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Palm S.p.A. è una società per azioni costituita nel 1980 da soci appartenenti tutti alla stessa famiglia, che opera nel campo della progettazione, produzione, vendita, recupero e ricondizionamento dei pallet per imballaggi industriali, imballaggi in legno, prodotti per la combustione, componenti e complementi d’arredo, per la bioedilizia e arredo da giardino, altri prodotti in legno di uso comune, con una specifica linea di prodotti eco-sostenibili, e giochi per bambini.
In questo contesto si inserisce l’innovativo progetto del pallet ecosostenibile, ideato nel 2004 per concretizzare gli intenti fissati dalle politiche comunitarie in materia di imballi in legno in un’ottica di green procurement (acquisti verdi e responsabili) e di green supply chain: riduzione di peso e volume degli imballaggi e dei rifiuti all’origine; tutela del patrimonio forestale; contenimento delle emissioni in atmosfera; sostenibilità nei trasporti.
Palm S.p.A. oggi si è ritagliata un ruolo di primo piano sul mercato italiano nella progettazione e realizzazione di qualsiasi tipo di pallet a perdere personalizzato.
Palm ha alle sue spalle una storia lunga trent’anni. Ci vuoi riassumere in poche righe le pietre miliari, dalla fondazione fino ad oggi?
Primo Barzoni: Palm Nasce nel 1980, da un gruppo famigliare formato inizialmente dai 4 fratelli maggiori di una famiglia numerosa, trovatasi di fronte alla prematura scomparsa del padre. Le origini del nome Palm, che significa: Primo, Antonio, Lorenzo, Maurizio, partono da li. Fin da subito ci siamo orientati al mercato del pallet in legno, un prodotto utilizzato nei cicli produttivi e distributivi delle imprese italiane che ha contribuito a dare pianificazione al lavoro e di conseguenza spinta allo sviluppo. La nascita dell’idea imprenditoriale di Palm è stata da subito orientata non solo ai bisogni interni del gruppo famigliare, ma anche verso un progresso economico e sociale in termini più vasti, che coinvolgesse anche la società e l’ambiente.
Cosa vi ha spinto, da piccola impresa, ad elaborare già nel 2004 il primo Bilancio di Responsabilità Sociale e di Sostenibilità?
Primo Barzoni: Nel 2004 l’azienda ha voluto essere pioniera di responsabilità sociale e di sostenibilità. Fu pensato allora ad un disciplinare, redatto da veri professionisti del settore, i quali ci fecero prendere coscienza dei contenuti valoriali del nostro percorso imprenditoriale, partendo dalla valorizzazione della materia prima fino ad orientare poi la scelta di acquistare legno da fornitori che praticassero la corretta gestione sostenibile delle foreste, attraverso i criteri della sostenibilità economica, ecologica e sociale. Sostenibilità, ma anche legalità e rispetto dei diritti dei lavoratori sono valori inclusi nelle certificazioni FSC e PEFC per la gestione forestale responsabile, a cui Palm ha deciso di aderire. Abbiamo successivamente incluso nel processo produttivo l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili, progettando ogni pallet con un approccio sistemico all’ecodesign, nell’ottica di considerare gli impatti ambientali di ogni ciclo produttivo riducendo peso, volume, materie prime impiegate a parità di prestazione e diminuendo fin dall’origine i rifiuti e i costi di smaltimento, anche attraverso il contributo di Conai – Consorzio Nazionale Imballaggi.
A quell’epoca abbiamo avviato, come start up della nostra esperienza, una piccola impresa, la “Cooperativa Sociale Palm W&P Onlus”, che opera nell’area sociale con soggetti svantaggiati. Attraverso un gruppo di collaboratori, Palm ha voluto favorire questa iniziativa, considerando da sempre la persona al centro del progetto d’impresa. Ma non solo, Palm ha trasferito alla propria start up tutta la linea di “approccio sistemico” maturata fino a quel punto, l’idea cioè di creare una interconnessione positiva tra tutti gli anelli della filiera, dalla materia prima fino al consumatore responsabile, per garantire uno sviluppo che sia davvero sostenibile.
