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Il Via di un Progetto Ambizioso ma Fondamentale
L’interessante evento ha visto l’incontro di aziende provenienti da tutta Europa per scoprire il piano di governo olandese e lanciare l’industria della chimica verde in Olanda. Nel discorso di apertura Jan Noordegraaf, presidente della holding Synbra ha illustrato come il lancio di un’economia verde implica la creazione di una filiera per la creazione e l’importazione di biomassa e altre sostanze chimiche sostenibili. “Entro il 2050 i Paesi Bassi puntano così a diventare uno dei tre produttori al mondo di materiali sostenibili di tutto il mondo”, afferma Noordegraaf e continua: “i Paesi Bassi sono allo soglia di una nuova età dell’oro, grazie alle sue università e alle attuali aziende chimiche del paese, così come ai vari programmi di ricerca e sviluppo tra cui il BPM e il BE-Basic, una partnership pubblico-privata finanziata dal governo olandese”.
Il Fondamentale Apporto del Governo
I Paesi Bassi dispongono in generale di ampio terreno agricolo ed è già un importante produttore di barbabietola da zucchero che, secondo Noordegraaf, è “quasi imbattibile” in termini di materia prima per le bioplastiche. Entro il 2015 il paese beneficerà di un’ampia gamma di finanziamenti a partire da 445 milioni di euro dedicati alla ricerca, oltre a 100 milioni di euro provenienti dalle piccole e medie imprese di settore che si sono promesse di contribuire al progetto. Karin Weustink, ministro degli affari economici e dell’agricoltura ha già affermato che verranno destinati nuovi investimenti per sostenere i progetti industriali e gli investimenti dall’estero, così come sostenere le PMI con importanti garanzie di prestito. “L’intervento sarà notevole”, afferma la Weustink, “intendiamo contribuire in modo contingente all’iniziativa innanzitutto riducendo la burocrazia”.
Aziende in Prima Linea
Già dei consorzi di produttori olandesi di barbabietola da zucchero hanno annunciato una nuova commercializzazione di nuovi prodotti provenienti dai rifiuti provenienti dal proprio settore. Altre aziende si sono spinte in prima linea nel progetto, come la Cellucomp che ha sviluppato una resina biodegradabile proveniente da barbabietole e carote. La Avantium/YXY con i suoi materiali in PEF ottenuti dalla conversione di carboidrati in biopolimeri creando alternative al pericoloso acido tereftalico.
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