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La forte crescita dell’offerta di gas naturale liquefatto (Gn1) che si prospetta peri prossimi anni e l’enorme escalation dei costi per la realizzazione di impianti di liquefazione non spaventano ExxonMobil e Bhp Billiton, che progettano di costruire insieme la più grande piattaforma galleggiante per la produzione di Gn1 al mondo: un’opera che, secondo stime Reuters, potrebbe costare fino 24,5 miliardi di e che avrà le dimensioni di cinque campi da calcio messi in fila.
L’esistenza del progetto è emersa da documenti depositati dalla major Usa al dipartimento per l’Ambiente australiano e relativi allo sviluppo del giacimento di Scarboroug, al largo del Western Australia. Le due società, che si riservano di prendere una decisione di investimento nel 2014 o 2015, avvierebbero la produzione nel 2020-21, arrivando a 6-7 milioni di tonnellate di Gn1 l’anno: una quantità che equivale a un terzo dell’attuale produzione australiane che basterebbe a soddisfare un mese di consumi del Giappone, ma che rischia di arrivare troppo tardi per approfittare degli altissimi prezzi del gas sui mercati asiatici.
Ben prima dell’eventuale entrata in funzione della maxi-piattaforma di Exxon e Bhp, l’Australia potrebbe aver già scavalcato il Qatar come primo esportatore di Gnl: nel Paese sono in costruzione ben sette impianti per la produzione di gas liquefatto, che – almeno sulla carta- saranno ultimati tra il 2014 e il 2017, con una capacità complessiva di quasi 8o milioni di tonnellate l’anno.
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