Indagare nel sottosuolo per conoscere meglio l’acqua che beviamo

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Indagare nel sottosuolo per conoscere meglio l’acqua che beviamo

Pubblicato il giorno 20 novembre 2015 - Nessun commento



   


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Un triangolo tra Milano, Roma e l’Ontario, in Canada, per indagare l’acqua del sottosuolo e ricostruire la “storia” dell’acqua che beviamo, così da rendere ancora più efficiente ed efficace la gestione del servizio idrico. Sono gli obiettivi del progetto avviato in collaborazione con Sapienza di Roma e l’Università di Waterloo in Canada dal Gruppo CAP, e che entro pochi mesi restituirà all’azienda idrica milanese la carta di identità più completa ed evoluta della falda sotterranea, ricostruita basandosi sulle analisi isotopiche.

Per il Gruppo CAP si tratta di un’implementazione fortemente innovativa del PIA, il Piano Infrastrutturale degli Acquedotti già varato dall’azienda. “Conoscere i percorsi sotterranei non è soltanto una curiosità scientifica, ma uno strumento pratico per una gestione industriale più efficace ed efficiente, tanto più oggi che la falda risulta minacciata dalla pressione antropica, in grado di trasportare potenziali inquinanti nel sottosuolo, e da una riduzione della disponibilità legata ai cambiamenti climatici”, spiega il presidente Alessandro Russo.

Indagare nel sottosuolo per conoscere meglio l’acqua che beviamo

Per esaminare il movimento delle acque sotterranee, la ricerca si basa sulle analisi isotopiche, sia della molecola d’acqua che dei composti disciolti in acqua, come nitrati e solfati ad esempio. Infatti, ogni composto chimico include tra i milioni di molecole, alcune molecole “differenti”, composte ad esempio da idrogeno o ossigeno più pesanti perché corrispondenti ad atomi contenenti un neutrone in più. Il rapporto tra isotopi leggeri e pesanti è differente a seconda della provenienza, della storia e del percorso delle acque sotterranee, consentendoci quindi di distinguere tra le diverse acque sotterranee, anche se hanno la stessa composizione chimica.

Il progetto, a cui stanno lavorando i geologi del Gruppo CAP insieme con il Dipartimento di Scienze della Terra  della Sapienza di Roma e i ricercatori dell’Università di Waterloo (Canada), è ormai in fase avanzata e rientra nel programma CAP 21 – Impegni di sostenibilità, lanciato dall’azienda idrica a pochi giorni dall’avvio di COP 21, la Conferenza sul clima che si svolgerà a Parigi in dicembre, per raccogliere la sfida del Climate Change mettendo in atto 21 azioni concrete di sostenibilità. I 21  impegni si riassumono in sette grandi aree di intervento del programma CAP21: #Acquadabere, #Acquadarecuperare, #acquadavalorizzare, #Acquadacostruire, #Acquadarisparmiare, #Acquadainnovare e #Acquadasostenere.



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