AUTODESK: BIM e il Futuro dell’Energy-Building

Scritto da Ing. Mirko Paglia in Bioarchitettura, News, Storie

Taggato come: , , ,

autodesk, bim, autodesk progettazione sostenibile, autodesk revote, autodesk building design, biome autodesk, autodesk building information modeling, gianluca nicholas lange

Pubblicato il giorno 01 settembre 2011 - Nessun commento



   


Se qui sei nuovo ISCRIVITI alle News RSS feed. Thanks for visiting!



Non esiste progettista che non conosca Autodesk. In questa intervista che abbiamo organizzato con Gianluca Nicholas Lange, Industry Manager AEC di Autodesk Italia, abbiamo voluto approfondire come Autodesk stia affrontando la nuova sfida della progettazione sostenibile oltre alla sua indiscussa gamma di soluzioni che mette a disposizione dei progettisti.

Ecco qui strategie, strumenti e potenzialità di un’azienda leader che ha l’obbligo e la missione indiscussa di aiutare i progettisti a cambiare il mondo e l’ambiente che ci circonda.

autodesk, bim, autodesk progettazione sostenibile, autodesk revote, autodesk building design, biome autodesk, autodesk building information modeling, gianluca nicholas lange

Mirko Paglia: “La progettazione sostenibile guarda al futuro, ma è altrettanto importante essere in grado di cogliere le opportunità offerte dal presente. Il nostro futuro viene progettato oggi e la nostra azienda è più che mai impegnata ad aiutare i propri clienti ad esprimere l’illimitato potenziale della progettazione sostenibile”. Carl Bass, Presidente e Amministratore Delegato Autodesk.” così afferma Carl Bass, Presidente e Amministratore Delegato. Ma cosa significa veramente per Autodesk progettazione “green building”?

Gianluca Nicholas Lange: Autodesk è un’azienda che produce software che permettono di rendere il mondo un posto migliore. Le costruzioni e le infrastrutture rappresentano gli elementi che maggiormente contribuiscono a trasformare il mondo, non solo una volta realizzati, ma anche tramite gli effetti che i processi di costruzione e manutenzione producono a livello di emissioni di CO2, gas serra e via dicendo.

Nella nostra area di business, l’AEC (Architecture, Engineering & Construction), “green building” significa pensare, progettare e realizzare edifici con un impatto minimo, sia nel fabbisogno energetico che nello sfruttamento delle risorse materiali necessarie a costruirlo e mantenerlo. Tuttavia, Autodesk va anche oltre questo concetto, sostenendo una progettazione intelligente, dove tutti i soggetti sono coinvolti fin dall’inizio in un processo collaborativo, che permette di ridurre anche costi diretti e indiretti legati a problematiche di cantiere non identificate in fase progettuale.

Mirko Paglia: Come può un software aiutare il progettista per pianificare un’architettura “green building”?

Gianluca Nicholas Lange: I software Autodesk BIM, quali ad esempio la piattaforma Revit, permettono al progettista di realizzare un modello digitale dell’edificio particolarmente fedele, in modo da poterne valutare le caratteristiche fisiche e funzionali prima che sia costruito. Ad esempio, la performance energetica può essere presa in considerazione fin dalle prime fasi progettuali, quando le scelte sulla posizione, sulla tipologia, sui materiali e sui sistemi costruttivi utilizzati non comportano costi alti di modifica del progetto. Il livello di approssimazione delle analisi effettuate diminuisce gradualmente insieme all’evolversi del progetto, ma avendo effettuato le corrette scelte fondamentali a monte non si rischiano sorprese in corso d’opera.

Mirko Paglia: Quali capacità e potenzialità hanno i vari pacchetti Autodesk per supportare lo studio d’ingegneria o di architettura verso un modo di progettare “green building”?

Gianluca Nicholas Lange: Autodesk Revit è lo strumento realizzato da Autodesk per il Building Information Modelling, che secondo noi è uno dei pilastri della progettazione sostenibile. Il BIM non solo permette di effettuare valutazioni e simulazioni sulle performance complessive dell’edificio o dell’infrastruttura realizzata, ma anche di pianificare scenari di cantiere ottimizzati in termini di logistica e approvvigionamento. Revit dispone di un motore parametrico che propaga automaticamente le modifiche effettuate in corso di progettazione a tutti gli elaborati, riducendo drasticamente il rischio di errori o dimenticanze. Fin dalle prime fasi di progetto, un modello digitale può essere analizzato con strumenti quali Vasari, che permette di identificare rapidamente l’impatto degli agenti atmosferici sul progetto. Lo stesso modello può poi essere lavorato in Revit Architecture per lo sviluppo della tipologia e degli spazi, continuando a effettuare analisi funzionali sulle performance energetiche in modo continuato avvalendosi di Green Building Studio, un applicativo Cloud accessibile direttamente da Revit.

