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In relazione all’aumento del numero di città che già hanno superato i livelli di allerta per le polveri sottili nell’aria, Liquigas, società leader in Italia nella distribuzione di GPL e GNL per uso domestico, commerciale e industriale, rinnova l’invito ad affrontare il problema e sottolinea il proprio sostegno nei confronti di iniziative volte a contenere l’inquinamento da riscaldamento e a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni, in particolare attraverso la sostituzione degli impianti obsoleti.
Nonostante i numerosi passi avanti fatti in questo senso dal nostro Paese, ad esempio attraverso il rafforzamento degli incentivi a sostegno dell’efficienza energetica riconfermato nella legge di Bilancio, ancora molto deve essere fatto per raggiungere l’obiettivo di una diminuzione delle emissioni nocive da riscaldamento domestico, attraverso l’adozione di tecnologie e fonti in grado di salvaguardare la qualità dell’aria nelle città italiane e di conseguenza la salute dei cittadini.
L’edizione 2016 del report Air Quality in Europe dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, di fresca pubblicazione, ribadisce infatti come le emissioni di sostanze inquinanti, in particolare di particolato fine, rappresentino un grave rischio per la salute pubblica con un considerevole impatto sociale ed economico sui conti del Sistema Sanitario. Già lo studio Gli impatti energetici e ambientali dei combustibili nel settore residenziale condotto nel 2015 da ENEA aveva dimostrato come il riscaldamento nel settore civile, in particolare in caso di utilizzo di biomassa, contribuisse in maniera maggiore rispetto ad industria e trasporti alle emissioni di particolato fine.
In aggiunta una ricerca condotta da Innovhub – Stazione Sperimentale per l’Industria, intitolata Studio comparativo sulle emissioni di apparecchi a gas, GPL, gasolio e pellet, emerge chiaramente che legna e pellet, anche se certificati ed impiegati in impianti di gamma medio-alta, contribuiscono in maniera significativa all’inquinamento atmosferico. Tale fenomeno interessa non solo gli impianti di vecchia generazione ma anche quelli nuovi e attualmente in commercio. In particolare dallo studio emerge che le emissioni di particolato (PM) generate dalle stufe a pellet sono di due ordini di grandezza superiori rispetto agli impianti a combustibili gassosi, mentre il particolato della legna da ardere è di tre ordini di grandezza superiori. Si va da 23.9 g/GJ a 83.8 g/GJ per le diverse tipologie di pellet e stufa, fino ad arrivare a 254 g7GJ della legna, contro valori trascurabili di gas naturale e GPL (< 0.04 g7GJ).
“L’inquinamento dell’aria rappresenta un problema non più rinviabile non solo nelle nostre città, ma anche in zone rurali e montane. Un problema che deve essere affrontato con misure concrete e utili a disincentivare l’utilizzo di fonti energetiche e tecnologie inquinanti” ha dichiarato Andrea Arzà, Amministratore Delegato di Liquigas. “Numerosi e autorevoli studi confermano che le biomasse rappresentano la principale causa di inquinamento da riscaldamento domestico, il comparto che più contribuisce alla cattiva qualità dell’aria. Siamo favorevoli a tutte le iniziative che possono aiutare a contenere le emissioni in ambito civile e quindi migliorare la qualità di vita degli italiani e la loro salute. E rinnoviamo il nostro impegno a fianco delle istituzioni preposte ad agire”.
“Passare dal gasolio al GPL e al GNL – ha spiegato Filippo Bernocchi, delegato ANCI a Energia e Rifiuti – comporterebbe notevoli risparmi economici e al contempo una considerevole diminuzione delle emissioni di poveri sottili. In Italia è necessario intervenire prima di tutto sulle municipalità non servite dalla rete del metano: si tratta di più di 1.300 realtà in cui vivono circa 4 milioni di persone. Lasciare ai Comuni la possibilità d’intervento in questo campo favorirebbe lo sviluppo del GPL e del GNL, fonti che possono contribuire in maniera decisiva al raggiungimento dell’obiettivo UE di riduzione delle emissioni di CO2 del 20% entro il 2020 e del 40% entro il 2030; GPL e GNL consentono inoltre di ridurre in modo drastico la presenza nell’aria di polveri sottili, PM10 e PM2,5, con benefici ambientali, sociali e sanitari di assoluto rilievo”.
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