Questi minirobot sono un progetto piuttosto rivoluzionario, ritenendo che essi possano contare su tutto ciò di cui è necessario per raccogliere dati e inviarli utilizzando un unico circuito. Questi nuovi microbots utilizza un semplice adesivo conduttivo per collegare i diversi componenti grazie ad un loro doppio circuito flessibile stampato con le ultimissime tecnologie di stampa si superficie. Il circuito viene poi piegato in tre parti e avvolto intorno all’ASIC (application-specific integrated circuit). Sulla parte superiore una cella solare produce energia per il robot fornenedo 3,6 V per l’unità, il che è sufficiente per ogni sua “passeggiata”. La locomozione è ottenuta tramite tre gambe vibranti, mentre una quarta gamba è usata come sensore di superficie.
Mentre l’uso di un microbot solamente non dice alcunché, per un folto gruppo di questi mini-dispositivi si è in grado di stabilire un comportamento di sciame più complesso e utile. Inoltre i computer che ricevono i dati da tutti questi dispositivi rendono il quadro di ogni loro più applicazione più realistico e complesso. Il progetto dei microrobots ad energia solare si basa sul concetto di I-SWARM (Intelligent Small World Autonomous Robots for Micro-manipulation), ed è stato ispirato dal comportamento degli insetti.
Ricercatori provenienti da Svezia, Spagna, Germania, Italia e Svizzera stanno lavorando su questa interessante nuova tecnologia nell’ambito di un budget come possiamo immaginare davvero limitato. Ma i ricercatori entusiasti del progetto spiegano che i microrobots ad energia solare segnano un nuovo paradigma di sviluppo per l’intero settore della microrobotica. “Mi aspetto qualche novità in più sulla loro fabbricazione in futuro”, afferma Erik Edqvist dell’Università di Uppsala in Svezia.
I loro recenti tentativi di fabbricazione del microrobot ad energia solare ha mostrato che alcuni progressi devono ancora essere apportati al processo di produzione, in modo che la loro fabbricazione si massa possa risultare sempre più efficiente. Il problema più grande è stato quello di collegare il circuito integrato nudo alla scheda di circuiti stampati flessibili attraverso l’adesivo conduttivo. Inoltre, alcune celle solari non bastano a fornire la giusta quantità di energia a causa della loro scarsa aderenza al circuito. “Ci sono esperimenti davvero entusiasmanti in tutto il mondo ora in corso, con insetti volanti, robot che nuotano e così via. Ma è tempo per i robot miniaturizzati di lasciare i laboratori di ricerca e trovare applicazioni utili. È qui che questo lavoro punta. Realizzando un tentativo (con un bilancio piuttosto piccolo) di costruire microrobot ad energia solare su scala industriale”.
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