Water Blueprint 2012: il Piano Europeo per la Salvaguardia delle Acque

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Comunicati Stampa, News

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Pubblicato il giorno 17 dicembre 2012 - Nessun commento



   


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La Commissione Europea ha lanciato il Water Blueprint per la salvaguardia delle risorse idriche in Europa, una strategia che assicuri una sufficiente disponibilità di acqua di buona qualità per soddisfare le esigenze dei cittadini, dell’economia e dell’ambiente. La stessa Commissione Europea incoraggia l’Italia a premiare un uso efficiente e responsabile dell’acqua.

Si tratta di un documento che traccia le linee guida affinché gli Stati Membri possano migliorare la gestione delle risorse idriche a livello nazionale, regionale e dei bacini idrici fluviali. Il Blueprint è supportato da Innovation Partnership on Water, ovvero il programma della Commissione lanciato nel maggio 2012, per supportare e facilitare lo sviluppo di soluzioni innovative per affrontare le sfide relative all’acqua che l’Europa e il mondo in generale si trovano a fronteggiare.

La qualità e la quantità dell’acqua sono due facce della stessa medaglia perché dipendono l’una dall’altra. Le acque europee in termini qualitativi non sono in buone condizioni, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni. Inquinamento, cambiamenti dei corpi idrici e la scarsità dell’acqua sono molto diffusi in tutta l’Unione ed eventi estremi come le inondazioni sono aumentati in molti Stati Membri. La legislazione europea sull’acqua deve essere implementata per affrontare vecchie e nuove battaglie, incluso l’utilizzo dell’acqua per l’agricoltura e la produzione dell’energia, lo sfruttamento del suolo e l’impatto sul cambiamento climatico.

inquinamento acqua

A proposito del lancio del Blueprint, il Commissario per l’Ambiente Janez Potocnik ha dichiarato: “Questo Blueprint dimostra che abbiamo una buona comprensione dei problemi che dobbiamo affrontare e una solida piattaforma per risolverli. E’ venuto il momento di attivarsi per beneficiare della nostra legislazione e creare delle opportunità per soluzioni innovative nella politica e nel settore idrico. Ciò di cui c’è bisogno è un equilibrio sostenibile tra la domanda di acqua e l’offerta, prendendo in considerazione le necessità dei cittadini e gli ecosistemi naturali da cui essi dipendono”.

Italia: C’è Ancora Molto da Fare

I problemi chiave relativi all’utilizzo dell’acqua in Italia, particolarmente sentiti negli ultimi dieci anni, sono la scarsità della risorsa e il suo inquinamento. La corretta gestione delle risorse idriche è quindi cruciale. In Italia sono state emanate diverse leggi per gestire e salvaguardare le risorse idriche, ma il Paese ha ancora un lungo percorso davanti a sé, visto che l’approvvigionamento di acqua è diventato problematico negli ultimi anni.

Le valutazioni effettuate dalla Commissione Europea dimostrano come sia necessario un miglior monitoraggio delle acque che utilizzi metodi di indagine studiati sulla base della situazione locale. Dal 2000 la Water Framework Directive (la Direttiva per proteggere e ripristinare acque pulite in Europa) ha fornito gli strumenti e i metodi di analisi che permettono una migliore gestione. Un coordinamento efficace a livello dei bacini idrici fluviali è quindi fondamentale.

Uno dei principali aspetti della Water Framework Directive è la gestione dei corpi idrici a livello dei bacini fluviali (definiti tali non in base ai confini amministrativi o politici ma sulla base di quelli geografici). Sebbene l’Italia stia gestendo i corpi idrici a questo livello dal 2009, sembra che la mancanza di coerenza nel lavoro portato avanti dalle differenti regioni italiane rispetto ai Distretti dei bacini fluviali, stia mettendo a repentaglio una corretta gestione dell’acqua.

La quantità e l’efficienza dell’acqua sono aspetti importanti di cui si occupa il Blueprint. Data la scarsità delle risorse, le preoccupazioni rispetto alla quantità dell’acqua sono molto rilevanti per l’Italia e sarebbe necessario prendere delle misure per ridurre le pressioni sui corpi idrici. Uno degli strumenti più appropriati per fare ciò sarebbe, per esempio, una politica sul prezzo dell’acqua che dia incentivi ai consumatori e ai settori economici per utilizzare in modo più efficiente la risorsa idrica. Il prezzo dell’acqua oggi non tiene sempre conto dei costi esterni di distribuzione dell’acqua potabile (come costi ambientali e della risorsa stessa). Il Water Blueprint analizza questi e altri importanti aspetti, presentando in aggiunta misure e strumenti per l’efficienza idrica.

Una Strategia d’Azione

Per raggiungere l’obiettivo della già esistente Water Framework Directive sullo stato delle acque entro il 2015, il Water Blueprint definisce una strategia su tre livelli:

  • Miglioramento dell’implementazione delle attuali politiche dell’Unione Europea approfittando delle opportunità fornite dalle attuali leggi.
  • Miglioramento dell’integrazione degli obiettivi sulle politiche idriche con altre politiche rilevanti come l’agricoltura, la pesca, l’energia rinnovabile, il trasporto e i Fondi Strutturali e di Coesione.
  • Colmare le lacune dell’attuale quadro legislativo, in particolare in relazione agli strumenti necessari per aumentare l’efficienza idrica. In questo senso il Water Blueprint prevede bilanci idrici personalizzati e obiettivi di efficienza idrica che debbano essere definiti dagli Stati Membri e lo sviluppo di standard europei per l’utilizzo dell’acqua a livello nazionale, regionale e dei bacini idrici fluviali.

I Prossimi Passi

L’implementazione delle proposte definite nel Blueprint si baseranno sulla strategia di implementazione comune della Water Framework Directive. Si tratta di un processo aperto e partecipativo che coinvolge gli Stati Membri, organizzazioni non governative e aziende. L’orizzonte temporale del Water Blueprint è legato strettamente alla strategia 2020 dell’Unione Europea e in particolare al Resource Efficiency Roadmap del 2011, di cui il Blueprint è la pietra miliare relativa all’acqua. In ogni caso l’analisi che sottende il Blueprint copre un arco temporale più ampio, fino al 2050 e guiderà la politica idrica dell’Unione Europea per il lungo periodo.

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