In un libro di storia, fra 1000 anni, potrebbe essere scritto qualcosa del genere del periodo che stiamo vivendo, basta pensare allo scioglimento record dei ghiacci attorno al Polo Nord di quest’anno, dovuto all’aumento di temperatura del globo che stiamo sperimentando, e allo scioglimento improvviso del permafrost in Groenlandia in luglio. D’altronde se questa regione deve il suo nome al fatto di essere stata in origine una “terra verde” o se il Sahara, oggi magnifico e tremendo deserto, ospitava piante e animali significa che il nostro pianeta è in continuo cambiamento, quasi fosse un organismo vivente. Per questo va continuamente monitorato se vogliamo capire che succede e sperare di mantenere i nostri standard di benessere.
Dai satelliti possiamo sorvegliare mari e oceani, capire cosa succede delle coste, vedere come vanno le coltivazioni agricole, ma anche sorvegliare abusi negli scarichi in mare di rifiuti, segnalare le rotte di navi e aerei, intervenire in casi di catastrofi come terremoti o le recentissime gravi inondazioni nel Sudan meridionale, un’area già provata al massimo da guerre e scontri tribali.
Dai Cambiamenti Climatici ai Rifiuti Abusivi, Così Avviene il Monitoring dai Satelliti
In Italia abbiamo Esrin, lo stabilimento dell’Agenzia spaziale europea, Esa, dove confluiscono tutti i dati in questione,che vengono poi messi a disposizione di scienziati e tecnici. “Operiamo anche con Cryosat, il satellite che fornisce dati sullo spessore dei ghiacci terrestri – ci dice Simonetta Cheli, capo ufficio coordinamento dei programmi per l’Osservazione della Terra – e ospitiamo i maggiori scienziati del settore perché possano sviluppare un modello per l’evoluzione dei ghiacci artici”. Oltre a Cryosat l’Europa opera anche con Smos, che sorveglia l’umidità delle terre emerse e la salinità del mare, e infine Goce, che ha fornito il miglior modello esistente per la forma della Terra e della sua attrazione gravitazionale.
Osservare e studiare la Terra fa molto bene anche all’industria europea. Nel periodo 1999-2010 Esa ha affidato 1 miliardo e 834 milioni di euro di contratti a 110 compagnie europee che hanno contribuito alla costruzione dei primi tre satelliti per l’esplorazione della terra.
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