INTERGEN e la Cogenerazione: Piu’ Efficienza, Minori Costi di Produzione

Scritto da Ing. Mirko Paglia in Energia, Energie rinnovabili, Green Business Italia, News

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Pubblicato il giorno 18 aprile 2014 - Nessun commento



   


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Per cogenerazione si intende la produzione combinata di forme di energia secondaria, come elettricità e calore, partendo da una stessa fonte di energia primaria. Attraverso la cogenerazione si può incrementare l’efficienza energetica e attuare un risparmio significativo di energia primaria immessa, rispetto alla produzione separata.

Per addentrarci meglio nell’ambito della cogenerazione e delle sue potenzialità abbiamo consultato Intergen, divisione energia del Gruppo IML, specializzata nella progettazione e realizzazione di gruppi elettrogeni e impianti di cogenerazione a biogas e gas naturale. Nello specifico ci rivolgiamo ora direttamente a Nicolò Cariboni, Direttore Generale di Intergen.

Intergen è un’azienda che si pone nel mercato della produzione di energia attraverso la cogenerazione. Ma perchè scegliere la cogenerazione? E’ così conveniente? E’ “compresa” (nel senso valutata positivamente) in Italia?

Nicolò Cariboni: La cogenerazione consente di ottimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche, riducendo i costi di produzione e rendendo più competitivi i prodotti dei nostri Clienti. E’ un mercato in forte crescita: ad oggi sono più di 250mila le imprese in Italia coinvolte nella domanda per investimenti nell’efficienza energetica. Molto spesso, infatti, gli approvvigionamenti di fonti energetiche per le aziende italiane rappresentano la seconda o la terza voce di costo, con un’incidenza nei costi di produzione anche del 40% – come ad esempio per il settore cartario – o del 30%, come nell’industria della ceramica.

Una centrale di cogenerazione consente di risparmiare fino al 40% nell’utilizzo delle fonti primarie di energia e al contempo consente una minore dispersione delle stesse, un maggior rendimento della combustione attraverso l’uso di tecnologie più efficienti, una riduzione di eventuali ridondanze impiantistiche,  con conseguente miglioramento dell’ efficienza e dell’affidabilità e sicurezza di fornitura, perché producendo energia in prossimità del punto di utilizzo, si può sopperire alle interruzioni dell’erogazione di energia, evitando eventuali arresti della produzione.

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Si comprende molto bene, dai fatti esposti, il grande vantaggio di un impianto di questo tipo e la sua convenienza. E’ chiaro però, proprio a causa della sua dualità (calore ed elettricità), non è sempre adatto a tutti i settori. Ci può indicare, a grandi linee, qual è il comparto industriale che ottiene il massimo beneficio (pay-back)?

Nicolò Cariboni: Come Intergen abbiamo avuto buoni risultati soprattutto per la cogenerazione ad alto rendimento in tutti i settori con processi industriali particolarmente energivori quali, ad esempio: alimentare, lavorazione della carta e packaging in plastica, ceramifici, infrastrutture di telecomunicazione e aziende ospedaliere. Stiamo riscontrando, in particolare, un notevole successo nella cogenerazione ad alto rendimento che sfrutta il gas naturale. A seguito della modifica degli incentivi previsti per il biogas, infatti, si è verificata una forte contrazione di questo mercato e noi, già nel 2012, prevedendo questo trend, abbiamo iniziato a lavorare principalmente con grandi realtà industriali che possano trovare nella cogenerazione un valido investimento. Si tratta di un mercato sano che consente la grid parity. Un imprenditore che decide di investire in un impianto di cogenerazione ad alto rendimento ha un pay back medio che, nella maggior parte dei casi, è di circa due anni.

Questo è uno dei motivi principali che porta il sistema creditizio a finanziare questa tipologia di impianti, a prescindere dalla presenza di un sistema di incentivazione. Più del 90% del business di Intergen dell’anno scorso è derivato da centrali di cogenerazione alimentate a gas metano, settore di cui deteniamo oltre il 30% del market share per l’Italia. Con oltre 25 anni di esperienza e con all’attivo 195MW installati, 170 impianti realizzati e circa 50 milioni di euro di fatturato annui, siamo tra le maggiori realtà nazionali per la progettazione e realizzazione di gruppi elettrogeni e impianti di cogenerazione chiavi in mano a biogas e gas metano.

Parliamo di grande cogenerazione, avete qualche caso studio su grande scala (ad esempio un comune) ci può illustrare, anche attraverso grafici, la convenienza di questo genere d’impianto (costo dell’energia elettrica e termica)?

Nicolò Cariboni: Tra le realtà più grandi possiamo annoverare l’impianto di cogenerazione per la produzione di energia e calore dell’Ospedale San Raffaele con una potenza complessiva di 12.000 kWe e dell’Ospedale Niguarda con un impianto da 16.000 kWe. Sia in ambito industriale che in ambito civile le realizzazioni si stanno orientando verso recuperi di calore sempre più vantaggiosi, con l’obiettivo di massimizzare i recuperi del calore prodotto dal processo di generazione. Ciò consente importanti vantaggi, quali: spegnimento delle caldaie o dei gruppi frigo principali o parzializzazione degli stessi con notevoli risparmi di consumo. Oltre al risparmio di energia e nei costi della bolletta, si aggiungono i riconoscimenti dal GSE con i certificati bianchi per 10 anni con ricavi in taluni casi anche tali da ridurre drasticamente o annullare del tutto il costo di manutenzione dell’impianto.

