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“I metodi di fabbricazione apparentemente innovativi sull’utilizzo di materiali e risorse energetiche sono allarmanti e devono essere analizzati e affrontati parallelamente con il problema economico al fine di migliorare la sostenibilità a partire proprio dai prodotti fabbricati con questi metodi” , continua Gutowksi, spiegando a quale conclusione è arrivato lo studio recentemente pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology (ES & T). Gutowksi spiega che gli industriali ancora sono tradizionalmente più preoccupati per fattori quali il prezzo, la qualità, o il tempo e il ciclo di produzione e non sull’efficienza energetica dei processi di produzione in uso.
I pannelli fotovoltaici sono un buon esempio. La loro produzione, che utilizza gli stessi processi di fabbricazione dei microchip, ma su larga scala, sta peggiorando di qualità in modo drammatico. L’intrinseca inefficienza degli attuali metodi di fabbricazione dei pannelli fotovoltaici ridurrebbero drasticamente il loro bilancio energetico del ciclo di vita. Questo bilancio è dato dal rapporto tra l’energia che è servita per realizzare il pannello e quella accumulata lungo la sua durata di vita utile.
Il nuovo studio è solo “il primo passo per puntare a cambiare le cose”, spiega Gutowski “comprendere quali processi siano più inefficienti e quali avrebbero bisogno di ulteriori ricerche per utilizzare meno energia o alternative. Ad esempio, molti dei più recenti processi di produzione coinvolgerebbero trattamenti al vapore, che di solito è molto meno efficiente di utilizzare fasi liquide per il fissaggio (come ad esempio il fissaggio di rivestimenti), ma la trasformazione del processo attraverso pratiche alternative sarebbe davvero interessante.
Ci sono stati alcuni limiti sui processi studiati. I ricercatori infatti non hanno potuto analizzare la produzione di prodotti farmaceutici o petroliferi, o meglio hanno puntato soprattutto in primo luogo a studiare processi industriali che considerassero l’elettricità come fonte di energia primaria. La linea di fondo è che “i nuovi processi utilizzano grandi quantità di materiali e di energia poiché alcuni di questi processi sono del tutto nuovi e quindi richiederanno del tempo per essere ottimizzati e migliorati nel corso del tempo”. E come stanno le cose adesso, nel corso degli ultimi decenni, dai vecchi ai nuovi metodi di produzione fino ad arrivare alle moderne industrie dei semiconduttori, MEMS e nanomateriali, per un determinato quantitativo di produzione “abbiamo aumentato il nostro consumo di energia e di materiali da tre a sei ordini di grandezza “.
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