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Ammontano a circa 470 milioni di tonnellate di CO2 le emissioni di gas serra addebitabili all’Italia nel 2012, oltre 20milioni in meno rispetto al 2011(stime Fondazione Sviluppo Sostenibile). Per centrare gli obiettivi della Roadmap europea per il 2050 sarà necessario arrivare a 440 milioni di tonnellate entro il 2020 e a 370 milioni di tonnellate entro il 2030.
“Questi obiettivi possono essere raggiunti solo implementando le politiche nazionali e regionali favorevoli alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica” ha dichiarato Giovanni Tordi, Amministratore Delegato di Officinae Verdi, la Energy Environment Company nata dalla joint venture UniCredit – WWF Italia, durante il convegno “I cambiamenti climatici alla sfida della sostenibilità” organizzato oggi dal Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss e dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.
Sebastiano Maffettone, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli, conferma l’esigenza del mondo accademico di rispondere a queste richieste del mercato: “Il Dipartimento di Scienze Politiche alla Luiss – venendo anche incontro alle richieste degli studenti – offre grande rilievo ai temi della sostenibilità. Abbiamo promosso tre corsi obbligatori in materia e alcuni liberi che riguardano l’etica, l’economia e le risorse fisiche. Teniamo anche ai temi applicati – come quelli di oggi – e alle nuove possibilità occupazionali legate alla green economy”.
Riccardo Valentini, Direttore della divisione Impatti del Clima del CMCC e consigliere regionale del gruppo “per il Lazio” sottolinea l’urgenza di affrontare il tema energetico e dello sviluppo sostenibile al fine della stabilizzazione del riscaldamento globale al di sotto della soglia dei 2°C: “Gli attuali scenari globali di emissione ci stanno portando sulla traiettoria di riscaldamento di 4-6 °C con effetti devastanti sugli ecosistemi e la nostra vita quotidiana. Dobbiamo pervenire entro il 2015 ad un accordo globale sulla riduzione delle emissioni, che ci porti a ridurre di circa 17 Gt CO2 nel 2020 e successivamente fino al 60% in meno rispetto al 2010, a partire dal 2050. Si tratta di uno sforzo possibile se c’è determinazione nel perseguire la via delle rinnovabili, il risparmio energetico e lo sviluppo sostenibile. La Regione Lazio, con il presidente Zingaretti e la nuova giunta – continua Valentini – è fortemente determinata a percorrere questa strada, a partire dalle comunità locali, l’investimento sull’innovazione e le nuove tecnologie”.
Il Fabbisogno Energetico Italiano
Nel nostro Paese la domanda di energia primaria, pari a 184,2 Mtep nel 2011, è stata soddisfatta per l’87% da combustibili fossili (fonte Enea), che al 2011 hanno ricevuto incentivi per 1,6 miliardi di euro (dati Ocse), ma secondo altre stime, tra incentivi diretti e indiretti, alle fossili sarebbero stati destinati 9,11 miliardi di euro.
Solo il 13% dei consumi finali lordi di energia, pari a 24,5 Mtep, provengono invece da fonti rinnovabili. Mentre l’obiettivo al 2020 è, per l’Italia, arrivare al 17% dei consumi finali di energia da fonti rinnovabili (31,1 Mtep).
Dei 64,4 miliardi di euro della bolletta energetica 2012, ben il 40% è attribuibile alle imprese e il 23% al residenziale (fonte Unione Petrolifera). Secondo un’elaborazione Officinae Verdi su stime Confindustria per il periodo 2010 – 2020, c’è un potenziale di circa 22,1 miliardi di euro di recupero di efficienza energetica all’anno, con 8,2 miliardi di euro per le imprese e 12 miliardi per il residenziale. In questo quadro, il Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica attribuisce all’industria il 16% dei risparmi energetici attesi al 2020.
“Già oggi – ha spiegato Tordi – sono disponibili tecnologie che permettono alle imprese di tagliare i costi per l’energia, come i Sistemi Fotovoltaici in Grid Parity, sostenibili economicamente in assenza di incentivi statali. Grazie ad un livello che supera il 75% di autoconsumo, il costo di produzione dell’energia elettrica arriva ad essere inferiore agli 0,09 €/kWh, contro gli 0,18 €/kWh a cui mediamente ammonta il costo di produzione da fonti fossili. L’energia prodotta e non consumata viene ceduta alla rete elettrica e remunerata in regime di scambio sul posto. Il che significa che ad esempio un’ impresa manifatturiera con una bolletta energetica di 200.000 €/annui andrebbe a risparmiare circa il 50%. Un recupero di competitività notevole che si riverbera sul prodotto finale.
Analogamente, per famiglie e abitazioni ci sono impianti fotovoltaici di piccola taglia (da 3 a 9 kWp), che con l’aggiunta di storage (sistemi con batteria di accumulo) permettono l’utilizzo dell’energia prodotta dal sistema anche di sera, in assenza di irraggiamento.
Ma ci sono anche altre tecnologie molto interessanti e di piccola taglia, che consentono economie e risparmio di CO2. Basti pensare alle biomasse, alla cogenerazione, al minieolico e al mini idro. Tutte tecnologie “verdi” che hanno dei tempi di ritorno molto interessanti e producono benefici durevoli per l’ambiente.
A livello di comunità locali, grazie all’adozione delle tecnologie verdi nascono le Smart Community che ottimizzano l’utilizzo delle fonti rinnovabili per trarne benefici di vario tipo. Nel caso delle biomasse ad esempio, esistono già esempi di “piattaforme a biomasse” che attraverso il trattamento di scarti ligno-cellulosici (generalmente dai boschi e/o dalle potature) consentono un utilizzo in ambito locale – comuni, imprese, famiglie – di cippato di qualità elevata che permette di ottenere energia termica con risparmi anche oltre il 60%, valorizzando gli scarti con un utile che può essere reimpiegato per la gestione boschiva”.
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