Passiamo al problema ecologico. La cogenerazione con metano tradizionale può essere vantaggiosa per l’ambiente? Ci può dare qualche dato?

Nicolò Cariboni: Oltre ai già citati vantaggi economici ed energetici, la cogenerazione presenta anche benefici ecologici a tutela dell’ambiente. Il processo, infatti, consente una riduzione dell’inquinamento atmosferico grazie alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e di prodotti inquinanti e alla sostituzione di modalità di produzione di calore poco efficienti (riduzione emissioni NOx e CO). A ciò si aggiunge una minore dipendenza dalle fonti di energia fossile.

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Leggo dal Vostro sito dell’interesse verso le agroenergie. Ci può spiegare meglio cosa intendete?

Nicolò Cariboni: Per fonti rinnovabili e agroenergie intendiamo quello che è più comunemente conosciuto come biogas. Ovvero una miscela di vari tipi di gas, di cui il metano costituisce il componente principale con una percentuale variabile tra il 50 e l’80%, a seconda della modalità di produzione. L’installazione di impianti a biogas trova applicazione nell’industria agroalimentare (come aziende di prodotti agricoli) e agrozootecnica (macelli e impianti di lavorazione della carne o in allevamenti suini e bovini), ma anche per le aziende operanti nella gestione dei rifiuti (biogas da FORSU) e aziende farmaceutiche, dove si utilizza la digestione anaerobica dei rifiuti organici industriali. La nostra gamma nel settore prevede un ampio range di potenze elettriche con particolare riferimento alle taglie incentivate dalle vigenti normative in materia. Le soluzioni che proponiamo sono complete di tutto quanto necessario alla valorizzazione del biogas: dal sistema di trattamento e compressione, alla trasformazione e trasporto dell’energia elettrica prodotta.

Sviluppare gas metano non puro, non trattato, non comporta gravi danni alle macchine cogenerative accorciandone la vita?

Nicolò Cariboni: Oltre alle esperienze effettuate con alimentazione a gas metano abbiamo progettato e installato numerose soluzioni alimentate a biogas di origine vegetale, biogas da discarica e recentemente con l’avvento della raccolta differenziata, con biogas da FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano). Tali gas possono essere comunemente usati come combustibile nei motori a gas opportunamente settati, rispettando i vincoli di composizione e caratteristiche del gas prescritti dal costruttore del motore. Al fine di eliminare determinati componenti, opportune sezioni di filtrazione e purificazione devono essere previste a monte dei punti di alimentazione del gas al motore. In tali impianti il contenuto di metano è monitorato dal controllore del motore al fine del rispetto delle performance attese di potenza e rendimento.

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Credo che un’ultima domanda “concreta” sia di dovere… Ma quanto “dura” un impianto di cogenerazione e quanto costa la sua manutenzione?

Nicolò Cariboni: In termini generali un motore a gas sottoposto a regolare manutenzione prevede, da piano di manutenzione, una grande revisione intorno alle 60.000 ore di funzionamento. Nel caso di motori MWM, di cui Intergen è distributore esclusivo per l’Italia dal 1986, questa fase manutentiva avviene a 64.000 ore o 80.000 ore per i motori di taglia maggiore. La grande revisione consiste in un rifacimento quasi completo dei componenti del motore sia per le parti alte (camicie e cilindri) che per la parte bassa (cuscinetti di banco e bielle). Dopo tale manutenzione, la macchina ha un nuovo ciclo di vita di altre 64.000 ore ed è definita “like new – come nuova”.

Come Intergen, garantiamo un servizio di manutenzione con un team di oltre 30 tecnici operativi su tutto il territorio nazionale 24 ore su 24 – 365 giorni all’anno: Inoltre, la maggior parte dei nostri impianti sono dotati di controlo remoto, che permette alla struttura di Intergen interventi più rapidi ed efficienti. L’After Sales e la continuità di rapporto con i nostri clienti sono un punto centrale delle attività di Intergen: abbiamo oltre 100 impianti sotto contratto di Service e garantiamo, anche grazie alla nostra rappresentanza motoristica di MWM, il massimo delle performance durante tutta la vita dell’impianto.

Nicolò Cariboni Direttore Generale di Intergen

Nicolò Cariboni Direttore Generale di Intergen



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Informazioni sull'autore: Ing. Mirko Paglia

Ama definirsi #ECOIngegnere. Laureato presso il Politecnico di Milano in ingegneria Edile – Architettura, Mirko Paglia ha fatto le sue prime esperienze nell'edilizia nella piccola impresa del padre come apprendista muratore. Con tale pratica è riuscito a concretizzare, con ottimi risultati, la mentalità ingegneristica acquisita durante gli anni di studio. Sensibile ambientalista e profondo conoscitore della solidarietà cristiana, si è formato negli ambienti dedicati all''efficienza e risparmio energetico. Il suo impegno è improntato a formare imprese e comunità verso un vivere compatibile con l'ambiente. Vede la sostenibilità come l'“atto d'altruismo verso le generazioni future”.

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