Ancora c’è un clima teso e comunque di riservato per la nuova ricerca. Secondo Paul Meredith dell’Università del Queensland non vi è alcun motivo per cui le materie plastiche che attualmente coprono molti dei gadget elettronici di oggi non potrebbero in futuro anche catturare energia solare. E la nuova tecnologia di celle solari in plastica potrebbero tranquillamente farlo. “Con la giusta tecnologia di batteria al litio… probabilmente questa innovativa tecnologia solare sarebbe molto adatto anche all’alimentazione solare di auto elettriche”, afferma Meredith.”Se pensate al vostro telefono cellulare e all’involucro di plastica che lo avvolge, vi chiederete perché non è possibile che questa non possa catturare l’energia solare”. “Il team di ricerca su queste nuove celle solari in plastica sta esplorando la possibilità di creare strati di materiale fotosensibile molto sottile, inferiore alla larghezza di un capello umano”, spiega Andrew Fraser del gruppo di ricercatori. Burns spiega che un basso costo delle celle solari in plastica si tradurrebbe in un grande potenziale commerciale.
Il costo dell’energia prodotta da una cella solare in plastica sarebbe di circa 1 dollaro per watt, circa un ottavo del costo dell’energia elettrica immagazzinata in una cella solare al silicio convenzionale.”Circa 1.000 dollari per kilowatt. Quindi, se pensiamo al consumo medio di una famiglia dove la potenza di picco è di 4,5 Kilowatt, allora si può immaginare che ogni impianto potrebbe costare molte migliaia di dollari o euro in meno grazie a questa tecnologia.” Paul Burns ricercatore e collega di Meredith afferma: “Penso che possiamo realisticamente dire che nei prossimi due o tre anni inizieremo a capire realmente quali tecnologie solari su vasta scala possano diventare economicamente sostenibili ed energeticamente efficaci. Abbiamo avuto colloqui con una delle società coinvolte nel nuovo progetto di celle solari in plastica e sappiamo che sono pronte a mettere in piedi un aggressivo piano di espansione.” E continua sottolineando il fatto che con le attuali celle solari di silicio in commercio raggiungerebbero efficienze di circa 10-20% ripagando l’investimento dopo circa 10 anni di produzione di energia elettrica. Con la nuova tecnologia di celle solari in plastica, un committente potrebbe recuperare il denaro in solo circa cinque anni dopo l’investimento iniziale. Burns conferma comunque che l’università ha ricevuto1,9 milioni dollari di sovvenzioni per sviluppare la nuova tecnologia di celle solari in plastica per un mercato che sta sempre più correndo e generando concorrenza. E conclude: “Sul piano internazionale siamo in diversi in gara per sviluppare quella prossima generazione di celle solari che potranno realmente massificare la domanda.”
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10 settembre 2009 alle 09:59
umm il silicio può durare anche 80 anni, sebbene vi sia un degrado dell’efficienza nel tempo.
La plastica ha la medesima durata? considerando la duabilità di altri polimeri esposti al sole sembra di no. Vi potrebbe essere quindi qualche problema nell’andare in attivo, ovvero passare dopo 10 anni con il CE o 20 anni senza CE ad una produzione remunerativa con celle a silicio monocristallino 15% rendimento di conversione o HIT 18% di conversione.
Tra l’altro l’aspetto più interessante delle FV siliciche è la resa in funzione della temperatura.
Com’è ben noto il polimeri hanno un comportamento meccanico diverso che subisce le influenze del calore e surriscaldamento.
L’efficienza del 10-15% di una cella polimerica potrebbe essere molto diversa in funzione della temperatura.
Non vengono prese minimamente in considerazione le cellule non siliciche.
Attualmente la GaAs (arseniuro di gallio) dai costi proibitivi ha un’efficienza che arriva anche al 40% ed è utilizzata per alimentare i satelliti (solo NASA ed agenzie spaziali possono permettersela, le ditte produttrici forniscono da 30KW in su).
Restiamo con i piedi per terra