BIM (Building Information Modeling): Mezzi Efficienti per una Gestione della Progettazione

Scritto da Ing. Mirko Paglia in Bioarchitettura, News, Zoom

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Pubblicato il giorno 24 febbraio 2014 - Nessun commento



   


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Oggi approfondiremo un argomento poco conosciuto ed una tecnologia spesso sottovalutato: il BIM (Building Information Modeling). A tale scopo si è voluto intervistare un esperto Ing. Damiano Zurlo, ingegnere  impiantista, che dopo università, master, e diversi anni di attività, ha dato una“sterzata” decisa verso una metodologia di solido approccio alla progettazione integrata: il BIM.

Ci può anzitutto presentare la sua esperienza sull’utilizzo del BIM?  E con quali mezzi software lavora?

Damiano Zurlo: Con molto piacere accolgo l’intervista. Il mio lavoro è quello del MEP modeler: mi occupo di modellazione di impianti in ambito residenziale, terziario ed industriale, e principalmente utilizzo Autodesk Revit. Devo dire che in passato quando ho utilizzato altri (frammentati) programmi piuttosto che una metodologia più classica, ho verificato che l’approccio tradizionale penalizza parecchio sia i risultati che la filiera del costruito rispetto al BIM.

Avere un semplice cad, un excell ed il cantiere, spesso non frutta nel risultato atteso di progetto. La tecnologia BIM, ma soprattutto la filosofia del “database” dei programmi BIM, permette di adoperare grandi risultati con solida fermezza per quanto concerne:

  • avere innovazione, risultati, economie
  • riduzione dei tempi e dei costi di progettazione integrata, sviluppo e cantiere
  • gestione univoca e centralizzata di computi e calcoli, modelli, varianti, us built

Il comparto impianti, noto anche come “MEP” per gli impianti meccanici, elettrici e tutto il plumbing/piping della parte idrica, nel BIM trova grandi riscontri ed applicazioni per quanto attiene lo studio (preliminare/definitivo/esecutivo/costruttivo) e progetto di soluzioni idro-meccaniche, la verifica e la coerenza con le altre discipline, la gestione di computi e di viste, che risolvono moltissimi aspetti di coordinamento generale.
L’impiantista spesso è l’ultima ruota del carro, che deve fare a cazzotti con lo strutturista per avere qualche forometria piuttosto che qualche cavedio.

Il BIM, fatto con la “B” maiuscola, consente di risolvere ogni conflitto sin dal principio. Mi piace raccontare un’esperienza che diffondo spesso: qualche tempo fa stavo lavorando eccezzionalmente all’architettonico di un aeroporto, totalmente in Revit, e, ci siamo confrontati con strutturisti e impiantisti di studi importanti, che lavorano in cad. Dovendo giustificare ai validatori anche solo la sovrapposizione su una tavola di controsoffitti, di diffusori in ambiente e plafoniere, gestire 32xrif cad pasticciati (default costante dei professionisti italiani) ed incoerenti è stato un’impresa non banale: se tutto questo fosse stato affrontato in BIM, per tutte le discipline (arch/mep/str), avremmo risolto indubbiamente in maniera più veloce e tempestiva, smilza e brillante ogni forma di interferenza, e coordinamento generale.

Gestire il BIM vuol dire avere un responsabile del progetto che coordina il tutto (dall’impiantista allo strutturista alla direzione lavori)?

Damiano Zurlo: Indubbiamente ci sono diverse scale di approccio al BIM, e diversi utenti. Difatti, la realtà professionale italiana è popolata di studi piccoli, di pmi ed imprese di costruzione che possono giovare della figura del BIM user o del BIM manager. Partiamo, chiarendo che il bim non rappresenta solo un software, od, un modello 3D, ma una filosofia di progettazione.

Infatti, la figura centrale del vecchio project manager, acquisisce il valore aggiunto con una visione multidisciplinare BIM, diventandone il BIM manager in questo siffatto caso. La mentalità di gestione centralizzata nel modello ed il ricco numero di info provenienti dal database (cuore del BIM)  deve avere un riscontro oggettivo per essere efficentata. Come? Andando ad aver una personalità cardine che coordina più BIM user ( users architettonici, users strutture users mep, users famiglie, ecc), imputando loro obiettivi, fasi e baseline di progetto. Così il BIM manager, figura di spicco in questo mercato d’oggigiorno, riesce a rispondere ad un’attenta fase di sviluppo del workflow, ed è capace di ottimizzare i risultati e questo decentramento mirato di competenze ed attività.

Ci potranno essere, a breve, degli sviluppi riguardante l’utilizzo di questa tecnica di gestione avanzata?

Damiano Zurlo: Indubbiamente per tutte le aziende che vogliono investire in innovazione e mostrarsi innovative, possono prendere esempio da grandi colossi esteri (USA e non). Questo metodo non è solo sapere usare un software, ma consentirebbe a chi vuole inserirsi sul mercato da zero, o, parlando dei veterani del campo impiantistico, di indossare un cappello diverso per le nuove commesse, nazionali e non.

Così facendo, la gestione della commessa non solo sarebbe più avanzata, ma rispetto ad un approccio più tradizionale, sarebbe avvantaggiata, in quanto il BIM, nel comparto impiantistico, così come per l’architettonico e strutturale, può inficiare di risultati tutto il workflow.
2D, fare, correggere e rifare, crisi e problemi: queste le frasi del passato. Metodo, database, gestione, flusso: queste sono le parole del futuro.

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Informazioni sull'autore: Ing. Mirko Paglia

Ama definirsi #ECOIngegnere. Laureato presso il Politecnico di Milano in ingegneria Edile – Architettura, Mirko Paglia ha fatto le sue prime esperienze nell'edilizia nella piccola impresa del padre come apprendista muratore. Con tale pratica è riuscito a concretizzare, con ottimi risultati, la mentalità ingegneristica acquisita durante gli anni di studio. Sensibile ambientalista e profondo conoscitore della solidarietà cristiana, si è formato negli ambienti dedicati all''efficienza e risparmio energetico. Il suo impegno è improntato a formare imprese e comunità verso un vivere compatibile con l'ambiente. Vede la sostenibilità come l'“atto d'altruismo verso le generazioni future”.

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