gli organismi nazionali e sovra-nazionali come UE e governo Italiano? Quali saranno secondo voi i maggiori fronti di sviluppo di questa ricerca e in quale modo reagiranno le politiche sovra-nazionali e nazionali?

Roberto Burdese: La Commissione Europea, da quanto traspare dalle sue decisioni in materia di organismi geneticamente modificati, sembra indirizzata a prendere strade che non tengono conto della volontà della maggioranza dei cittadini europei. Perché il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura non riesce a raggiungere una maggioranza qualificata favorevole all’immissione sul mercato di nuovi OGM?

Prendendo come esempio l’Italia non credo ci siano dubbi ad affermare che i dati parlino chiaro sul pensiero degli italiani in merito alla liberalizzazione degli OGM, come ha confermato di recente un sondaggio lanciato dal Tg1 dove in poco tempo il rapporto tra i voti favorevoli e contrari si è più meno stabilizzato su un “No” secco con oltre il 70%, a conferma che la maggior parte degli italiani è fermamente contraria a liberalizzare gli OGM pur in presenza di un momento di grave emergenza alimentare. I fronti che questa tecnologia si propone di sviluppare riguardano l’aumento di produzione delle piante coltivabili e il miglioramento della qualità nutrizionale di alcuni prodotti agricoli, la generazione di resistenza a parassiti e altri patogeni, lo sviluppo di varietà capaci di crescere in condizioni ambientali avverse quali siccità, alta salinità del terreno e gelo.

Al momento la scienza degli OGM ha fallito: un esempio semplice lo possiamo fare per quanto riguarda la tolleranza ai diserbanti dove come conseguenza è risultata, invece che una loro diminuzione, un massiccio aumento del loro impiego in virtù della tolleranza che permette alle piante di sopportare un numero maggiore di trattamenti; o ancora della resistenza a insetti, pubblicazioni scientifiche di studi effettuati su piante BT evidenziano danni alla microfauna del suolo. Questi studi sono importanti e si spera che le politiche sovra-nazionali se ne rendano conto e ne prendano atto prima di intraprendere strade contro il parere dei cittadini e contro un’agricoltura sostenibile.

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  • Daniel Casarin: In che modo gli OGM riescono a penetrare nei mercati? Sto parlando di colture alimentari e non. E soprattutto che effetti e conseguenze creano in quell’area?

Roberto Burdese: Un esempio già citato è quello della mangimistica. Un’altra porta aperta agli OGM sono le produzioni di biocarburante che oggi si basano soprattutto su coltivazioni di mais GM. È evidente che questo tipo di produzione di biomassa per i carburanti richiede un tipo di agricoltura massiva che avrà certamente meno riguardi per l’ambiente dal momento che non è previsto l’utilizzo dei raccolti per l’alimentazione umana.

  • Daniel Casarin: Che ruolo ha secondo voi il potere del consumatore in tutto questo?

Roberto Burdese: Il ruolo del consumatore è molto importante in quanto il suo giudizio, può andare a ricadere sulle decisioni, in tema di Organismi Geneticamente Modificati, all’interno del mercato e della politica italiana, come testimoniato a fine 2007 con la campagna liberi da OGM che ha raccolto oltre 3,6 milioni di voti in favore di un’agricoltura priva di OGM, fondata sulla biodiversità e fatta di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativa, che tutt’oggi ci distingue come pensiero collettivo circa l’argomento. Il consumatore, essendo l’anello che chiude la filiera, ha potere decisionale sul mercato fin quando può scegliere, è lui che acquista il prodotto finale e per questo è lui che può orientare il mercato verso un’agricoltura di qualità.

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  • Daniel Casarin: A vostro parere come cambierebbe nei prossimi 20-30 anni la vita del medio consumatore dell’occidente e dell’oriente se gli OGM venissero introdotti nella sua vita, considerando le ultime ricerche a proposito in tutti i campi?

Roberto Burdese: Riferendoci sempre al campo agronomico e alimentare, se gli OGM venissero introdotti in maniera radicata nei prossimi anni, il cittadino perderebbe la valorizzazione delle proprie risorse autoctone per via di un impatto pesantemente negativo sul sistema agroalimentare in generale e, a maggior ragione nel nostro paese, sullo sviluppo e sulla sostenibilità economica futura.

Il prodotto sarebbe a quel punto per la maggior parte molto uniforme, con riduzione della biodiversità agricola e non agricola e tale condizione, oltre ad influire sulla qualità del prodotto stesso, comporterebbe il rischio di impoverimento delle varietà coltivate in termini di resistenze. Le colture omogenee geneticamente sono più soggette a rischi di malattie, una sola malattia potrebbe attecchire su tutte le colture dello stesso tipo, non a caso la biodiversità è ricchezza e va salvaguardata.

Siamo in un momento di emergenza alimentare e allo stesso tempo le coltivazioni geneticamente modificate stanno coprendo sempre più superficie e molti si stanno facendo l’idea che possano essere la soluzione a questo problema ma la verità è che sono solo un palliativo e che a lungo andare possono portarci in una situazione alimentare peggiore di quella attuale.

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  • Daniel Casarin: In vista di tutto questo, qual è il piano di azione da parte della coalizione italia europa liberi da ogm?

Roberto Burdese: La Coalizione Italia Europa Liberi da OGM è un vasto schieramento costituito dalle maggiori organizzazioni, al momento 32, dagli agricoltori ai consumatori, dalla piccola e media impresa alle autonomie locali, che lavora per l’affermazione di un modello di sviluppo agroalimentare basato sulla biodiversità, sulla qualità, sul territorio e sulle persone. Dal 15 settembre al 15 novembre 2007 è stata promossa in tutta Italia la prima Consultazione Nazionale su OGM e modello agroalimentare. Tutt’ora stiamo continuando a lavorare in questa direzione coinvolgendo l’intera comunità nazionale in un processo di elevamento delle conoscenze scientifiche e della consapevolezza culturale e sull’onda della posizione dei cittadini italiani ed europei aprire un’interlocuzione diretta con le istituzioni, nazionali e comunitarie, circa il nostro modello di sviluppo nell’ambito dei rapporti internazionali.

Roberto Burdese: L’individuo, il singolo cittadino, è il cuore della Coalizione; il risultato della Consultazione Nazionale ha dato vita ad un vero e proprio schieramento rappresentato da milioni di donne e uomini, e la loro voce, la loro volontà, è l’impulso alle grandi energie di rinnovamento che sono presenti nel profondo della società, nel cuore e nella mente di ogni persona.

Roberto Burdese: Invitiamo i vostri lettori a seguirci su www.liberidaogm.org, il sito della Coalizione, costantemente aggiornato con articoli, video, documenti scientifici e quant’altro possa esserci in ambito di OGM. Invitiamo inoltre i lettori di genitronsviluppo.com a leggere e diffondere con ogni mezzo la nostra newsletter che pubblichiamo gratuitamente ogni mese sul sito della Coalizione, scaricabile liberamente e che permette di essere sempre aggiornati con notizie dall’Italia e dall’Europa sulle vicende che girano intorno agli organismi geneticamente modificati.

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