Bambini nella Natura: L’Istinto dell’Azione Umana Contro gli Schemi Rigidi, Programmati e Soprattutto “Domestici”. Una Riflessione Unica che Riguarda il Futuro della Salute dei Nostri Figli nelle Città

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Lifestyle

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Pubblicato il giorno 19 dicembre 2008 - Nessun commento



   


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di Francesca Bianchetti

Al giorno d’oggi è facile osservare sempre più bambini sepolti vivi nell’asfalto delle grandi città, assordati e frastornati dal rombo dei motori delle auto, dallo squillare insistente dei cellulari e tenuti al guinzaglio per il timore del traffico. Di contro, è sempre più difficile trovare bambini che possano giocare liberamente nella natura, assaporare il vento, i profumi della primavera, dell’estate, dell’autunno e dell’inverno, riconoscerne i colori ed i suoni, osservare la brina che si posa sui campi e scoprire tutti i piccoli animali che vivono attorno a noi in armonia con l’ambiente.

Questa lontananza forzata dalla natura crea, inoltre, un pericoloso circolo vizioso, infatti siamo talmente abituati a vivere al chiuso (casa, scuola, palestra, cinema…) che ci chiudiamo sempre di più. Soprattutto nei mesi freddi le madri imbacuccano i loro bambini come se fossero piccoli astronauti in spedizione nello spazio e li strattonano velocemente dall’uscio di casa all’abitacolo dell’auto perché “fa troppo freddo per camminare fino a scuola”, “è troppo umido per soffermarsi in cortile”, “c’è troppo vento per fare una corsa al parco”, “c’è troppo fango per giocare nelle pozzanghere”.

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Eppure i nostri bambini sono fatti di vento, di pioggia, di neve, di acqua, di pozzanghere infangate, di giornate uggiose poiché sono frutto della natura e la possiedono dentro di sé. La vita all’aperto regala tanto, ma purtroppo non ce lo ricordiamo più. Un tempo mio nonno percorreva sei chilometri al giorno per recarsi a scuola, tre all’andata e tre al ritorno. D’inverno nevicava e lui doveva percorrere i campi che lo separavano dall’edificio scolastico mentre le sue gambette affondavano nella neve fino al ginocchio. Non c’era sua madre ad accompagnarlo a scuola in auto perché un auto non l’avevano e, di certo, la mia bisnonna aveva altre faccende da sbrigare e riteneva che mio nonno fosse abbastanza forte ed abbastanza in gamba da raggiungere la sua aula da solo. In effetti forte lo era e lo è stato per tutta la vita.

Non ha mai vissuto “al chiuso”, eppure è cresciuto lo stesso e, forse, si è ammalato molto meno di quanto non si ammalino i bambini di oggi! Certo, nella sua vita c’erano altri problemi e, di certo, non è idealizzando le epoche passate che si aiuta il nostro presente, tanto più che non bisogna scordarsi che ogni epoca ha avuto le sue “magagne”. Tuttavia, fra i diversi problemi che affliggono i giorni nostri è lecito annoverare la perdita del contatto con la natura. Un bambino che vive nelle grandi città è fortunato se i suoi genitori lo accompagnano un paio di volte in primavera “a fare una scampagnata” ( ma soltanto se c’è un sole splendente e se non tira vento!) e se può “usufruire” di un metro di mare per un periodo di dieci giorni in estate. Poi ci si affretta a sprofondare di nuovo nell’asfalto e a seppellirsi fra le quattro mura siano esse domestiche, scolastiche o sportive in attesa che l’universo si allinei nuovamente per regalarci qualche giornata “perfetta” in cui poter mettere il muso fuori casa.

Ora io mi chiedo, perché tutta questa paura dell’aria aperta? E’ vero, i bambini si ammalano facilmente. Ma non è forse vero che devono ammalarsi per potersi costruire un buon sistema immunitario? Non è forse vero che si ammalano di più al chiuso in un asilo dove i germi possono proliferare indisturbati e “traslocare” da un bambino all’altro? Non è forse vero che la vita all’aria aperta fortifica il corpo e lo spirito? Inoltre sarebbe auspicabile non dimenticare il significato del percorso di crescita che ogni bambino affronta quotidianamente. Crescere non significa soltanto aggiungere centimetri alla propria struttura fisica, ma è soprattutto un processo mentale di ricerca di un proprio equilibrio interiore e di una propria identità personale.

