RELOADER, la Piattaforma Tecnologia ad Ecopolis 09. Migliorano gli Indicatori Ambientali nei Comuni Italiani. E i RAEE?

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Smart City

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Pubblicato il giorno 27 aprile 2009 - Nessun commento



   


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di Marina Melissari – ReloaderItalia

La città del futuro sarà grande, vi abiterà un numero sempre maggiore di persone di diversa provenienza, cultura, estrazione sociale, disponibilità economica. I contesti urbani sono il vero terreno di una sfida epocale: alta sostenibilità e obiettivo zero emissioni. Il postulato di partenza delle 2 sessioni di Match making responsabile, svoltesi presso lo stand di ReloaderItalia, è la necessità di considerare i comuni come sistemi integrati per la qualità della vita e dell’ambiente abilitandoli con strutture, infrastrutture ecocompatibili e dotandoli di strumenti tecnologicamente avanzati di monitoring e governance.

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Il concetto di integrazione sistemica come: base di progettazione e gestione urbana ottimizzata è stato sviluppato con la consueta competenza ed arguzia dal Prof. Roberto Vacca che sostiene “Le città vanno riprogettate”. Citiamo testualmente: “L’aumento continuo delle dimensioni delle città, dei grandi sistemi tecnologici che le tengono in vita e dei problemi che le riguardano rende sempre più difficile ogni tentativo di prevedere sviluppi futuri – in seguito a quello che Alvin Weinberg ha chiamato «il secondo dilemma malthusiano della proliferazione della complessità» e alla crescente interdipendenza dei sistemi entro una data regione e delle regioni del pianeta fra di loro.

Per offrire una soluzione generalizzata ai problemi di inquinamento, mobilità, delinquenza, istruzione, economia dei municipi e degli individui, bisognerebbe concepire i piani regolatori generali come strumenti globali per risolvere ogni tipo di problema e anche per garantire che gli interventi per risolvere i problemi di una data classe non impediscano la soluzione dei problemi in altri campi adiacenti”. Secondo il Professor Vacca le variabili da considerare sono:

  • Mobilità di persone e merci, con integrazione ottimizzata dei trasporti pubblici e privati e dei diversi modi di trasporto;
  • Generazione e uso dell’energia;
  • Interazioni accettabili fra città e ambiente;
  • Strutture sociali rinnovate capaci di garantire un minor livello di delinquenza e migliori possibilità di istruzione continuata;
  • Una gestione economica delle finanze pubbliche;
  • Un funzionamento integrato dei sistemi tecnologici che tengono in vita la città – approvvigionamenti, rifiuti, monitoraggio parametri ambientali, telecomunicazioni, reti telematiche.

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L’efficacia dei risultati dipende da quattro fattori: Informazione, organizzazione, logistica, addestramento. “Ogni intervento organizzativo e infrastrutturale – ha sostenuto Vacca – per funzionare ha bisogno di interventi culturali, informatici, logistici. La cooperazione informata del pubblico è vitale per raggiungere decisioni progettuali sensate, per sfruttare le infrastrutture in modo ottimale e per instaurare consuetudini di civismo che rendano possibile comportamenti cooperativi afferenti alla mobilità, all’uso flessibile e scaglionato di servizi, alla raccolta, smaltimento o riciclaggio di rifiuti, accesso in tempo reale a informazioni relative al diuturno svolgimento di eventi urbani essenziali. Gli interventi citati dovranno essere evocati da altre campagne di informazione e motivazione attraverso i media”.

Ma l’Italia dei Comuni, ci si è domandati nel corso del dibattito, sta diventando più virtuosa e più rispettosa dell’ambiente? Sembrerebbe proprio di si. Il Prof. Alleva della Sapienza e il Dottor Abbate dell’ISTAT hanno fornito risposte e dati sul comportamento dei comuni italiani che sembrano diventare più virtuosi in tema di ambiente. Infatti tutti gli indicatori di salute ambientale dei centri urbani sono in miglioramento, anche sui dati Istat relativi al 2007 che già segnavano un aumento delle quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato (+7,6%), della domanda di trasporto pubblico (+4,9%), e una contrazione del consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento  (-6,9%) e del consumo d’acqua per uso domestico (-2,4%). Nel 2007 Trento, Bologna e Venezia si sono confermate ai primi tre posti della classifica dei comuni più rispettosi della compatibilità ambientale. Seguono Belluno, Biella, Cuneo e ancora Prato, Modena e Ravenna che recupera ben 25 posti. Sono 29 i comuni che hanno raggiunto l’obiettivo del 40% di raccolta differenziata, secondo quanto disposto dalla normativa, mentre sono 31 i comuni, prevalentemente del Mezzogiorno, per i quali si registrano ancora percentuali di raccolta differenziata inferiori al 15%.

Senza dubbio, tuttavia, ha ben ragione il Prof. Vacca quando dice che il successo di una città sostenibile passa attraverso l’efficienza  della mobilità urbana e interurbana di merci e persone e, di conseguenza, attraverso una logistica efficiente. Che è fatta di strutture, infrastrutture ma anche e soprattutto di pianificazione, organizzazione, sicurezza e controllo. Le tecnologie per il monitoraggio, la gestione ed il controllo delle infrastrutture e delle operazioni logistiche possono ormai avvalersi della realtà virtuale. Mediante l’integrazione dei dati raccolti da sofisticati sistemi di sensori e rilevatori presenti nelle aree interessate che permettono di monitorare ed intervenire sull’ambiente fisico – ha spiegato il Dottor Zollo di THEOREMATICA – si ottiene la conoscenza del contesto fisico e logico in cui gli agenti devono operare. Questa conoscenza si basa a sua volta sulla effettiva capacità di modellare la realtà di esso, astraendone ed esaltandone gli aspetti più importanti e significativi, ai fini della sua corretta gestione.

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E i RAEE? Il ruolo della logistica infatti, in questo caso della reverse logistics, diventa sempre più fondamentale per il successo di una città sostenibile. Il peso eccessivo di inefficienze e costi di raccolta, stoccaggio e messa in sicurezza dei RAEE rischia di rendere talmente onerosa l’operazione di recupero da incentivare la dispersione selvaggia nell’ambiente di tali rottami, con un conseguente ulteriore danno ecologico. Al momento l’Italia riesce a recuperare solo 2 dei 17 Kg di Rifiuti elettrici ed elettronici prodotti pro capite: davvero pochi rispetto ai Paesi europei più virtuosi: Svezia e Norvegia recuperano quantità pari a 14 Kg di RAEE per abitante; l’Irlanda che ha iniziato nel 2006 a giugno 2007 è già arrivata a 7 Kg per abitante; la Francia raccoglie 4 Kg sui 14 pro capite. E va tenuto presente che la Reverse è qualcosa di più che razionalizzare l’esistente: è logistica che va progettata ed applicata già in fase di produzione (Design for Environment, nuovi materiali, nuovi tipi di imballaggio, ecc), per il recupero, lo smaltimento e il riuso delle apparecchiature ricondizionate e dei relativi singoli componenti.

Le documentazioni complete relative agli interventi e ai dati descritti sono disponibili nell’area approfondimenti e in quella download del sito di ReloaderItalia.

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