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II primo impianto un anno fa, grazie a un finanziamento arrivato quasi per caso che, senza chiedere un euro a nessuno, si è inventato un prodotto innovativo, ci ha costruito attorno una azienda e ha avuto cosi successo che in un anno appena ha venduto tutto ad un misterioso gruppo americano non con l’obiettivo di diventare ricco, ma per continuare a produrre turbine – e non solo – nella sua terra: «Voglio far nascere altre startup nel Salento» dice con la sua parlantina sicura, e per un attimo dimentichi che lui stesso è nato soltanto nel 1994: ha vent’ anni.
Ma chi è Davvero? E Come ha Fatto?
Dopo il biennio di Istituto industriale, a 16 anni mi sono trasferito da solo a Brindisi perché volevo frequentare una nuova scuola di cui avevo letto meraviglie. Parla del Majorana, dove il preside Salvatore Giuliano aveva appena iniziato la sperimentazione di libri scritti da docenti, computer e wi-fi per tutti, lezioni ‘rovesciate”, classi scomposte e colorate: il progetto Book in Progress, Parrotto è subito uno degli studenti migliori. L’anno seguente, la prima coincidenza su un volo da Brindisi a Roma siede accanto a un piccolo produttore bresciano di impianti fotovoltaici. Proprio quel giorno a Casarano avevano iniziato l’installazione di pannelli che non mi piacevano affatto.
Possibile Fare di Meglio?
Una mini turbina eolica, niente di davvero speciale in fondo..Sì, ma avevo davanti due strade: o diventavo un venditore di turbine o me ne inventavo una mia. Ho scelto la seconda». Dopo i primi prototipi, realizzati in un capannone a Brescia, nel maggio del 2012 Parrotto presenta domanda di brevetto: la sua mini turbina ha una distanza fra albero e vele che le permette di partire anche con pochissimo vento, arriva ad un picco di potenza di 6 kilowatt con appena 130 rotazioni al minuto». Nel marzo del 2013 nasce la GP Renewable, le iniziali del fondatore nel nome. A dicembre il primo impianto viene installato in Puglia: lo abbiamo venduto sottocosto, per 13 mila euro».
E i Soldi? Dove ha Trovato Parrotto i Soldi per Partire?
Non dai bandi pubblici, mai partecipato»; non dagli investitori professionali in start-up, i venture capitalist, «mai visti». E non dalla famiglia, anzi: sebbene il papà sia diventato socio al 10%, nel frattempo aveva perso il lavoro -e oggi è un dipendente della mia società, fa l’installatore.. E qui c’è la seconda coincidenza: un altro volo, stavolta fra Brindisi e Milano. 11 compagno di viaggio stavolta è il direttore generale di una grande banca. Insomma, si innamora del progetto (e della parlantina di Parrotto ) e il giovane startupper ottiene un affidamento bancario sufficiente a partire. Anche perché le sue turbine si vendono alla grande: .Un centinaio in un anno». Cosa hanno di speciale? Qui Parrotto si fa serio: Lo ammetto. Non molto. A parte il fatto che l’azienda era guidata da un adolescente e questo ci ha aiutato a farci conoscere».
12 luglio 2016 alle 21:22
Vorrei far presente che il milionario Gianluigi Parrotto non ha provveduto al saldo del mio compenso relativo ai lavori di grafica eseguiti dalla mia agenzia tra luglio e settembre 2015, utilizzati regolarmente e pubblicamente per le campagne pubblicitarie di Air Group Italy.
Tali compensi sono stati da me più volte richiesti, anche tramite il mio legale, ottenendo solo promesse di pagamento non mantenute. Purtroppo, non sono il solo in quanto, ad oggi, mi hanno contattato una decina di persone nelle stesse mie condizioni!
Lascio questo commento ritenendo che sia di comune interesse, anche al fine di evitare che altre persone possano trovarsi nella mia stessa situazione nel momento in cui intratterranno rapporti economici con la società.