Il SESU Seastead di Järvela comprende l’utilizzo di tecnologie solari passive e gli spazi interni sono suddivisi in zone con temperature per funzioni diverse. La vegetazione è utilizzata in tutta la piattaforma per fornire cibo ai residenti, ma anche per regolare il clima. Il progetto di Järvela ha dovuto sfidare e superare ostacoli per creare spazi di vita e di lavoro in un ambiente che mette alla prova corpo e mente per i propri abitanti e che incoraggia esigenze realistiche come la gestione delle risorse energetiche.
Il concorso di progettazione per piattaforme oceaniche è stato organizzato dalla no-profit Seasteading Institute, la cui gestione riguarda un mix di investitori della Silicon Valley, da brillanti economisti, guru della tecnologia e dell’ingegneria, che provengono da grandi aziende o che hanno sviluppato società come Paypal, Google o Sun Microsystems. A prima vista, la filosofia del Seasteading Institute è quella di creare “comunità autonome in pieno oceano, che consentono un alto grado di innovazione grazie a nuove politiche e sistemi sociali createsi nelle piattaforme oceaniche, un obiettivo che potrebbe sembrare una nuova versione del libertarismo più spinto. Ma che chiaramente, come è stato dichiarato in occasione della prima conferenza annuale lo scorso ottobre, lo Seasteading Institute non solo è focalizzato sulle nuove forme di politica possibili, ma anche sulla consapevolezza della creazione di elevati margini di profitto e delle innovazioni ecologiche possibili da creare. Approfittando di quel 70% della terra che attualmente non ha ancora alcun valore immobiliare: l’oceano.
Un’utopia che per il Seasteading Institute deve diventare realtà grazie al sostegno di un miliardario imprenditore come Peter Thiel (un co-fondatore di PayPal) e gestito da Patri Friedman (nipote del premio Nobel in economia Milton Friedman). L’idea del Seasteading Institute è anche quella di offrire alla gente la possibilità di “assaggiare” una miriade di società diverse ognuna con la propria struttura governativa, pensando che una differenziazione di questo tipo porterà alla creazione di migliori forme comunitarie e sociali.
Un altro fatto interessante di questo gruppo di investitori e sognatori è che puntano comunque ad una società nell’oceano dove l’estetica è una componente fondamentale di ogni cosa. Lo scopo del concorso di progettazione di piattaforme marine autosufficienti è stato quello di selezionare si le più efficaci ma soprattutto le più belle idee progettuali. Così la forma dell’edificio doveva essere completamente pensata dal progettista, ma pensata intorno ad un quadro tecnico pensato dalgi ingegneri del Seasteading Institute. Addirittura i concorrenti hanno avuto a disposizione una grande quantità di informazioni e dati per creare un progetto innovativo e resistente all’ambiente marino. L’obiettivo finale del concorso è stato così, anche quello di individuare e creare standard e modelli che possono essere facilmente adattati ad ogni luogo e che consentano a piccole comunità di incubare rapidamente e testare nuovi modelli di governo con la stessa facilità che un programmatore può creare nel proprio garage un nuovo Google.
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