Su questo punto è importante sottolineare l’importanza di Palmdesign, una linea di prodotti in legno realizzati dai ragazzi della cooperativa sociale insieme a giovani designer. Palmdesign permette ai giovani di ricercare e creare prodotti e allestimenti seguendo le linee guida del design sistemico, dove etica, sostenibilità e design si fondono in un’unica visione. Tutto il legno utilizzato nei prodotti di Palmdesign è certificato per la gestione forestale sostenibile, proviene cioè da attività forestali correttamente pianificate dal punto di vista ambientale e in cui sono stati rispettati i diritti umani. Inoltre tutti i prodotti (tavoli, sedute, espositori, gadget ecc.) sono pensati per ridurre al minimo l’impatto energetico e i costi economici e ambientali del futuro smaltimento. Palm va fiera dei valori trasmessi a questa start up che rappresenta una vera e propria esperienza replicabile di un’imprenditoria nuova, giovane, pulita ed etica.
Giusto per avere la misura del mercato che abbiamo di fronte, ci puoi fornire qualche dato sull’utilizzo dei pallet in Italia?
Primo Barzoni: Il mondo del pallet si differenzia in due approcci fondamentali di prodotto: un pallet multiuso interscambiabile (pallet Eur Epal multiuso, quello più utilizzato anche dalla grande distribuzione) e un pallet progettato ad hoc dove non c’è esigenza di interscambio.
L’Italia è il terzo produttore di pallet in Europa, dato comprensibile considerando il grande numero di aziende manifatturiere nazionali che esportano prodotti in 180 Paesi del mondo. E’ chiaro quindi che il pallet è un prodotto che muove l’Economia, muovendo le merci! E se le merci sono mosse su pallet prodotti modo sostenibile, capite quanto questo possa fare la differenza in un’ottica sistemica di sviluppo, che riesca cioè a vedere sullo stesso piano e quindi a valorizzare al meglio tutta una filiera etica e sostenibile: la foresta, il produttore di legno, la segneria, il produttore di pallet, il produttore di merci e il consumatore responsabile.
Quali sono le difficoltà che incontrate quotidianamente nel vostro lavoro per conciliare business e sostenibilità?
Primo Barzoni: In Italia attualmente non si hanno forti politiche su selvicoltura e arboricoltura da legno e ciò non aiuta le economie locali alla costruzione di bene comune. Palm vuole coniugare le esigenze della filiera bosco-legno locale con il sistema pallet, per favorire una fornitura di catena etica e legale, dal bosco fino ad arrivare al consumatore responsabile. Ogni italiano, all’interno del costo dei prodotti e dei servizi che acquista, contribuisce a pagare in un anno 4 o 5 pallet a testa: capite quindi che ci conviene occuparcene e interrogarci sul luogo di provenienza del pallet, su chi l’ha fatto e come, sulla tracciabilità del legno da cui è stato ricavato. Pensate che per realizzare pallet, in Italia, si ricorre ad importare l’80% di materia prima legno dall’estero, con il pericolo di immettere sul nostro mercato legname che proviene da fonti illecite e che creano ingiustizia sociale.
Le criticità e difficoltà che incontriamo nel cercare di far bene il nostro lavoro sono tante, basti pensare che viviamo in un mercato non solo in difficoltà, ma anche con un elevato numero di aziende che operano illegalmente col sistema “compro-vendo pallet”. E’ semplice per tutti notare i grandi cartelli che troviamo agli ingressi di aree industriali e svincoli autostradali. Si tratta di soggetti che spesso operano illegalmente ma che hanno una fitta rete di complici, come gli addetti della grande distribuzione e chi opera nelle imprese nella funzione di responsabile acquisti.
E’ poi diffusa la pratica degli acquisti di pallet attraverso aste su internet, puntando al massimo ribasso ed escludendo a priori ogni possibilità di valutare un percorso virtuoso dei produttori. Decine e decine di belle realtà famigliari come Palm desiderano contribuire alla costruzione del bene comune attraverso il sistema pallet, favorendo una fornitura di catena etica e legale. Ma questo purtroppo non viene riconosciuto dal mercato e dagli utilizzatori del pallet. Molti di essi non ritengono essenziale avere catene di forniture etiche, sostenibili e legali, perché non gli interessa promuovere la sostenibilità a partire proprio da un pallet, che a mio avviso rappresenta invece il primo anello di congiunzione di un bene fra produttore e il cittadino consumatore. Ho fiducia nei cittadini che credono in un consumo responsabile perché possono, con la loro forza organizzata, cambiare la convenienza delle imprese, orientandole a scegliere operatori virtuosi per tutta la catena di fornitura.
Siete freschi dall’evento “Progetto Starter: Consapevoli di fare impresa” con il convegno dal titolo “Innovazione sistemica e creazione di una catena etica in filiere sostenibili”. Ci puoi dare qualche informazione in più sui contenuti che hai trattato durante l’evento?
