Fotovoltaico a Concentrazione: Un Nuovo Chip Made in Italy

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Energia, Energie rinnovabili, News

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Pubblicato il giorno 29 gennaio 2012 - 4 commenti



   


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da Nova

Una cascina appena ristrutturata fuori Piacenza, a casino Mandelli. Classica architettura lombarda di due secoli fa. Ma dentro 15 ricercatori lavorano nelle “clean room” e su macchine di frontiera a un obiettivo ambizioso. Entro due-tre anni produrre chip fotovoltaici da record, capaci di trasformare il 45% della luce solare ricevuta in corrente elettrica (oggi un pannello fotovoltaico standard arriva al 18%). E’ soprattutto lavorare su luce concentrata pari a 500 o persino mille soli equivalenti.

Fotovoltaico a Concentrazione Made in Italy

E’ l’anima dell’investimento avviato lo scorso novembre da RSE, Ricerca di sistema energetico, il centro pubblico (ex Cesi-ricerca) controllato dal GSE, e dedicato agli studi a lungo termine sulle frontiere dell’energia. “Il nuovo laboratorio di Piacenza fa parte di un progetto europeo Apollon, che ormai due anni – spiega Stefano Basseghini, amministratore delegato di RSE -. E’ un programma con 16 partner e da 12 milioni di euro su 5 anni di cui RSE è il coordinatore. L’obiettivo è sviluppare sistemi fotovoltaici a concentrazione e ad alta efficienza a costi competitivi con pannelli fotovoltaici tradizionali. E aprire anche una nuova partita industriale, europea, su un fotovoltaico ormai dominato dalle produzioni cinesi.”

Di che si tratta è presto detto: i chip solari prodotti a Piacenza sono piastrine translucide di due millimetri quadrati. Piccolissime. Ma sopra di loro sistemi ottici a lenti e specchi concentrandola radiazione solare mille volte. La dissipazione del calore deve essere perfetta. E il supporto deve muoversi con precisione sull’allineamento al sole, non superando scostamenti di due gradi. In queste condizioni il sistema a concentrazione può produrre energia elettrica, per ogni chip solare, con un rapporto pari a sette metri quadri di pannelli fotovoltaici tradizionali. “Con un risparmio di spazio, alta produttività solare e insensibilità alle variazioni di temperatura tali da rendere questa tecnologia molto allettante – spiega Besseghini – soprattutto per chi vuole produrre energia da rinnovabili su vasta scala, come imprese o utilities”.

Superare il Record di Efficienza Attuali

C’è però un problema di costi. Nei primi due anni Apollon ha lavorato sull’ottimizzazione delle tecnologie esistenti (micro-solari, ottiche, meccanica di precisione). “Ora però si tratta di andare oltre, fino a raggiungere l’obiettivo di due euro per watt, dai sette-otto attuali. A quella soglia il fotovoltaico a concentrazione comincerà a “mordere” sul mercato”, prevede Besseghini.

Nelle camere bianche di Piacenza i ricercatori lavoreranno, su una macchina di frontiera, alla deposizione sovrapposta di multipli strati di differenti materiali (a base di Indio, Gallio, Arsenico, Germanio e Silicio) capaci di catturare fotoni da tutte le principali frequenze della luce solare e trasformarli in elettroni. Obiettivo: superare il record di efficienza di queste celle solari multistrato (oggi al 35% in produzione e 42% in laboratorio) fino a raggiungere il 45%%.

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4 commenti

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  1. Molto interessante vorrei avere piu’ informazioni sul chip se e possiile una scheda tecnica con le carateristiche . Stiamo lavorando ad una centrale a concentrazione gia’ brevettata e al momento usiamo i chip della EMCORE se esiste qualcosa di simile in italia va molto meglio. Un saluto dalla Bulgaria.

  2. Incredibile come si sta evolvendo la tecnologia.

  3. Per il recupero, riciclaggio delle terre rare, consiglio di vedere questo video http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=MCWNdLRsPRg

  4. Faccio parte del Comitato Antinucleare Garigliano e mi capita spesso di dialogare con persone che sono contrarie ai pannelli solari in quanto contenenti materiali inquinanti.
    Potete immaginare come questo venga addotto ad argomento per mettere in miglior luce il nucleare, quindi chiedo, non avendo trovato nulla, per ora, in rete:
    - quanto arsenico c’è in ogni metro quadro di pannelli solari?
    - di quanto si sta riducendo il suo utilizzo e per quando si può ipotizzare l’abolizione del suo utilizzo?
    - come viene smaltito e quanto costa farlo?
    Vado spesso a leggere ciò che si scrive su: newclear.it ex forum nucleare italiano (Chicco Testa e banda) e trovo parecchi commenti atti a sminuire il lavoro che si sta facendo con l’impiantare fotovoltaico utilizzando quanto è possibile, per comparare i danni fatti dalla produzione di energia da rinnovabile con quelli fatti nell’intera filiera nucleare.
    Ringrazio anticipatamente
    Un abbraccio

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