Il Biodiesel che cresce sugli alberi, 12000 litri per un ettaro. La Copaifera langsdorffii, è l’albero brasiliano utilizzato in Australia per produrre il famoso Biodiesel, ce lo spiega direttamente Mike Jubow, primo importatore australiano

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Pubblicato il giorno 07 aprile 2008 - 1 commento



   


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Queensland – Australia, Mike Jubow è un vivaista che ha iniziato l’importazione di semi dal Brasile di un albero che può essere utilizzato per la produzione di biodiesel: la Copaifera Langsdorffii.

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La Copaifera Langsdorffii è un albero tropicale da cui può essere estratto e filtrato un olio, un biocarburante poi utilizzato nei trattori, si stima che un da ettaro di piantagione di Copaifera Langsdorffii si possa estrarre 12000 litri di carburante l’anno, abbastanza per rendere autosufficente la fornitura di biocarburante di una piccola fattoria. Mike Jubow spiega di aver sentito parlare della pianta in una conferenza da un amico, l’idea lo fulminò e si mise a ricercare immediatamente i semi di quell’albero a suo parere veramente prezioso.

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Il metodo consigliato da Jubow è di distribuire 1000 piante di Copaifera Langsdorffii per ettaro di terreno, preferibilmente in una zona ben temperata e con frequenti piogge. Dopo 3 – 4 anni si provvede ad una primo abbattimento di alberi arrivando a 250 – 350 migliori in termini d’efficienza, un albero così maturo (dai 4-6 anni) produrrebbe circa 40 litri di biocarburante l’anno arrivando ai 12000 litri per ettaro. “Crescono più facilmente all’ombra di altri alberi così è meglio per loro una piantagione mista con altri alberi con una crescita più veloce. In seguito si diventa estremamente efficienti quando un pezzo di terra così può renderti indipendenti sotto il profilo del carburante per il resto della tua vita!” infatti spiega Jubow la Copaifera Langsdorffii a quel punto è produttiva per almeno 70 anni. Mentre il carburante però non può essere conservato per non più di un paio di mesi ma anche se questo accadesse l’olio potrebbe essere rivenduto negli USA ed utilizzato nella medicina alternativa per essere ritrattato e venduto al cliente finale a 100 $ per litro. Naturalmente l’albero al termine della sua vita può essere riutilizzato per il suo legname in falegnameria.

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Oltre 20000 alberi sono già stati venduti agli agricoltori delle zone tropicali da Mike Jubow mentre spiega che la Copaifera Langsdorffii è un investimento a lungo termine davvero interessante “L’ideale sono coltivarle in una piantagione di famiglia dove di generazione in generazione viene raccolto l’olio, in modo tale che il vostro nipote sarà quello più libero dal carburante per i suoi 30 – 50 anni! Molti agricoltori si stanno interessando alla Copaifera Langsdorffii dai territori del Nord all’Australia Occidentale. Non è così semplice la sua coltivazione ma se le cose continuano secondo i piani la Copaifera Langsdorffii potrebbe essere una nuova ma soprattutto reale fonte energetica alternativa e rinnovabile”.

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  1. Leggendo ed informandomi qua e là ho visto anche che si può estrarre biodiesel attraverso altre tipologie di piante, queste piante sono quindi le più efficienti relativamente a quei terreni? anche perché facendo un piccolo calcolo, leggendo questo articolo http://www.equilibri.net/nuovo/articolo/africa-biocarburanti-italia-e-prospettive-future in un punto dice: “Un ulteriore progetto di coltivazione di jatropha è attualmente gestito dalla Bioenergy Italia s.r.l. nella regione di Moamba (Maputo, Mozambico). Ammontante a 20 milioni di US$, il progetto si estende oggi su una superficie di 70 ettari e la sua piena estensione raggiungerà i 120 ettari.”
    ettari= 120
    investimento = 20’000’000,00 $
    vorrebbe dire che produrrebbero c.a.
    12000 (l/ha) * 120 (ha) = 1’440’000,00 (l) di carburante. Non considerando i costi del processo produttivo, spese di lavorazione-raffinazione, trasporto ecc… e vendendo il prodotto finale a 90$ al barile (158 litri 1 barile) e quindi vendendola a 90$/158l = 0,5696 $/l gli “introiti” annui ammonterebbero a:
    1’440’000,00 (l) * 0,5696 ($/l) = 820’224,00 $
    cioè 1/24 dell’investimento iniziale, non è un po poco? vorrebbe dire che l’investimento verrebbe coperto a distanza di 24 anni(sempre non considerando le SPESE, che credo raddoppierebbero gli anni di investimento a 48), non considerando i rischi di passaggio a nuove tecnologie di carburanti, di raccolti andati a male, ecc..

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