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Nasce la EPR
…E ‘quel tipo di pensiero che ha fatto si che il riciclo rimanesse intrappolato in un sistema del 1970 che è costoso e inefficiente. Le percentuali del riciclo sono aumentate costantemente nel tempo, ma non così velocemente com’è aumentato il consumo, e così le percentuali di riciclo oggi anche per le merci più adatte a questa pratica sono ben al di sotto del 50%. Questa statistica viene da un rapporto pubblicato dalla As You Sow Foundation, che sta lavorando con diverse aziende, organizzazioni non profit e legislatori al fine di spingere per la nuova legge Extended Producer Responsability (EPR), un importante aggiornamento per l’attuale sistema di riciclo negli Stati Uniti.
Mentre oggi il riciclo è pagato dai consumatori ed è agevolato da parte dei governi locali, la realtà è che le aziende che creano e utilizzano imballaggi dovrebbero essere tenute a raccoglierli e gestirli. Questo tipo di sistema ha avuto un successo diffuso in nord Europa. Negli Stati Uniti, è stato inizialmente proposto da aziende produttrici di bevande (in particolare Nestlé Waters e, meno pubblicamente da Coca Cola), che volevano vedere un aumento del riciclaggio di plastica PET, senza il passaggio di altre leggi sui contenitori che richiedono alle aziende di finanziare depositi di contenitori in alcuni stati. Il piano da allora si è ampliato per includere anche l’industria alimentare, con l’idea che più persone sono coinvolte, minore sarà il costo per tutti e più elevate saranno le percentuali di riciclo su tutta la linea.
Mentre l’industria delle bevande è stata richiamata per anni per le sue lattine e le sue bottiglie, i produttori di generi alimentari no, e sono quindi meno inclini a condividere la nuova EPR. Le aziende produttrici di bevande, oltre a dover rispondere ai critici, amano la EPR perché dà loro un costo inferiore sull’utilizzo di nuovo PET riciclato, consentendo loro di utilizzare più contenuto riciclato in bottiglie senza aumentare i loro costi.
Dalla EPR al PET: Apertura di Nuovi Mercati
“Abbiamo scoperto che il packaging è la parte più grande della nostra impronta ambientale, dunque da una prospettiva di sostenibilità, abbiamo un incentivo ad aumentare il nostro uso di rPET (PET riciclato), ma non possiamo a causa della disponibilità limitata e dei costi elevati”, afferma Michael Washburn, di Nestlé Waters. Per i produttori di generi alimentari esistono meno incentivi e la EPR è vista come un ulteriore e inutile spesa. “Numerose grandi aziende alimentari sono sedute con le mani in mano, in attesa di vedere se questo diventerà un problema abbastanza grande con il quale dovranno avere a che fare”, continua Conrad MacKerron della As You Sow Foundation. MacKerron è stato l’autore della relazione della Fondazione e sta conducendo azioni con aziende come Kraft e Procter & Gamble a sostegno della EPR. “Parte del mio lavoro è fare in modo che si trasformi in un business abbastanza grande”, ha detto.
Finora As You Sow ha ottenuto il 25% degli azionisti di Kraft a sostegno della EPR e sta progettando un referendum sul tema con la Procter & Gamble nel mese di ottobre. Nel frattempo, MacKerron, Washburn e molti altri sostenitori della EPR stanno svolgendo riunioni continue sia con i produttori che con i rivenditori di generi alimentari, nella speranza di convincerli dei vantaggi della EPR. “Hanno bisogno di portare all’interno del progetto almeno un produttore o un rivenditore di generi alimentari perché la legislazione possa continuare il suo iter”, conclude MacKerron.
Il piano è di iniziare con un sistema di EPR in uno stato che abbia un sistema di riciclo robusto, per estenderla ad altri stati da lì a poco tempo e ottenere infine un sistema unificato nazionale di EPR.
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