10.000 Sfollati e Decine di Vittime nel 2014 per Frane e Inondazioni

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Clima, News

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Rischi per la Popolazione Italiana di Frane e Alluvioni

Pubblicato il giorno 13 gennaio 2015 - Nessun commento



   


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Pubblicato sul sito Polaris dell’Irpi-Cnr l’ultimo Rapporto sul rischio per la popolazione italiana ‘da frane e inondazioni’. Colpite 19 delle 20 regioni italiane, soprattutto Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana; Genova e Refrontolo, in Veneto, i comuni con più morti e feriti. Tra il 1964 e il 2013 una media di 40 persone decedute ogni anno.

È stato pubblicato sul sito Polaris, curato dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia, il ‘Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni’ per l’anno 2014. Spiega Paola Salvati dell’Irpi-Cnr:

“Fra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2014 si sono avuti, a causa di frane e inondazioni, 33 morti e 46 feriti e oltre 10.000 persone hanno dovuto abbandonare temporaneamente le loro abitazioni. Gli eventi che hanno causato morti, feriti, sfollati e senzatetto hanno colpito 220 comuni in 19 delle 20 regioni italiane”

“Le regioni più colpite sono state quelle del Nord-Ovest e in parte del centro. La Liguria risulta la prima: gli eventi meteorici di gennaio, ottobre e novembre, hanno provocato cinque vittime in 34 comuni e 71 località. Seguono il Piemonte, con 48 località colpite e due persone decedute, la Lombardia, con 42 località e sei vittime, l’Emilia-Romagna, con 28 località interessate e un morto, e la Toscana, con 35 località colpite e 5 morti. Il comune più colpito è stato Genova, con oltre 20 località che contano vittime e sfollati, ma il comune con il più alto numero di vittime nel 2014 è stato Refrontolo, in Veneto, con la piena del torrente Lierza a Molinetto della Croda che ha provocato quattro morti e 20 feriti”.

Eventi Meteo-Climatici, Rischi per la Popolazione

“I dati raccolti nel 2014 confermano purtroppo quanto siano diffuse le condizioni di rischio per la popolazione e contribuiscono a comprendere come esse aumentino o diminuiscano in funzione dei cambiamenti climatici ma anche di quelli ambientali e sociali”, commenta il direttore dell’Irpi-Cnr, Fausto Guzzetti. Per quanto riguarda il confronto cronologico, “i mesi di ottobre e novembre sono stati i peggiori: il secondo, tra Liguria, Piemonte e Lombardia, ha fatto registrare un pesante bilancio di nove morti, due feriti e oltre 3.000 sfollati”, prosegue Salvati. Il rapporto contiene anche mappe e statistiche sugli eventi calamitosi con danni alla popolazione nei cinque e nei cinquanta anni precedenti.

“Tra il 1964 e il 2013 sono state 1.989 le persone morte a causa di frane (1.291) e delle inondazioni (698), una media di circa 40 l’anno, 72 i dispersi e 2.561 i feriti. Nello stesso mezzo secolo sono stati interessati con vittime e sfollati 2.031 comuni, ovvero il 25% dei comuni italiani. Tra il 2009 ed il 2013, gli eventi geo-idrologici hanno causato 162 morti (una media di 32 l’anno), 7 dispersi, 331 feriti e oltre 45.000 sfollati e senzatetto” evidenzia la ricercatrice Irpi-Cnr:

“Il 2009 conta 50 persone decedute, 6 dispersi e 171 feriti, in particolare per le frane superficiali, colate di detrito e inondazioni che si verificarono nel messinese (31 morti, 6 dispersi e 122 feriti)”

Il 2011 presenta un bilancio di 43 morti e 30 feriti, molti dei quali registrati durante l’evento che nelle aree dello Spezzino e della Lunigiana provocò 13 morti, 2 feriti e almeno 900 sfollati, seguito pochi giorni dopo, il 4 novembre, dall’esondazione dei torrenti Bisagno e Fereggiano e dalla piena dei torrenti Sturla, Scrivia ed Entella che causarono gravissimi danni e sei vittime a Genova. Nel 2010 si sono contati 27 morti e 55 feriti, nel 2012 15 morti e 23 feriti e nel 2013 27 morti, 1 disperso e 52 feriti”. Conclude il direttore Guzzetti:

“La conoscenza è una delle migliori armi di difesa e contribuisce a formare una corretta percezione del rischio e ad adottare comportamenti adeguati in caso d’evento”.



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