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“Il decreto del Ministero – scrive Greenpeace in un comunicato stampa – è relativo alla concessione G. Cl -AG, relativa al progetto “Offshore Ibleo“, di Eni ed Edison, che prevede ben otto pozzi, di cui due “esplorativi”, una piattaforma e vari gasdotti, i cui lavori dovrebbero iniziare entro un anno. Contro il parere positivo dato dal Ministero dell’Ambiente a questo progetto, Greenpeace, insieme a ben cinque amministrazioni comunali, Anci Sicilia, associazioni ambientaliste, della pesca e del turismo, aveva fatto ricorso al Tar del Lazio meno di due mesi fa, e i suoi attivisti avevano protestato rimanendo più di trenta ore sulla piattaforma Prezioso, al largo di Licata”.
“Questa autorizzazione è un chiaro segnale che il Ministero dello Sviluppo non intende prendere in alcuna considerazione la volontà del territorio, ma solo favorire gli interessi delle grandi compagnie petrolifere – rileva Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace -. Con il nostro ricorso al Tar abbiamo mostrato che la compatibilità ambientale a questo progetto è stata concessa con valutazioni carenti e inaccettabili. Proseguire nell’iter autorizzativo è da irresponsabili. Faremo ricorso anche contro questo nuovo provvedimento e invitiamo tutti coloro che sono interessati a fermare le trivellazioni a unirsi a noi. È necessario che il territorio si mobiliti”.
Ed in effetti il comitato “No Triv”, che ha rilanciato subito la presa di posizione di Greenpeace, pare sia intenzionato ad organizzare nuove iniziative di protesta contro l’ulteriore via libera del governo all’installazione delle piattaforme al largo della costa licatese. Si stanno muovendo anche i pescatori. «L’area industriale di Priolo è una risorsa per l’economia del Paese, qui va realizzata la piattaforma della Vega B puntando proprio sulla capacità dell’indotto metalmeccanico riconosciuta da anni a livello internazionale». Lo ha sottolineato il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini intervenendo ieri nel salone del «Ciapi» in contrada Biggemi, a Priolo. Una scommessa da vincere quella legata al rilancio del polo metalmeccanico di Punta Cugno e Marina di Melilli per il leader dei metalmeccanici della Cgil, ribadita poi davanti ad oltre mille tra operai, studenti, lavoratori della formazione professionale e pensionati sul piazzale dell’area «Syndial» nel cuore dell’area industriale.
«Qui c’è una vocazione ed una capacità professionale nel ramo metalmeccanico che è di prim’ordine – ha specificato Landini – la costruzione della piattaforma Vega B è un’opportunità che deve essere colta per consentire ai lavoratori dell’indotto di poter tornare nel circuito produttivo. A Priolo si raffina quasi un terzo della produzione di greggio nazionale, ed accanto a questo vanno ammodernati i cicli produttivi, rendendoli compatibili con l’ambiente avviando le bonifiche. Tutti argomenti questi che sono stati finora disattesi dai precedenti Governi, incluso l’attuale».
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