Architettura Sostenibile: Il Tetto Reciproco. Concetto e Applicazione per una Casa Sostenibile e Naturale. Utilizzato in Bioarchitettura e nelle Case Naturali ecco un’Innovazione che viene dal passato

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Bioarchitettura

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Pubblicato il giorno 16 ottobre 2008 - 1 commento



   


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All’inizio di quest’anno mi è stato introdotto il concetto del così  detto “tetto reciproco“. Dopo averlo sentito da un amico, abbiamo navigato in Internet alla ricerca di edifici naturali caratterizzati da questo misterioso disegno. Quando finalmente ne ho visto diversi esempi, me ne sono innamorato immediatamente: si trattava di un tetto del tutto semplice, forte e, soprattutto, bello.

Un tetto reciproco è un struttura auto sostenuta rotonda composta da travi di interblocco che reggono il peso l’uno dell’altro. Composto di pochi travi a vista (in genere tre), un tetto reciproco può includere praticamente qualsiasi numero di travi e calibrare grandi distanze, pur mantenendo la sua integrità. Si richiede un minimo di travi a vista per creare un tetto reciproco. Ogni trave sostiene quello a lui vicino in modo che non si ha bisogno di una struttura interna. Solo l’estremità esterna di ogni fascio di travi richiede un sostegno che sarà normalmente un puntello utilizzato per il muro.

I carichi del tetto reciproco sono quindi trasferiti su tali sostegni che, a loro volta, sostengono tutta la struttura. Le travi possono essere fabbricate in legno, in laminato di legno, in acciaio o in cemento armato. Una struttura per il tetto poco costosa può essere realizzata con i tronchi. Il tetto reciproco a cornice risulta dunque una struttura molto forte e resistente che poggia solo su se stessa e presenta delle caratteristiche uniche.

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Più adatto alle strutture circolari, questo stile di progettazione è incredibilmente forte e le travi sono concentrate su se stesse, piuttosto che diffondersi nello spazio, quando viene applicata una pressione al di sopra di esse. In particolare, si tratta di un metodo di progettazione appropriato per i tetti delle abitazioni, grazie alla sua resistenza. I tetti reciproci sono opere di grande design sostenibile per una ri-progettazione degli edifici.

Non si conosce bene la storia dei tetti reciproci a causa della mancanza di informazioni complete (se si ricerca su Google la voce tetto reciproco, o termini affini, risulterà solo la progettazione di una manciata di edifici, nei casi più fortunati anche qualche minima informazione storica).

Storia a parte, i tetti reciproci sono anche incredibilmente semplici da costruire e molto appropriati per gli imprenditori edili e progettisti che si danno ad un’architettura sostenibile. Sono perfetti per case ed edifici a struttura circolare. In questo ambito si distinguono particolarmente, per la loro fama e per il basso impatto ambientale, le abitazioni di Simon Dale (di cui presto avremo l’intervista) e Tony Wrench dal Galles, due ben noti edifici naturali in Europa.

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C’è una notevole mancanza di informazioni su come costruire tetti reciproci; tuttavia esistono vaste risorse per quanti aspirano ad avere un tetto reciproco. L’opera di Tony Wrench “Building a Low Impact Roundhouse” fornisce istruzioni complete per la costruzione di un tetto cornice reciproco, presentando anche molte foto e schizzi per illustrare il processo. Diverso da quello di Kaki Hunter e Donald Kiffmeyer “Costruire in terra”che parla in un solo suo punto di tetti reciproci: questa è l’unica risorsa pubblicata. E’ una buona fonte di informazioni.

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Di recente, ho avuto il piacere di conoscere una persona che ha realizzato un tetto reciproco per una piccola casa che sta edificando. Ci sono voluti 2 tentativi (solo perché i poli della congiuntura dei pali erano un po’ carenti in termini di diametro), ma il procedimento è stato molto semplice e piacevole.

Questo telaio del tetto reciproco è composto da 28 poli in totale, tagliati a mano direttamente dal bosco, compresi i 14 travicelli primari in legno di carrubo e altri quattordici travicelli secondari che non sono legati alla cornice principale. Infine il tetto verrà coperto con una membrana impermeabile e durerà a vita. In conclusione, mi auguro che anche altri conosceranno e sperimenteranno la semplicità e la bellezza di un tetto reciproco. Si tratta veramente di un design ingegnoso, e perfetto per gli edifici naturali circolari.

