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L’artista-inventore Phil Ross è un’altra anima visionaria che ha dedicato la sua vita ai funghi (in particolare ai miceli dalla crescita veloce) coltivandoli, essiccandoli e sviluppandoli come un potenziale materiale da costruzione afferma: “diventa più resistente del calcestruzzo, è leggero e sorprendentemente resistente al fuoco, alla muffa e all’acqua”. I miceli costituiscono la rete di filamenti sotterranei che vanno poi a formare i cosiddetti “corpi fruttiferi” dei funghi visibili in superficie, consentendo loro di assorbire i nutrienti e risultando vitali per la decomposizione della materia organica.
Per avere un’idea di che cosa questo materiale è in grado di fare, date un’occhiata a “Mycotecture”, una delle ultime istallazioni di Phil Ross, che è il risultato della coltivazione dei Granoderma lucidum (o funghi Reishi) trasformati in mattoni e accatastati a formare un arco. A questi mattoni di funghi possono essere, in aggiunta, applicate delle finiture protettive.
Ross spera di sviluppare in futuro il progetto Mycotecture attraverso la costruzione di un intero edificio per 12-20 persone grazie a forme più complesse di mico-materiale. In una recente intervista Phil Ross ha spiegato che questi materiali derivati dai funghi “hanno il potenziale per diventare il degno sostituto di molte plastiche a base di petrolio. Si abbandona il mondo dell’arte e sembra di entrare in un romanzo fantascientifico o qualcosa del genere. Con questa sostanza è possibile avviare una produzione locale di biomateriali. Per esempio, qui a San Francisco, potremmo iniziare a produrre lotti di materiali usando questo fungo, dando vita a una sorta di progetto pilota.”
Tutto ciò comporta delle interessanti implicazioni per il futuro della bioedilizia: invece di scavare, estrarre, trasportare e lavorare i materiali da costruzione si potrebbe semplicemente farli crescere da zero e in seguito persino mangiarli. Cos’è che non può fare l’umile fungo?
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