Clima ed Energia: Ue alla Ricerca dell’Equilibrio

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Pubblicato il giorno 24 ottobre 2014 - Nessun commento



   


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da Il Sole 24 Ore

I Ventotto erano ieri sera alla ricerca di un accordo sui futuri obiettivi climatici dell’Unione da qui al 2030. La trattativa appariva difficile, segnata dalle preoccupazioni di molti paesi peri costi eccessivi in un momento di crisi economica. A frenare un accordo ambizioso erano i paesi dell’Est.

In ballo vi sono tre nuovi obiettivi ambientali. Il pericolo è che questi target rischiano di essere indicativi, non vincolanti, e quindi nella pratica difficili da raggiungere. La Commissione Barroso ha presentato tre obiettivi: una riduzione delle emissioni nocive del 40% rispetto ai dati del 1990; una quota delle rinnovabili nella produzione energetica di almeno il 27%; un incremento dell’efficienza energetica del 30%. Tutti gli obiettivi dovrebbero essere raggiunti entro il 2030 e sostituirebbero i target precedenti (20-20-20) da raggiungere entro il 2020. I Ventotto devono trovare una intesa da portare al vertice internazionale sul clima che si terrà a Parigi nel 2015. Arrivando al Consiglio europeo ieri pomeriggio, il cancelliere tedesco

Angela Merkel ha riassunto la quadratura del cerchio che i Ventotto devono trovare su un tema sentito da molte opinioni pubbliche ma che divide il mondo imprenditoriale in molti paesi: «Dobbiamo considerare(…) la nostra competitività a livello internazionale, ma allo stesso tempo vogliamo un accordo ambizioso».

Le trattative diplomatiche di queste settimane hanno portato a un’intesa di massima, ieri sera sul tavolo dei leader. Secondo un ultimo canovaccio di conclusioni, negoziato dai diplomatici fino a ieri pomeriggio, l’obiettivo vincolante a livello euro- prodi riduzione delle emissioni nocive era del 40% entro il 2030. Sul fronte delle rinnovabili, l’obiettivo, sempre vincolante a livello europeo, era di una quota di «almeno il 27%» del totale della produzione energetica. Infine, l’aumento dell’efficienza energetica era fissato anch’esso al 27%. In questo caso il target era indicativo (e inferiore alla proposta della Commissione).

Il compromesso messo a punto dalle diplomazie europee non prevede alcun obiettivo nazionale, rendendo il raggiungimento dei target europei particolarmente arduo. D’altro canto, così è stato deciso dai diplomatici pur di trovare un accordo fra sensibilità nazionali diverse. In queste settimane, i paesi dell’Est, Polonia in testa, hanno sottolineato la difficoltà di ridurre le emissioni nocive in economie segnate da una bassa produttività e da una industria particolarmente inquinante. Per questo motivo, i diplomatici hanno cercato di mettere a punto «elementi compensativi», secondo l’espressione di un negoziatore. Tra le altre cose, c’è l’idea di creare una riserva di quote di emissioni, negoziate sul mercato Ets (Emissions Trading Scheme), da utilizzare per finanziare indirettamente la modernizzazione delle economie più antiquate.

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