Dal rendere gli edifici energeticamente più efficienti a fornire agevolazioni fiscali e garanzie tariffarie per le fonti rinnovabili, le tre nazioni sono al top del “Green New Deal”. La scheda di valutazione ha esaminato le iniziative lanciate dall’Unione Europea come da altri paesi come Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, India, Indonesia, Giappone, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia e Stati Uniti. Ogni singolo governo è stato valutato principalmente per la sua capacità di ridurre o salvare le emissioni di gas serra, per il loro costo e gli stimoli per l’attività economica nel settore green tech.
VERE POLITICHE VERDI
- La Germania si è affermata prima per due categorie, con un potente programma per rinforzare l’efficienza energetica negli edifici attraverso la realizzazione di norme più severe supportate da prestiti e sovvenzioni, e con un “feed-in tariff” con cui ai fornitori di energia rinnovabile sarebbe garantito un valore all’energia venduta costante per 20 anni.
- Il Messico si è confermato secondo principalmente con un sistema di trasporto sostenibile di autobus urbani lanciato a Città del Messico nel 2005, il Bus Rapid Transit, che ha iniziato ad eliminare gradualmente gli scricchiolanti vecchi autobus. La sua efficacia ambientale ed economica è stato molto alta se confrontata con l’investimento, ottenendo un ottimo punteggio.
- Al terzo posto troviamo gli Stati Uniti, che hanno vinto i maggiori applausi per il loro “programma di assistenza weatherization” per isolare le case di famiglie a basso reddito, e per le agevolazioni fiscali elargite, soprattutto per l’energia eolica, solare, geotermica e biomassa.
- Seguono Brasile grazie il suo piano per combattere la deforestaizone, la Spagna con i suoi grandi impianti solari termici, il Giappone per la rapida corsa a creare standard, l’India con obblighi sui carburanti, l’Inghilterra per l’efficienza energetica e l’Europa come sistema per le sue politiche di commercio delle emissioni di CO2. Nella lista naturalmente non compare l’Italia.
- La Cina si è confermata decima per il suo “programma 1.000 Enterprise”, che mira a creare 1.000 aziende specializzate nella produzione di energia rinnovabile per ridurre le emissioni di carbonio di 250 milioni di tonnellate in cinque anni, dal 2006 al 2010.
VERSO LA GREEN ECONOMY
Le politiche migliori, non sono solo quelle che contribuiscono a combattere l’effetto serra, ma anche quelle che puntano a stimolare le economie e creare migliaia di nuovi posti di lavoro, afferma un rapporto redatto dal WWF International ed E3G. “I pacchetti di rilancio economico avanzate da molti paesi coinvolgono ingenti somme di denaro. Ma i pacchetti di ripresa economica, finora non hanno generato effettivamente una concreta nuova economia”, continua il rapporto. “Questa relazione mostra chiaramente che una politica ben progettata a favore del clima non pregiudicherà il benessere economico, anzi”. L’aspetto negativo che pregiudica molte nazioni, continua il rapporto, è andato a quei paesi che ancora sovvenzionano l’estrazione del carbone e l’energia fossile.
“Questo rapporto dimostra che i governi che attuano politiche verdi a favore del clima riescono anche a raggiungere e prendere una posizione di leadership nel mondo,” spiega Kim Carstensen, leader del WWF Global Climate Initiative. “I governi che non investono in soluzioni a favore delle basse emissioni di carbonio perdono e alla fine i loro elettori si allontaneranno da loro. Chiediamo comunque al G20 di elaborare una strategia unitaria per guidare gli investimenti nell’economia verde. Per non dire che chi non investe in tecnologie verdi al giorno d’oggi è semplicemente miope.”
Il rapporto ha anche trattato lo spinoso tema del nucleare, ma gli argomenti portati a sostenere l’energia nucleare per contribuire a mitigare le emissioni da combustibili fossili sono stati totalmente compromessi dagli effettivi costi nascosti di come viene trattato lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi a lungo termine. “Anche se la politica può avere un notevole potenziale per raggiungere riduzioni di emissioni a lungo termine, è importante l’attuazione di regimi governativi che puntino anche a cercare di risolvere il problema ora”, conclude il rapporto senza mezzi termini.
[ Links utili e approfondimenti ]
8 novembre 2009 alle 12:22
Ottimo articolo, lascio una segnalazione. Speriamo che altre nazioni seguano queste top
Seconda parte dell’inchiesta sulle foreste e l’olio di palma:
http://www.camminandoscalzi.it/wordpress/nel-paese-dellolio-di-palma-seconda-parte.html