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“Dobbiamo cambiare completamente il modello economico globale”.
Nel mondo del cinema sono 1.400 i lavori verdi, e dal 2014 sono stati 10 i film certificati green. Lanciata la proposta per gli Stati Generali del Cinema Verde. Un cinema a basso impatto ambientale è possibile. È quanto emerso da “Green Day Venice – How is the film industry taking on climate change?”, giornata dedicata alla sostenibilità nell’industria cinematografica che si è svolta oggi a Venezia, nel vivo della 72a Mostra del Cinema. L’evento è stato organizzato da Connect4Climate, iniziativa di cooperazione globale dedicata alla comunicazione sui cambiamenti climatici promossa da World Bank Group con il supporto del Ministero dell’Ambiente italiano e di oltre 250 Partner internazionali, e da Green Cross Italia, organizzatore del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del Cinema di Venezia che viene assegnato al film in concorso che meglio interpreta le tematiche di sostenibilità.
In occasione del Green Day Venice è stata presentata la campagna Film4Climate, iniziativa di Connect4Climate – World Bank Group i cui principali obiettivi sono quelli di contribuire a sensibilizzare, attraverso il cinema, l’opinione pubblica internazionale sul grave problema dei cambiamenti climatici, e di uniformare le procedure delle produzioni cinematografiche eco-sostenibili creando linee guida che siano condivise e applicate in tutto il mondo. Ad aprire la giornata è stata l’attrice Claudia Gerini, amica e ambasciatrice di Green Cross Italia, che ha voluto portare il suo messaggio per la promozione di un cinema sempre più sostenibile.
Ma il protagonista dell’evento è stato Alfonso Cuarón, presidente della giuria della 72a Mostra del Cinema, che ha dialogato sulle tematiche ambientali insieme al fratello Alfredo, scienziato esperto di cambiamenti climatici. “Mettere le lampadine ad alta efficienza energetica è un gesto semplice e di buon senso. E’ una questione di principio ma non qualcosa di cui ci dovremmo congratularci con noi stessi. La questione è molto più ampia: dobbiamo cambiare completamente il modello economico globale”, ha detto il regista Alfonso Cuaròn.
“Abbiamo bisogno di creare una grande sinergia tra scienza e arte per rompere i muri che impediscono il nostro progresso”, ha sottolineato il biologo Alfredo Cuaròn.
L’Assessore all’Ambiente e alla città sostenibile del Comune di Venezia, Massimiliano De Martin ha dichiarato: “Venezia è una città vulnerabile, ma è anche un simbolo culturale mondiale. Gli effetti dei cambiamenti climatici impattano sulla vita di una città, ma soprattutto sul suo patrimonio artistico che appartiene a tutta l’umanità. Iniziative di così alto valore come quella di oggi sono fondamentali per la presa di coscienza di un problema che è di tutti”.
Il dibattito si è poi concentrato sulla sostenibilità cinematografica in Italia con una tavola rotonda che ha fatto il punto sull’abbattimento delle emissioni ottenuto grazie ai film realizzati secondo i disciplinari EcoMuvi, Edison Green Movie e Green Ciak. Il primo film “green” italiano è stato “Sul mare” di Alessandro D’Alatri nel 2010. Nel 2014 le produzioni cinematografiche green sono state 5 e nel 2015, fino a giugno, abbiamo contato altri 5 nuovi film prodotti secondo disciplinari di sostenibilità. Tra questi “Il capitale umano” di Paolo Virzì, “Fraulein” di Caterina Carone e “Infernet” di Giuseppe Ferlito.
