L’impianto integra, su una superficie di 21 ettari, l’attività agricola con la produzione di energia pulita, grazie a una serie di pannelli a inseguimento solare, realizzati su strutture mobili sospese a 4,5 m di altezza e connesse fra loro attraverso un innovativo sistema di controllo e comunicazione wireless.
“Il raccolto avvenuto oggi è la testimonianza della completa integrazione dei nostri impianti con le coltivazioni”, ha dichiarato Roberto Angoli, presidente di R.E.M. “I pannelli fotovoltaici sospesi e la struttura flessibile, che non ingombra ed è realizzata con materiali non inquinanti e riciclabili, non sottraggono spazio al terreno coltivabile e non pongono vincoli alle operazioni legate all’attività agricola.”
Revolution Energy Maker (R.E.M.) è una holding industriale con sede a Coccaglio, in provincia di Brescia, nata nel 2008 su iniziativa di sei aziende italiane operanti nel settore della produzione e distribuzione dell’energia elettrica e nella ricerca e sviluppo tecnologico, con l’obiettivo di progettare, realizzare e gestire impianti innovativi per i quali è stato coniato il termine “agrovoltaico”.
La tecnologia agrovoltaica consente di superare i limiti dei tradizionali impianti fotovoltaici a terra in termini di compatibilità con l’agricoltura, sostenibilità ambientale e tutela del paesaggio.
Quello di Monticelli d’Ongina è uno dei tre impianti pilota realizzati da R.E.M. (gli altri sono a Castelvetro Piacentino, in provincia di Piacenza, e a Virgilio, in provincia di Mantova); con una potenza di 3,2 MW, l’impianto ha una produzione di energia pari al 49% del consumo domestico locale (dati TERNA 2008).
9 luglio 2012 alle 01:32
Il problema degli incendi come lo risolvete?