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La progettazione di un tetto reciproco è molto interessante. Pochissime informazioni sono disponibili su internet, quindi per noi è stato necessario interpellare un architetto che ha svolto numerosi altri disegni per assisterci. Con le seguenti informazioni vogliamo farvi comprendere il concetto di una struttura reciproca.

Vogliamo anche darvi un’idea di alcuni dei requisiti di progettazione che devono essere soddisfatti. Alcune di queste informazioni si basano sugli articoli ricevuti da parte della Dr.ssa Olga Popovic della Scuola di Architettura presso l’Università di Nottingham, Nottingham, Regno Unito. In particolare: Reciprocal Frame 3-Dimensional Grillage Structures Autori: J. C. Chilton, B.S. Choo, O. Popovic. Questo disegno illustra un quadro di reciprocità progettato con tre travi. I seguenti parametri definiscono la struttura:

  1. il numero di travi (n);
  2. il raggio attraverso i supporti esterni (ro) ;
  3. il raggio attraverso i punti di intersezione dei travi (RI);
  4. la crescita verticale dai supporti esterni ai punti di intersezione del trave (H);
  5. la spaziatura verticale dai punti centrali delle travi ai loro punti di intersezione (H2);
  6. la lunghezza delle travi sulla pendenza (L).

Si può notare che si sono formati due poligoni. Il poligono interno è costituito dall’intersezione delle travi e quello esterno da parte finale dei travi. Il numero di lati del poligono è pari al numero dei travi utilizzati. I parametri ro, RI e H sono specificati come requisiti di progettazione. Questi dipendono sia da fattori strutturali sia da fattori architettonici. I restanti parametri di definizione possono essere calcolati come mostra la figura.

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Questa casa sosteniblie è stata progettata per essere (e funziona bene come tale) una semplice casa sostenibile per due lavoratori in una fattoria a conduzione comune. Vivere senza auto, guadagnarsi da vivere con il guadagno proveniente dalla musica o dai prodotti della terra, utilizzare il legno per la produzione di calore, l’acqua dal pozzo e di montagna e l’energia prodotta dalle cellule fotovoltaiche collegate ad una batteria. L’edificio è fornito di un magazzino per il compost ottenuto da rifiuti solidi e un canale sotterraneo raccogliere l’acqua del lavabo e della vasca da bagno.

Il progetto è basato sulle case circolari celtiche, delle quali esistono ricostruzioni a 5Km di distanza e tracce sulla montagna alle nostre spalle. Alcuni aspetti della progettazione delle case circolari si devono anche ai Miwok, Pomo e Mandan, popoli del nord America – in particolare il tappeto erboso con cui è coperto il tetto, realizzato anche con 150 balle di paglia, come isolamento, piuttosto che con una grande quantità (40cm) di aghi di pino.

L’idea delle pareti realizzate con un intreccio di corde e tutoli è venuta dai primi coloni svedesi in America del Nord, menzionati da Ken Kern nel suo libro The Owner-Built Home. Il tetto in membrana di gomma, il design del tetto reciproco per i travicelli e i doppi vetri alle finestre sono tutte invenzioni più recenti. Tutti i dettagli della costruzione li potete trovare nel libro Building a Low Impact Roundhouse.

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Le domande più frequenti che possono riguardare questa casa sostenibile sono:

  • Quanto tempo è servito per costruirla?

Il legno per le pareti e per il tetto proviene da alberi tagliati da una silvicoltura certificata; ed è stato acquistato nelle vicinanze del sito dove è stata realizzata la casa in tutoli. Abbiamo trascorso un inverno – circa 4 mesi – a tagliare questi alberi, a dargli le dimensioni appropriate e ad accatastarli, con l’aiuto di 2 lavoratori in aziende biologiche. Il secondo inverno, 1997-1998, abbiamo costruito la casa impiegando altri 4 mesi, lavorandoci solitamente in 2 persone, ma a volte in gruppo, soprattutto sul tetto, per giorni interi.

  • Quanto è costata?

L’elemento più costoso è stato il singolo foglio di gomma che costituisce la membrana impermeabile del tetto, il cui costo è stato di € 500. Il successivo è stato la stufa a legna unita alla con caldaia: € 350. Poi l’impianto elettrico, il trasporto del legno, le finestre, ecc, per un totale di € 2500! Man mano che si pagava per i singoli elementi, si procedeva nel lavoro, perché non volevamo contrarre debiti.

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  1. Bello, interessante nn capisco perché non lo riproponiamo con materiali innovativi, sviluppando maggiormente il concetto

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