Come Funzionano i Disciplinari
Fräulein Di Caterina Carone con Christian De Sica (2015) (Disciplinare: Ecomuvi). Il 30% del materiale di scenografia e costumi del film Fräulein sono riutilizzati invece che acquistati. Per il catering sono stati utilizzate esclusivamente stoviglie in materiale biodegradabile e compostabile. In sostituzione delle bottigliette di plastica da 1/2 litro sono stati utilizzati boccioni d’acqua e borracce sul set. Il fabbisogno energetico per più di 1/3 del totale delle riprese è stato soddisfatto grazie all’allaccio alla rete elettrica nazionale in sostituzione del ben più inquinante gruppo elettrogeno. Il disciplinare EcoMuvi è stato dunque applicato all’80% e ha portato ad una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 10 tonnellate.
Il Capitale Umano
Di Paolo Virzì con Fabrizio Bentivoglio e Valeria Golino (2014) (Disciplinare: Edison Green Movie). “Il Capitale Umano” ha soddisfatto l’esigenza energetica del film con un allaccio temporaneo alla rete elettrica che ha permesso di tagliare le emissioni di anidride carbonica di circa il 75% a 12 tonnellate rispetto alle 44 tonnellate che avrebbe prodotto con un tradizionale gruppo elettrogeno. Il prelievo di energia dalla rete elettrica unitamente all’utilizzo di bank di neon a batteria per le riprese in ambienti interni ha prodotto un risparmio di oltre 37 mila euro.
Si è scelto di allestire una cucina da campo e di utilizzare stoviglie riutilizzabili evitando i trasporti per la consegna dei pasti e riducendo sensibilmente la produzione di rifiuti. La sostituzione delle bottigliette d’acqua con un boccione da 18 litri ha fatto sì che in due mesi di produzione siano stati utilizzati 170 boccioni d’acqua, anziché 6.120 bottiglie. Si è scelto inoltre di ricorrere a prodotti a km zero e di albergare vicino al set con indubbi benefici sia in termini di qualità della vita che di indotto per l’economia locale. Emissioni compensate: 94 tonnellate di CO2.
Infernet
Di Giuseppe Ferlito con Giancarlo Giannini (2015) (Green Ciak). L’intervento si è articolato in 3 fasi: emotional (green lifestyle placement), che è consistito nella rilettura della sceneggiatura e l’inserimento al suo interno, di buone pratiche e azioni green, con l’obiettivo di sensibilizzare gli spettatori verso comportamenti eco-sostenibili; engineering (green procurement), che si è attuato principalmente nella pianificazione di azioni per minimizzare e compensare le emissioni di CO2, in ogni ambito della realizzazione del film, dalla logistica, al service, alla produzione, fino alla post-produzione; monitoring, attraverso rilievi statistici presso campioni di spettatori, sarà possibile stimare gli effetti dell’azione di sensibilizzazione sul pubblico di spettatori.
Green jobs nel Cinema
Secondo i dati di Unioncamere, il 19% delle imprese del settore media e comunicazione (cinema, radio e tv) hanno investito tra il 2009 e il 2012 in prodotti e tecnologie green. In questo settore prevale l’attenzione al processo che si sta facendo via via più efficiente, quindi più ecologico. E i lavoratori “verdi” dell’intero settore sono circa 1.400.
Stati Generali del Cinema Verde
Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award: “Da quasi un anno il Ministero dei beni culturali si è impegnato formalmente per la costituzione di un tavolo di lavoro congiunto con il Ministero dell’ambiente, per la definizione di criteri condivisi per la produzione di film sostenibili, con lo scopo di definire forme di incentivazione fiscale. È un impegno preso a seguito delle nostre sollecitazioni qui dalla Mostra del cinema e sostenuto da un’interrogazione del presidente della Commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci. Nel frattempo credo che la strada migliore sia quella di autoconvocare gli Stati generali del cinema verde in occasione della prossima Festa del Cinema di Roma, quindi entro ottobre. Sperando che entro l’anno il Mibact costituisca questo tavolo. Sarebbe un bel segnale per il mondo del cinema e per combattere efficacemente i cambiamenti climatici, di cui si discuterà in alla Conferenza mondiale di Parigi fra novanta giorni”.
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