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Il progetto è stato elaborato per un concorso internazionale d’idee di architettura organizzato da ElevenMagazinnel più grande lago di acqua dolce del sud-est asiatico, TonleSap Lake, in Cambogia; punto ecologicamente critico, dichiarato “riserva della biosfera” dall’UNESCO nel 1997.
Il fine di tale concorso era quello di apportare un cambiamento radicale in tale zona con una struttura galleggiante per attività mediche, ed allo stesso tempo per attività di ricerca e di educazione ecologica. In natura tutto è organico, pertanto perché un edificio non dovrebbe esserlo?
Uno dei problemi più critici riscontrati dagli studiosi, sono le acque reflue che convogliano nel lago che sommate alla scarsissima educazione ambientale, sviluppano epidemie e precarie condizioni di salute degli abitanti (attualmente sono circa 100.000 le persone che vivono nel lago organizzate in diverse comunità galleggianti).
L’edificio da noi progettato, è una struttura di primo soccorso. Da qui l’idea della morfologia dell’edificio che richiama l’idea di un “riccio” che per sua natura si protegge con il suo guscio e gli aculei, allo stesso modo si cerca di dare protezione e sicurezza allepersone malate.
Una piattaforma in legno è il basamento dell’intero edificio, facilmente spostabile con l’ausilio di una nave. La forma in pianta oltre che facilitare tale manovra, è stata scelta anche per motivi pratici e statici. E’ risaputo, infatti, che una forma arrotondata, a parità di superficie, utilizza meno materiale rispetto ad un edificio rettangolare, e di conseguenza si hanno anche meno superfici in contatto con gli agenti atmosferici.
Sono state pensate due terrazze, su due diversi livelli: una al piano terra con un accesso diretto dal lago e l’altra al primo piano, semi-copertaedaccessibile con una scala in legno.
Al piano principale disposti concentrici rispetto ad un atrio centrale vi sono gli ambulatori per cure primarie e primo soccorso, in cui i medici possono valutare le condizioni del paziente e decidere se trattenerli in questa struttura o, per i casi più gravi, trasferirli in un vero e proprio ospedale attrezzato. Nel medesimo piano è previsto inoltre un laboratorio di ricerca e di analisi.Il piano superiore è rivolto ad area di svago ed utilizzabile come spazio collettivo per incontri educativi e di informazione.
La tipologia “a corte” ha consentito di orientare le stanze in direzione est, sud ed ovest, lasciando a nord la terrazza. Grazie a questa disposizione ogni stanza usufruirà della luce naturale e del calore del sole, temperato dalla copertura soprastante e dal sistema di isolamento naturale (muri: doppio strato di bamboo con riempimento in terracruda).
Le finestre, quasi come ferite sulla pelle dell’edificio, lasciano intravedere il paesaggio mutevole esterno, consentendo alla luce di entrare ma allo stesso tempo lasciando il caldo estivo al di fuori dell’edificio.
Si sono utilizzati solamente materiali naturali (muri in bamboo e terra cruda, copertura in fibra di cocco e struttura in legno), riciclabili(finestre in vetro e botti in plastica) e locali, in primis per far sì che gli stessi abitanti del luogo possano costruire essi stessi l’edificio con le capacità e le tecniche di cui sono in possesso, ed in secondo luogo, tornando ad una delle prime frasi dell’articolo, perché essendo un edificio progettato per stare a diretto contatto con la natura, è di essa che deve esserne fatto.I materiali sono, infatti, completamente riciclabili e possono essere riutilizzati quando la struttura sarà dismessa. La natura diventa edificio per tornare natura nuovamente.
Non solo edificio ecologico ma anche ad alta efficienza energetica.
La forma aerodinamica della copertura è stata studiata per evitare l’effetto “air-planning”, inoltre per la sua conformazione può ospitare pannelli solari e fotovoltaiciche consentono di alimentare l’edificio. Un altro accorgimento è stato quello di predisporre nella piattaforma un deposito per l’acqua piovana, che può essere depurata e/o utilizzata per il wc.
Per il bagno è stato predisposto l’HandyPod System, un sistema innovativo che utilizzando piante acquatiche, isola e tratta le acque reflue in modo efficiente e completamente naturale mantenendo l’acqua pulita e salubre.
L’edificio risulta a questo modo ecologico e passivo, autosostenendosi e non risultando invasivo per la natura circostante, creando un rapporto univoco e armonico tra ambiente naturale e ambiente costruito.
Progetto a cura di:
Elena Pasini, SchneeflockeArkitect, architetto laureata al Politecnico di Milano. Ha seguito diversi corsi sulla progettazione ad alta efficienza energetica presso il Klimahaus a Bolzano. Attualmente lavora e risiede a Zurigo ed è editrice del blog HomeTreeHome che tratta il tema delle case sugli alberi.
Andrea Patrignani, geometra. Da diversi anni collabora con aziende nella provincia di Urbino attivi nel settore delle nuove costruzioni e riqualificazioni energetiche. L’interesse per il design e la sensibilità verso il riciclo l’hanno portato a creare oggetti di design come il LampaSnow. (https://www.etsy.com/it/listing/258106984/lampadario-chandelier-sospeso-tavola)
Tutti i diritti sono riservati, per successive pubblicazioni si prega di contattare gli autori del progetto stesso.
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