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“L’idea che potremmo passare dal latte e dall’argilla alla schiuma in bioplastica sembra piuttosto interessante,” spiega David Schiraldi, scienziato della Case Western Reserve University di Cleveland. “L’argilla è abbastanza a portata di mano e pressoché inesauribile e ci è sembrato un materiale piuttosto sostenibile.” La ricerca ha avuto inizio con una scoperta casuale in laboratorio. Uno degli studenti di Schiraldi ha liofilizzati l’argilla e ha ottenuto risultati interessanti abbastanza da giustificare un esame più attento. Così il team ha iniziato a mescolare l’argilla con una varietà di materiali. Quando hanno aggiunto una proteina del latte vaccino, la caseina, hanno ottenuto un materiale super leggero e soffice, simile al polistirolo. Con ulteriori sperimentazioni hanno ottenuto una ricetta così utile e funzionale da essere pubblicata nella rivista Biomacromolecules.
“Il processo”, ha affermato Schiraldi, “è semplicissimo.“I ricercatori hanno iniziato inserendo una pallina di argilla e dell’acqua in un frullatore da cucina. Dopo due minuti di miscelazione Schiraldi ha prodotto ciò che gli allievi hanno chiamato un frullato di argilla. In seguito hanno aggiunto polvere di caseina, una versione secca della proteina più comune nel latte. L’ingrediente finale è una piccola quantità di un materiale a base di glicerina che irrigidisce i legami chimici della soluzione. Dopo aver azionato il frullatore per l’ultima volta, gli scienziati hanno versato l’acqua sporca in stampi e li hanno congelati come fossero cubetti di ghiaccio. Poi il processo di liofilizzazione.
Il risultato, ha detto Schiraldi, è un materiale che ha tutte le proprietà del polistirolo ma è per il 98% naturale. A 100°C la schiuma contenente latte rilascia qualche goccia d’acqua. Ma la bioplastica rimane integra fino a 200°C. Nei test condotti dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, quasi un terzo della nuova bioplastica si è decomposto dopo circa 45 giorni nelle condizioni di compostaggio industriale. “Rispetto alla schiuma in polistirene espanso, siamo ad un livello -leggermente- diverso” ha detto Schiraldi. “lo Styrofoam è pressoché eterno.”
La ricerca sulla nuova bioplastica ha creato immediatamente una nuova start-up chiamata Aeroclay, che sta utilizzando la tecnologia brevettata per sviluppare prodotti pratici. Schiraldi immagina una fabbrica di bioplastica del futuro che attinge a vasche di latte al posto del petrolio. Prima che le materie bioplastiche a base di latte si diffonderanno, però, ci sono altri ostacoli tecnologici da superare. Ad esempio, gli scienziati dovranno assicurarsi che il nuovo materiale non puzzi come il latte acido. Ci sono anche pressioni sul mercato con cui fare i conti, ha spiegato James McGrath, ingegnere chimico al Virginia Tech di Blacksburg. “E’ bello dire che questo prodotto andrà a sostituire il polistirolo espanso, ma ci sono un sacco di problemi”, afferma McGrath, “compresi quelli economici e il rapporto prezzo/volume.” “Sembra sempre un ottimo risultato raggiungere qualcosa di simile”, ha aggiunto. “E sostituire il petrolio è un obiettivo molto importante da perseguire.”
[ Links utili e approfondimenti ]
19 febbraio 2011 alle 08:59
Buongiorno, sono titolare di un brevetto nel settore Green, siamo alla ricerca di un prodotto plastico da usarsi in agricoltura, con le nuove restrizioni ecologiche non è più possibile immettere in natura plastiche che non siano bio.
Potremmo parlarne ?
Rimango in attesa di vostra gradita risposta.
13 agosto 2016 alle 07:57
[...] Lo Styrofoam Biodegradabile a Base di Latte e Argilla – GenitronSviluppo.com [...]