Mirko Paglia: Building Information Modelling (BIM), nella suite Revit, è in grado di interpretare velocemente l’intero iter progettuale, migliorandone la lettura complessiva a vantaggio degli specialisti partecipanti. Come avviene lo sviluppo di tali prodotti ed il loro calarsi nei rispettivi mercati nazionali?

Gianluca Nicholas Lange: Autodesk Revit nasce fin dall’inizio come strumento per andare oltre il CAD e la progettazione tradizionale, ponendosi come obiettivo il controllo totale del progetto. Nel corso degli anni, la tecnologia si è evoluta inglobando nuove funzionalità in ogni release e aumentando l’interoperabilità con gli altri prodotti Autodesk. Ad esempio, è possibile trasferire informazioni tra Autodesk Inventor e Revit senza soluzione di continuità, permettendo di portare il BIM fino all’area della produzione se si avverte tale necessità.

Come azienda produttrice di software che opera sul mercato globale, le priorità di sviluppo sono definite sia dalle esigenze delle realtà internazionali che da quelle locali grazie al feedback degli utenti che, attraverso user forum, focus group e il dialogo con il nostro canale di rivendita, forniscono il loro input necessario a inserire nelle future versioni di prodotto le loro richieste.

La difficoltà di stare al passo con le esigenze locali, soprattutto se guardiamo all’evoluzione normativa italiana (ma non solo), è sopperita dal lavoro dei nostri Partner che localmente sviluppano applicazioni basate sui nostri prodotti avvalendosi delle API (interfacce di programmazione) che mettiamo a disposizione. In Italia in particolare esiste una folta comunità di sviluppatori che contribuisce a rendere i prodotti ancora più adatti a supportare norme e consuetudini locali.

Mirko Paglia: Essendo Autodesk direttamente coinvolta nei flussi di lavoro dei progettisti, come sta cambiando il loro modo di progettare? Quali valutazioni potete fare del settore, in particolar modo in Italia?

Gianluca Nicholas Lange: La crisi che ha colpito il mondo economico e finanziario negli ultimi anni ha prodotto grandi spinte al cambiamento: se pensiamo al modo in cui si è evoluto il modo di progettare e costruire negli ultimi secoli non sono riscontrabili differenze significative, se non sotto il profilo tecnologico, dei materiali e della sicurezza sul cantiere.

Qualsiasi studio di settore oggi mostra che gli investimenti nel settore delle costruzioni sono radicalmente diminuiti, eccezion fatta per le opere strategiche finanziate con denaro pubblico. Sui mercati nazionali sono entrati soggetti stranieri che hanno contribuito a renderli più competitivi e infine il costo delle materie prime è in costante aumento a causa della domanda che arriva dai paesi emergenti.

A questo insieme di fattori si aggiunge una maggiore attenzione della committenza, in linea con l’opinione pubblica, agli aspetti di sostenibilità dei progetti e delle grandi opere, spesso messe sotto accusa per una cattiva pianificazione nonostante l’interesse strategico sovranazionale.

Lo scenario della domanda è quindi molto diverso da quello degli anni pre crisi, dove si badava poco a molti di questi elementi e non erano ancora presenti alcuni dei trend che hanno reso necessaria una modifica nel modo di lavorare . Da questo punto di vista sarebbe necessario imparare dal settore manifatturiero, che per caratteristiche intrinseche del comparto ha adottato metodi e processi di produzione innovativi allo scopo di permettere alle aziende di mantenere la competitività e il margine per continuare ad avere profitti.
Seppure in lieve ritardo rispetto ad altri paesi europei, anche in Italia si sta presentando una spinta al cambiamento, guidata dalle nuove generazioni di progettisti e costruttori, grazie anche alla dimestichezza con il mondo digitale, che sta portando alla creazione di centri di eccellenza sul BIM. Sarebbe auspicabile un impulso da parte del settore pubblico e delle associazioni di categoria per trasformare esperienze isolate in un sistema integrato che coinvolga tutti gli operatori del settore per perseguire gli obiettivi di crescita che tutti auspichiamo.