Per percorrere questo cammino ogni bambino ha bisogno di osservare attorno a sé Equilibrio e Bellezza che debbono essere ricercati  in quella particolare autenticità che soltanto la natura può offrire. Per questo motivo io credo che più un bambino è messo in condizioni di osservare e vivere direttamente la natura, maggiore sarà la possibilità che il suo sviluppo fisico e psichico proceda in maniera positiva.

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Certo, se si vive in città può sembrare un obbiettivo irraggiungibile, eppure si tratta soltanto di allenamento ed anche i bambini cittadini possono riscoprire il contatto con la natura. Ovviamente sarebbe auspicabile uscire dalla città appena possibile, magari fare la spesa nelle cascine che si trovano nell’hinterland, oppure prendere l’abitudine di visitare i parchi naturali, le oasi del WWF, recarsi a trovare la nonna che vive in cascina o  quella coppia di amici che ha le galline… le occasioni di evasione dall’asfalto sono molteplici, basta cercarle!

Ma anche in città alcune abitudini possono essere modificate. Per prima cosa bisognerebbe domandarsi “Ma questa settimana mi serve proprio l’auto?” “Posso recarmi al lavoro con i mezzi, accompagnare mio figlio a piedi? Posso farlo almeno in alcune occasioni? posso tentare?” Se almeno una di queste risposte è SI’, bene! Parcheggiate la macchina a lasciatela lì più a lungo possibile! Camminate, camminate, camminate! SE c’è n’è l’occasione cambiate tragitto e, invece di girare intorno all’isolato per raggiungere la vostra meta, attraversate il parco, senza preoccuparvi se ha piovuto ed è pieno di fango perché anche nel fango c’è la vita e dal fango si possono imparare un sacco di cose! Basterà dotarsi di stivali e magari mettere davanti alla porta di casa uno zerbino nuovo ed insegnare ai bambini a pulirsi bene le scarpe prima di entrare, se piove meglio uno spesso impermeabile dell’ombrello: lascia le manine (e le manone) libere e la pioggia che ci accarezza ci riempie di emozioni inattese! Se nevica quale occasione migliore per stare all’aperto! Cosa c’è di più magico di un tuffo in un mondo bianco in cui il tempo pare fermarsi?

Spesso capita che i genitori di città chiudano i figli in casa perché tanto di natura in città non ce n’è, non è vero! Ogni parchetto, anche il più scalcinato, è ricco di vita ed è un piccolo microcosmo da osservare! E’ sempre possibile imbattersi in qualche piccolo formicaio, qualche uccellino, una lumachina, un fiore fra l’erba, una cavalletta, una coccinella…ogni elemento è prezioso e può insegnare a noi e ai nostri bambini tantissimo! Basta non essere ciechi e cogliere ogni scoperta con il dovuto entusiasmo. Insegnamo ai nostri bambini a “sentire” la natura, a scorgerla in ogni anfratto cittadino e, così facendo, a sentire se stessi.

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E’ anche possibile portarsi a casa un po’ di natura e ricercare anche fra le quattro mura domestiche il contatto con gli Elementi. Perché non adottare un amico a quattro zampe che sarà un ottimo compagno di giochi e di vita per noi e per i nostri cuccioli d’uomo e ci “obbligherà” ad uscire più spesso. In balcone possiamo coltivare un piccolo orto da curare con passione, magari ospitando anche quelle piante tanto amate dalle coccinelle che oltre ad intrattenerci aiuteranno il nostro piccolo giardino a vivere una vita migliore senza antiparassitari chimici! E perché non istallare a ridosso del muro della nostra terrazza un nido per rondini o, perché no, per gli utilissimi pipistrelli? La Lipu ne vende di diversi tipi a costi contenuti! Quale spettacolo migliore possiamo offrire a noi stessi e ai nostri bambini di una rondine a primavera? Le occasioni sono tante, le possibilità molteplici, le strade diverse…basta cambiare noi stessi e prepararci ad accogliere  e ad ascoltare la natura che esiste attorno a noi e dentro di noi!

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