RSENS: Come Monitorare e Prevenire un Killer Invisibile, il Radon

Scritto da Daniel Casarin in CleanTech, News, Start-up, Storie

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Pubblicato il giorno 11 febbraio 2014 - 1 commento



   


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Il Radon è un gas cancerogeno inodore, incolore e insapore, seconda causa per l’insorgenza del tumore al polmone. RSens è il primo spin-off congiunto tra l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’Università di Trento, nato da un progetto di ricerca frutto della collaborazione scientifica tra i due prestigiosi atenei che si occupa della progettazione, produzione e vendita di sensori per la rivelazione di gas Radon.

RSens cura internamente tutte le attività di progettazione e di ricerca e sviluppo, controllando e gestendo direttamente anche la produzione dei sensori. I prodotti RSens sono completamente progettati e realizzati in Italia, inoltre, ogni fornitore è stato selezionato accuratamente al fine di mantenere i più elevati standard qualitativi. Scopriamo nel dettaglio questa interessante realtà con Luca Bidinelli, presidente di RSens.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’OMS e l’Istituto per la Ricerca sul Cancro classificano il Radon come agente cancerogeno, riportandolo all’interno dello stesso gruppo di cui fanno parte altri agenti come il fumo di tabacco ed il benzene. Dalla vostra esperienza quotidiana quanto realmente viene percepito come pericolo il Radon dalla popolazione?

Luca Bidinelli: RSens ad oggi presenta la propria offerta ad un mercato di riferimento principalmente europeo, lavorando attivamente anche alla penetrazione di altri mercati esteri come USA, Canada e Korea. La sensibilizzazione della popolazione al pericolo Radon è sicuramente molto diversa da Stato a Stato ed ancor di più da Continente a Continente. Ad oggi in Italia, purtroppo, il pericolo Radon è estremamente sottovalutato (ad esempio rispetto agli Stati Uniti o al Canada) anche a causa della ridotta informazione sul tema.

Questo è senz’altro il problema maggiore, in quanto il Radon è un agente cancerogeno riconosciuto ed identificabile ed è veramente un peccato che tale pericolo non venga preso ancora sul serio dalle nostre amministrazioni, soprattutto in ragione del fatto che talvolta le soluzioni al problema potrebbero essere estremamente economiche, se implementate al momento giusto. Una corretta informazione della popolazione potrebbe contribuire in maniera determinante a ridurre un pericolo serio, invisibile ed altamente nocivo che per vari aspetti somiglia ad un altro nemico per la nostra salute, che ha rappresentato una seria fonte di disagio sociale, come l’amianto.

Si sta svolgendo una corretta informazione per un effettiva prevenzione?

Luca Bidinelli: Dipende molto dal Paese di riferimento. In Scandinavia, negli Stati Uniti ed in altri paesi sono state avviate serie campagne di sensibilizzazione al problema Radon. In Italia purtroppo non si è fatto altrettanto, o quantomeno con gli stessi risultati in termini di efficacia. Una corretta campagna di informazione rappresenta il primo passo da compiere per vincere la guerra contro il Radon. Si tratta di un gas inodore, incolore ed insapore che, forse proprio a causa di queste sue caratteristiche, viene preso poco sul serio (nonostante il suo indubbio pericolo).

Inoltre, spesso, parlare di Radon innesca nella popolazione una sensazione negativa, di pericolo ma allo stesso tempo di disagio che istintivamente si è portati a voler ignorare (probabilmente anche a causa della contingenza economica negativa e della paura di dover spendere troppi soldi per mettersi al riparo. Niente di più sbagliato!!). La presenza di gas Radon nelle nostre abitazioni e nei nostri uffici rappresenta senz’altro una notizia negativa. Tuttavia le cattive notizie, se analizzate in tempo, possono rappresentare una forte opportunità di prevenzione.

RSens RStone Sensore Gas Radon

Ed ora veniamo ai vostri dispositivi, chi sono i vostri clienti?

Luca Bidinelli: Attualmente RSens produce e commercializza una gamma di dispositivi caratterizzati da caratteristiche professionali ma, al contempo, estremamente facili da utilizzare da parte di chiunque. Rispetto ai principali concorrenti tali prodotti risultano competitivi anche in termini di pricing. Per questo motivo i principali clienti di RSens sono professionisti (afferenti a diverse categorie) che effettuano misurazioni presso privati ed imprese e le stesse imprese pubbliche o private che sono interessate a monitorare in continuo la presenza (ma anche la variazione) di tale gas nei propri ambienti di lavoro. E’ importante sottolineare, infatti, che il Radon non si presenta in maniera costante, ma estremamente variabile, in relazione a una serie di parametri, tra cui anche il clima e la stagione dell’anno in cui viene misurato.