Mirko Paglia: Il Building Information Modelling (BIM) include gamme di soluzioni per la progettazione, visualizzazione, simulazione e condivisione di progetti di edifici e infrastrutture. In questa direzione il lavoro del progettista non rischia di diventare un “rapido” copia e incolla di “pattern” già esistenti, appiattendo la qualità di un progetto?

Gianluca Nicholas Lange: L’evoluzione della tecnologia ci ha permesso di delegare alle macchine e ai computer le attività ripetitive di basso valore aggiunto nei processi di produzione. Ciò ha permesso di liberare tempo per approfondire, nel caso della progettazione, gli aspetti formali e funzionali del progetto, contribuendo a elevare la qualità complessiva dell’opera. Il rischio di appiattimento potrebbe esserci, ma come sempre avviene gli utenti impareranno a governare la tecnologia e il BIM riconoscendogli il ruolo che effettivamente deve ricoprire, ovvero quello di un metodo di lavoro più efficiente e sostenibile. Le nuove generazioni di progettisti, abituate a frequentazioni con il digitale nel quotidiano della propria vita privata e professionale, usano la tecnologia con molta naturalezza e non tarderanno a individuare le opportunità e i vantaggi del BIM, dalla scala del territorio a quella dell’edificio. Lo spazio che potranno dedicare a studiare progetti più sostenibili, coadiuvati dalle tecnologie innovative, sarà maggiore, e questo non può non comportare uno sviluppo territoriale globalmente più sostenibile, eliminando nel contempo il rischio di appiattimento.

Mirko Paglia: Oggi la pianificazione dell’efficienza energetica sta diventando un punto fondamentale nella progettazione. Un edificio efficiente dà la possibilità di ridurre il proprio impatto a zero ma anche di essere monitorato puntualmente. Gli specialisti, per ottimizzare energeticamente l’edificio e per porre correttamente i sensori, utilizzano sempre più le simulazioni dinamiche. L’Autodesk prevede un’upgrade dei suoi prodotti BIM per gestire questa eventualità? Oppure darà la possibilità a terze parti di creare plug-in per le varie Suite?

Gianluca Nicholas Lange: Il BIM porta enormi vantaggi alla committenza, non solo per il maggiore controllo che si ha sulla realizzazione dell’opera, sia in fase progettuale che in quella costruttiva, ma anche perché si può arrivare ad avere un modello “As Built” digitale che riflette esattamente lo stato di fatto, che qualifica le caratteristiche geometriche ma anche informative dell’edificio.

Il Building Information Model iI Revit può essere quindi utilizzato per una varietà di scopi una volta completata l’opera. Autodesk si rende conto della necessità del monitoraggio costante, e nei nostri laboratori di ricerca abbiamo al momento diverse ricerche in corso che trattano dell’argomento. Segnalo Project Dasher, un prototipo che mira a sfruttare il modello BIM di Revit esattamente in questa direzione, con una visualizzazione 3D che rende il tutto facilmente usufruibile anche da non addetti ai lavori.

autodesk, bim, autodesk progettazione sostenibile, autodesk revote, autodesk building design, biome autodesk, autodesk building information modeling, gianluca nicholas lange

Gianluca Nicholas Lange Industry Manager AEC Autodesk Italia



Condividi

Informazioni sull'autore: Ing. Mirko Paglia

Ama definirsi #ECOIngegnere. Laureato presso il Politecnico di Milano in ingegneria Edile – Architettura, Mirko Paglia ha fatto le sue prime esperienze nell'edilizia nella piccola impresa del padre come apprendista muratore. Con tale pratica è riuscito a concretizzare, con ottimi risultati, la mentalità ingegneristica acquisita durante gli anni di studio. Sensibile ambientalista e profondo conoscitore della solidarietà cristiana, si è formato negli ambienti dedicati all''efficienza e risparmio energetico. Il suo impegno è improntato a formare imprese e comunità verso un vivere compatibile con l'ambiente. Vede la sostenibilità come l'“atto d'altruismo verso le generazioni future”.

Sfoglia gli articoli archiviati come Ing. Mirko Paglia

Nessun commento

Attualmente non ci sono commenti per AUTODESK: BIM e il Futuro dell’Energy-Building. Perchè non ne aggiungi uno?

Scrivi un commento