Sole 24 Ore
Tra ottanta e novanta i siti potenzialmente idonei ad ospitare in Italia le scorie nucleari «a media intensità» in una decina di regioni. Non dice di più il presidente di Sogin Giuseppe Zollino – a Torino in occasione dell’Assemblea annuale dell’Anci – sul futuro del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, ma rilancia sulla necessità di una soluzione condivisa.
Alle prese con un cda straordinario e all’indomani delle dimissioni dell’amministratore delegato di Sogin Riccardo Casale, l’azienda responsabile dello smantellamento del nucleare in Italia avvia con enti locali e territori un percorso «bottom up» di informazione e condivisione del processo che porterà a identificare il sito più adatto. «Non tocca a noi scegliere il luogo migliore – sottolinea Zollino – la scelta sarà frutto di un processo lungo che passerà attraverso il confronto».
La lista dei siti potenzialmente adatti a ospitare il materiale radioattivo è nelle mani dei ministeri da mesi. «Finita la fase degli approfondimenti – dice Zollino – la “carta” sarà pubblicata, organizzeremo seminari informativi regionali e poi un appuntamento nazionale per arrivare alla definizione delle aree idonee, non più di tre o quattro, da lì partirà il processo di manifestazione di interesse».
Una sfida per il paese, aggiunge Zollino, rimasto l’ultimo in Europa a non aver ancora individuato una soluzione per il conferimento di materiale nucleare – non solo scorie provenienti dalle vecchie centrali ma anche materiale industriale e sanitario – ad oggi custodito in 23 siti, otto dei quali gestiti dalla stessa Sogin.
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