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Queste reti sciolte continuano a catturare gli animali marini che ne rimangono impigliati e muoiono. Grandi popolazioni di animali marini con i cicli riproduttivi più lunghi come gli squali, delfini, balene e tartarughe marine, sono purtroppo i più colpiti. Anche una volta che le reti cadono nel suolo marino e iniziano a degradarsi, contribuiscono ad incrementare l’inquinamento di plastica che affligge l’oceano.
E’ Ora di Cambiare!
Uno studente di ingegneria spagnolo, Alejandro Plasencia, ha pensato proprio di riprogettare le reti da pesca, con un design che potrebbe porre fine alla piaga delle reti fantasma. Il cosiddetto sistema Remora, è costituito da una rete biodegradabile dotata di Radio Frequency Identification (RFID), un lettore RFID e un app smartphone.
Il sistema consentirebbe al pescatore di individuare e potenzialmente recuperare le reti perdute in modo che possano essere riparate e riutilizzate invece di essere gettate in mare. Se il pescatore non è in grado di recuperarle, si possono dichiarare perse e informare le ONG con le informazioni di localizzazione in modo che possano recuperarle. Se il recupero non fosse possibile, le reti che sono fatte di un polimero con un additivo chiamato d2w che aiuta il loro degrado in modo ecologicamente responsabile, non contribuiranno all’inquinamento di plastica nell’oceano che molti animali, i più piccoli, confondono con il cibo.
“La rete fantasma e i fenomeni d’inquinamento minacciano la vita di molte popolazioni marine, si tratta di un problema sicuramente grave, per cui eravamo ampiamente interessati a risolverlo ed affrontarlo”, ha detto Plasencia.
Il sistema Remora è stato finalista per quest’anno ai global James Dyson Foundation Award ed è stato il vincitore nazionale del premio Spagnolo.
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