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Oxfam Italia nel nostro paese punta a diffondere, informare e sensibilizzerare oltre 10.000 cittadini, consumatori e studenti sull’impatto delle scelte di consumo e di alimentazioni verdi e sostenibili sul benessere del pianeta, coinvolgendo i nostri volontari che organizzeranno eventi in 12 città italiane.
Giordano Mancini: Perché la campagna Coltiva si propone di creare un sistema alimentare migliore?
Wendy Jane Carrell: Oggi una persona su sette va a letto a stomaco vuoto. Questo non perché non produciamo abbastanza. In realtà avremmo cibo a sufficienza per tutti quanti, anche se ne dovremmo produrre ancora di più in vista dei 9 miliardi di abitanti che popoleranno la terra entro il 2050. Questa realtà è frutto di un sistema alimentare ingiusto, dove chi coltiva e sfama uno su tre di noi – in particolare i piccoli agricoltori – spesso non ha abbastanza cibo per sfamare se stesso e la sua famiglia: l’80% di chi soffre la fame vive in aree rurali ed è pastore, contadino, pescatore o bracciante.
Giordano Mancini: Come si può migliorare il sistema alimentare attuale?
Wendy Jane Carrell: Siamo convinti che è possibile rendere il cibo, la vita e il pianeta più equi e sostenibili. Come? Investendo sui piccoli agricoltori, dando loro la terra e le risorse necessarie; condividendo le scelte alla base del sistema; riducendo il potere di pochi sulle decisioni che riguardano tutti; mettendo al centro i bisogni delle generazioni future. Dobbiamo confrontarci con le conseguenze di una crescente domanda di cibo. Entro il 2050 saremo 9 miliardi di persone sul pianeta e la domanda di cibo aumenterà del 70%. Questa domanda deve essere soddisfatta nonostante raccolti stabili, crescente scarsità d’acqua, e la sempre più accesa competizione per la terra. L’agricoltura deve rapidamente adattarsi a un clima che cambia e modificare la sua impronta ecologica, perché già oggi è responsabile per circa il 30% delle emissioni di gas serra. Più in generale, dobbiamo imparare a vivere senza superare i limiti naturali del nostro pianeta, senza chiedere troppo alla terra.
Giordano Mancini: Che ruolo hanno le donne?
Wendy Jane Carrell: Molti uomini e donne sono privati delle risorse di cui hanno bisogno per coltivare i loro campi: acqua, tecnologia, investimento e credito, tra le altre. Per le donne la situazione è ancora peggiore, infatti, avessero lo stesso accesso che hanno gli uomini alla terra potrebbero aumentare i propri raccolti dal 20 al 30%, sfamando dai 100 ai 150 milioni di persone in più.
Giordano Mancini: Si parla sempre più spesso del cosiddetto land grabbing. Di cosa si tratta esattamente?
Wendy Jane Carrell: Una delle risorse più importanti è la terra, senza la quale non si può coltivare. Purtroppo da anni il landgrabbing si sta diffondendo sempre di più, soprattutto dopo la crisi finanziaria del 2008, e toglie proprio questo elemento fondamentale per il sostentamento di intere comunità. Grande porzioni di terra in Africa e in altri paesi del mondo sono vendute agli investitori a prezzi bassissimi, con accordi che lasciano spesso le comunità rurali a mani vuote. Gli investimenti delle grandi aziende sui terreni agricoli di paesi in via di sviluppo per uso commerciale non sono necessariamente un problema. Però quando le famiglie vengono sfrattate e si produce meno cibo c’è qualcosa che non va. Dal 2001 sono.
Nei paesi in via di sviluppo, circa 227 milioni di ettari di terra sono stati acquistati (o sono in via di negoziazione) dal 2001, una area grande come l’Europa Nord Occidentale. La domanda di terra è in crescita vertiginosa: si cerca terra per coltivare cibo per l’esportazione, per i biodiesel o semplicemente per fare profitto. Nella maggior parte dei casi il terreno venduto come “inutilizzato” è lo stesso da cui dipendono le famiglie povere. Che vengono sfrattate dietro promesse di risarcimenti spesso non mantenute.