Primo Barzoni: Siamo stati invitati a collaborare al progetto Start Up come azienda innovativa e sostenibile perché ritenuta un modello replicabile per sviluppare nuove economie e occupazione nella filiera bosco legno attraverso l’esperienza del green pallet.
A quell’epoca, come già ricordato, abbiamo avviato come Start Up della nostra esperienza una piccola impresa sociale, la Cooperativa Palm W&P Onlus, che ha sviluppato la linea Palmdesign. Crediamo che questo modello sia davvero replicabile e sempre più attuale, perché fonde ambiente, impegno sociale e innovazione: tre parole chiave per il prossimo futuro.
Quanto “pesa” il ruolo del reparto ricerca e sviluppo all’interno di Palm e quali sono le sue attività quotidiane?
Primo Barzoni: In Palm Fin dal 2004 è stata creata un’area “ricerca e sviluppo”, da me coordinata e formata inoltre da un responsabile e un collaboratore. Abbiamo stipulato nel tempo accordi di collaborazione con centri di Ricerca e Università, con cui si sono sviluppati percorsi virtuosi di sostenibilità quali “Pallet a Km 0 e Zero Co2” e “Carbon footprint”. Le attività quotidiane dell’area “ricerca e sviluppo” sono orientate a collegare ai prodotti la garanzia di gestione sostenibile del legno e l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili per la produzione. Ogni pallet viene progettato con approccio sistemico all’eco design nell’ottica di considerare gli impatti ambientali di ogni processo produttivo.
Dove si sta spingendo la ricerca nel vostro settore?
Primo Barzoni: La ricerca nel nostro settore si sta sviluppando verso un sistema di approccio sistemico ed etico riguardante il pallet: ad esempio costruiamo eco scatole per grandi vini, per cibi di qualità e per grandi marchi di profumo. In quest’ottica facciamo in modo che l’imballaggio, in particolare il green pallet, diventi veicolo comunicativo in grado di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche sociali ed ambientali.
Ormai siete famosi Italia per la presenza dei vostri prodotti nelle fiere e negli eventi di settore, ci vuoi però meglio raccontare un caso studio che ha lasciato il segno?
Primo Barzoni: In questi anni la nostra missione è stata anche quella di testimoniare all’esterno del perimetro aziendale l’importanza di orientare criteri di produzione e consumi sostenibili e responsabili verso pallet sani, puliti, sistemici, etici e legali, promuovendo l’eco design anche attraverso gli allestimenti presenti nelle fiere. Durante una fiera colsi l’occasione di incontrare Lucio Cavazzoni, Presidente di Alce Nero e Mielizia, che rimase contento e stupito di così tanto impegno da parte nostra. Io gli posi questa domanda: “Lucio, tu lo sai da dove viene il legno con cui è fatto il pallet che tu compri per movimentare i tuoi prodotti? chi lo ha fatto e come l’ha fatto? e se è stato prodotto rispettando i criteri della sostenibilità economica, sociale e ambientale?”. Lucio confermò che, come tanti altri, non si era mai posto questa domanda. Ma da questa presa di coscienza capì l’importanza di porsela e cambiò totalmente la sua prospettiva nel rapporto con il pallet. Dopo quell’incontro decise di agire all’interno dell’organizzazione, coinvolgendo i vari collaboratori per realizzare, insieme a Palm, un approccio al 100% sostenibile e promuovere una “filiera di legno buono per movimentare cibo buono”. Abbiamo ridefinito questo approccio “Wood & Food” e lo abbiamo utilizzato anche in eco allestimenti, moduli e retail espositivi per facilitare la promozione dei prodotti.
Quali risposte sta dando la vostra azienda al momento di congiuntura economica attuale?
Primo Barzoni: Dopo 4 anni di crisi in molti oramai si stanno convincendo della necessità di un vero cambiamento: la strada della green economy è quella che a mio avviso ci porterà verso un’economia alla portata di tutti, partendo dalla responsabilità sociale di istituzioni e imprese fino ai cittadini.
Internazionalizzazione?
Primo Barzoni: L’imballaggio e il packaging hanno il ruolo di accompagnare tutte le merci e i prodotti delle imprese verso mercati mondiali. Noi ci attiveremo per essere veri partner con soluzioni innovative per facilitare non solo le attività economiche, ma anche quelle sociali e ambientali collegate ai prodotti stessi. Questo finirà per favorire i nostri clienti e renderli in linea con il rispetto di regole e direttive comunitarie in materia di imballaggi, attraverso la definizione di una vera co-responsabilità fra produttori, utilizzatori e consumatori finali.
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