Dove è possibile trovare i vostri dispositivi?

Luca Bidinelli: I nostri prodotti sono venduti sia attraverso una rete di partner distributivi estesa sia a livello nazionale che internazionale, sia direttamente da parte di RSens. Tutti i nostri partner sono formati per fornire sia le informazioni commerciali che il supporto tecnico necessario alla formazione ed all’utilizzo dei sensori (spesso, tuttavia, la formazione non è nemmeno necessaria proprio in relazione alla estrema facilità d’uso dei nostri prodotti).

Siete una delle dimostrazioni del fatto che fare innovazione in Italia è possibile, RSens è il primo spin-off congiunto tra l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’Università di Trento. Raccontaci qualche aneddoto di com’è nata la startup…

Luca Bidinelli: Come anticipava, la nostra storia nasce all’interno delle Università, in particolare da un progetto di ricerca congiunto tra i due atenei di Modena & Reggio Emilia e Trento. I risultati inziali del progetto avevano portato alla realizzazione di un prototipo da laboratorio con delle buone prospettive; per questo motivo abbiamo deciso di metterci in gioco per portare sul mercato qualcosa di nuovo, frutto di importanti investimenti in ricerca ed innovazione.

L’attività si prospettava molto intensa, caratterizzata da un notevole lavoro di sviluppo. All’inizio avevamo diverse incertezze e dubbi sulla fattibilità del progetto, principalmente dal punto di vista finanziario e temporale, si trattava infatti di realizzare e proporre sul mercato qualcosa di completamente nuovo (di un prodotto da ingegnerizzare e produrre in serie), indirizzato ad un mercato più ampio e diverso da quello conquistato dai nostri concorrenti. Tuttavia, probabilmente proprio questi aspetto di sfida, di volontà di mettersi in gioco, di provare a realizzare un sogno, hanno rappresentato la molla che ci ha spinti ad intraprendere con soddisfazione questo percorso. Così nacque RSens.

Partimmo, quindi, nel gennaio 2009 con le attività di ricerca e sviluppo e con la costruzione di quello che sarebbe poi diventato il team imprenditoriale di RSens. Team che ritengo essere uno degli ingredienti fondamentali, probabilmente il più importante, di quell’inebriante cocktail chiamato Impresa. La società è stata fondata nel 2011, anno completamente dedicato alle attività di industrializzazione, certificazione e test.

Nel 2012 abbiamo iniziato a distribuire i nostri prodotti fin da subito in un contesto europeo. La scelta di internazionalizzare non è stata semplice, ma ha rappresentato da una parte una esigenza inevitabile, dall’altro una opportunità incomparabile per poter crescere in una fase economica difficile e recessiva con un prodotto nuovo di cui solo pochi conoscevano il valore e l’importanza a livello sociale.

RSens RStone Sensore Gas Radon

Quali ostacoli avete incontrato e quali state incontrando ogni giorno?

Luca Bidinelli: Gli ostacoli ed i problemi rappresentano il pane quotidiano di chi vuole fare impresa (soprattutto in Italia). Talvolta la burocrazia rappresenta un ostacolo maggiore anche della pianificazione economico finanziaria e del funding (come ben noto attività difficili ed allo stesso tempo indispensabili per chi vuole avviare una startup). RSens è stata fondata in un periodo in cui si iniziava a parlare di startup, ed abbiamo avuto il piacere di crescere in un contesto competitivo e dinamico che ha portato anche l’Italia a mettersi in gioco con il nuovo decreto legge sulle startup innovative.

Devo dire, tuttavia, che i problemi rappresentano solo una faccia della medaglia, molto meno importante se confrontata con la soddisfazione ed il piacere di vedere un sogno realizzarsi giorno dopo giorno. Passare da un gruppo di amici ad un team eterogeneo, assumere i primi dipendenti, poter contribuire a portare sul mercato un progetto nuovo ed innovativo e ricevere i feedback positivi dai propri clienti rappresenta una contropartita in grado di far dimenticare ogni problema. Ogni lavoro ed ogni attività presenta dei problemi (o come preferisco chiamarli io “sfide”). L’importante è affrontarli in maniera organica, organizzata e coerente con la propria identità aziendale. Il comune denominatore di quasi tutti i problemi è che si possono risolvere. Con questo spirito affrontiamo giorno dopo giorno questa sfida, cercando di dare il nostro meglio.

L’esposizione al Radon all’interno delle abitazioni rappresenta una delle principali cause di morte, per tumore al polmone, diffusa a livello globale. Dopo una rilevazione ed il pericolo di contaminazione cosa è possibile fare?

