SUDesign, dove l’unione fra estetica, funzionalità, consapevolezza ambientale, sostenibilità e commercio equo e solidale, può essere davvero notevole e creare un prodotto interessante da tutti i punti di vista. SUDesign nasce dai corsi di Design Industriale dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino e l’Università Iuav di Venezia e dalla collaborazione fra i docenti universitari, studenti della facoltà, gli architetti, designer e artigiani provenienti da un pò tutto il mondo.
Il risultato è una casa dove la natura ha saputo fornire quelle giuste materie prime per complementi e suppellettili prodotti con consapevolezza e riguardo per l’ambiente: in una parola, sostenibili sotto tutti i punti di vista.
Le creazioni (più di 100!) nascono dall’unione di un design moderno con tendenze tradizionali, tenendo presente la funzionalità che devono assumere per la casa.
SUDesign – design per il sud del mondo
“..un bastoncino di bambù. Bellissimo e flessibile, lungo circa un metro”… “ogni dieci centimetri circa aveva un nodo e all’ultimo nodo in alto aveva legato una cordicella. Era una frusta”..“Se legavo questa estremità della cordicella alla estremità in basso del bastoncino di bambù, questo, diventava un buon arco sufficientemente flessibile per lanciare le frecce”..”potevo slegare di nuovo la cordicella e attaccarle un amo per andare a pescare. Potevo togliere la funicella e avevo così un bastoncino da passeggio che mi serviva per toccare e muovere qualcosa per terra, come una prolunga di un mio dito.” (Bruno Munari, Giochi e grafica, catalogo della mostra omonima, 1990).
SUDesign – design per il sud del mondo
La natura fornisce da sempre ad artigiani e designer la materia prima per sperimentare nuove forme e soddisfare bisogni funzionali ed estetici. Riuscire a cogliere le caratteristiche tecniche e le potenzialità di un materiale naturale ci spinge ad indagare nuove possibilità compositive e progettuali. E’ solo toccando con mano, segando, tagliando, piallando ed incollando che ci avviciniamo piano piano alla nostra idea di progetto, accorgendoci che in fondo la forma era già contenuta tutta nel materiale, come se la natura sapesse già cosa avevamo in mente. Gli studenti approcciando i diversi materiali naturali come il bambù, il midollino, la juta hanno sperimentato le varie possibilità che questi offrono sia dal punto di vista della lavorabilità, sia della loro capacità di essere trasformati in oggetti delle più svariate categorie merceologiche. I progetti che seguono sono totalmente autoprodotti dagli studenti e dimostrano come le varianti di trasformazione del materiale originario siano pressoché infinite; l’unico limite è rappresentato dalla nostra capacità di comprendere la natura. (Massimo Brignoni)
Un ottimo lavoro!
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