Giordano Mancini: Cosa chiedete ai governi e alla comunità internazionale?
Wendy Jane Carrell: Uscire da questo circolo vizioso è possibile ma serve un’azione forte a livello globale. I governi devono garantire l’accesso alla terra ai piccoli produttori, in particolare le donne. Sono molto spesso loro infatti a lavorare la terra, ma devono affrontare molti più ostacoli degli uomini per diventare proprietarie. E’ anche necessario ripensare le politiche di sostegno ai biocarburanti: qualsiasi strategia che toglie cibo dal piatto per metterlo nei serbatoi non può essere che sbagliata. Gli investimenti, infine, devono prendere in considerazione non solo i profitti, ma anche e soprattutto le comunità marginalizzate.
Giordano Mancini: Qual è l’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola?
Wendy Jane Carrell: I cambiamenti climatici hanno un grande impatto sulla capacità di produrre cibo. Gli aumenti delle temperature abbasseranno la produttività delle coltivazioni di cereali. In alcuni Paesi Africani questo potrebbe dimezzare i raccolti. I cambiamenti nel ciclo delle stagioni rendono sempre più difficile sapere quando seminare, coltivare, raccogliere. Inoltre l’agricoltura non è solo colpita dai cambiamenti climatici, li causa a sua volta. Per questo bisogna trovare modi più sostenibili per coltivare la terra.
Giordano Mancini: Cosa rende i prezzi del cibo così volatili?
Wendy Jane Carrell: Il sistema alimentare è sempre più fragile. Le variazioni del prezzo del petrolio, usato per i fertilizzanti e il trasporto, si ripercuotono sui prezzi del cibo. Gli eventi atmosferici riducono l’offerta. I capitali speculano sul mercato delle materie prime alimentari. E l’azione dei governi contribuisce ad innescare, piuttosto che a prevenire, la crisi dei prezzi alimentari. Tutto questo rende il prezzo del cibo sempre più volatile. Per noi può significare poco, ma per chi spende l’80% del proprio stipendio per sfamare se stesso e la sua famiglia, anche aumenti minimi possono avere effetti devastanti.
Giordano Mancini: Cosa possiamo fare?
Wendy Jane Carrell: Molto. Sta a noi a comunicare che vogliamo un mondo diverso, imparare come consumare meglio, affinché il nostro stile di vita rispetti l’ambiente, le persone e il nostro futuro. Possiamo fare questo con le nostre scelte quotidiane – dalla spesa al supermercato alla scelta del mezzo di trasporto, dalla raccolta differenziata al risparmio energetico, dal riutilizzo di vecchi oggetti alla scelta consapevole di quelli nuovi, ecc.
Oxfam Italia, in particolare, ha lanciato un’iniziativa per intraprendere questa strada verso il cambiamento. Si chiama ColtivATTRICE: tutte le donne in Italia possono attivarsi per coltivare un mondo migliore. Ma c’è molto altro… Venite a trovarci su sullaboccaditutti.oxfamitalia.org potete trovare consigli, ricette e luoghi in Italia per aiutarvi a intraprendere un percorso verso uno stile di vita più sostenibile.
10 maggio 2012 alle 12:35
Salve.
E’ con questo spirito e con questa consapevolezza che apre a Forlì L’apebianca, il primo centro in Italia dove consumo consapevole e cultura si incontrano per sostenere un nuovo stile di vita
L’apebianca è uno spazio che propone, in oltre 1.000 metri quadri di esposizione, non solo prodotti biologici e servizi ecosostenibili, ma anche eventi culturali e momenti di scambio e aggregazione dedicati al vivere etico. Un progetto dove non profit e sostenibilità economica si incontrano per dare vita ad un nuovo modello di impresa sociale.
Grazie
19 giugno 2012 alle 11:25
Molto significativo il video sui futuri 9Mlb di abitanti sulla terra!
Dobbiamo fare qualcosa… tutti!
Il web è un potente canale… bisogna diffondere la consapevolezza che così non si può andare avanti ;)
Noi come Voi… cerchiamo di farlo con il sito/blog… e non solo