Luca Bidinelli: Esistono numerose soluzioni al problema Radon, da quelle economiche a quelle più costose. La scelta della giusta soluzione dipende dall’entità del problema e dalla sua diffusione all’interno dei locali. Come concetto di base, la cosa migliore è mantenere areati gli ambienti (magari attraverso impianti di ventilazione forzata), o intervenendo ai lati dell’edificio cercando di veicolare il Radon verso l’esterno (attraverso l’installazione di pozzetti in grado di aspirare l’aria, e quindi anche il Radon, verso l’esterno dell’edificio).

Come dicevo le soluzioni esistono, ma al fine di poter prendere una corretta decisione, la cosa più importante è innanzitutto capire quanto Radon sia presente all’interno delle nostre case e dei luoghi di lavoro. Il monitoraggio costante (o ripetuto 3 o 4 volte durante l’anno) è estremamente importante anche per poter valutare se le soluzioni messe in campo siano davvero efficaci al fine di risolvere il problema. Il concetto è molto semplice: la prima cosa da fare per poter vincere un nemico invisibile, è VEDERLO.

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Progetti futuri?

Luca Bidinelli: Stiamo ragionando su diversi progetti e nuovi prodotti orientati a nuovi segmenti di mercato. Per ora, tuttavia, il nostro sforzo maggiore è riuscire ad attuare a pieno la strategia di internazionalizzazione e di penetrazione dei mercati esteri principali (poiché caratterizzati da un elevato livello di sensibilizzazione della popolazione al problema).

RSens sull’internazionale?

Luca Bidinelli: Il 2013 ha rappresentato un anno molto positivo ed interessante per RSens. Abbiamo concluso le prime vendite negli USA&Canada e sicuramente questo rappresenta il principale mercato di sbocco per il nostro prodotto. Nel 2014 saremo estremamente focalizzati in questa direzione. Abbiamo ancora molta strada davanti (certificazioni, creazione di una rete vendita, ecc.), ma non ci lasciamo scoraggiare.

Siamo certi che nel prossimo futuro la radioprotezione e la tutela della salute (con particolare riferimento all’Indoor Air Quality) rappresenterà uno dei problemi principali da affrontare. L’inquinamento non è solo nelle strade o nei grossi centri urbani, spesso si può presentare in forma ancora più insidiosa, spregevole e pericolosa proprio all’interno delle nostre abitazioni.

Per questo l’Indoor Air Quality è un mercato in crescita ed un bisogno sempre più sentito dai cittadini ed il Radon è riconosciuto come il secondo inquinante indoor (per presenza e pericolosità) dopo il monossido di carbonio all’interno dei nostri uffici ed abitazioni.

Luca Bidinelli, Presidente Rsens

Luca Bidinelli, Presidente RSens.



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Informazioni sull'autore: Daniel Casarin

Una formazione trasversale lo avvicina al system e design thinking. Ideatore e fondatore di GenitronSviluppo.com, è a capo di Adv Media Lab, incubatore di soluzioni e servizi avanzati di digital strategy e performance marketing; ed Etnograph, team multi-disciplinare di progettisti, ricercatori e consulenti che opera in tutta Europa nel campo dell’innovazione aziendale. Operando costantemente in attività di business design, social design e digital strategy, Daniel supporta brand e organizzazioni in processi di innovazione design-driven.

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1 commento

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  1. Mi sembra strano che il Radon venga trattato come cancerogeno, e ora spiego il perché :
    ho avuto l’occasione di lavorare in Russia,ancora quando c’era il comunismo, e, durante il mio lungo soggiorno in questa nazione, 11 anni, soffrendo di asma ho avuto l’occasione di provare una cura, in un centro vicino a Sotchi, che comportava dei bagni di 10 minuti ogni volta, in acqua che conteneva del RADON, e il mio male cronico é quasi disparso ed ora mi sento molto meglio.
    Penso che questo possa essere un’eccezzione e che il Radon sia nocivo se lo si respira in continuo per dei lunghi periodi, come ad esmpio il benzene, anche lui cancerogeno, prodotto dal grasso della carne che brucia nel vostro Grill e che si attacca alla carne che mangiate in seguito, (per questo il mio grill é verticale e il grasso non cade nel carbone ma in un vassoio sottostante la carne che cuoce……….) anche lui puo’ essere nocivo se si mangia della carne alla griglia ogni giorno e grigliata su dei grill orizzontale dove il grasso, cadendo, brucia. Per cui i nostri scienzato dovrebbero far delle prove molto più accurate e spiegare alla gente le vere ragioni del pericolo che questi prodotti producono nel corpo umano.

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