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di Massimo Berti – microfotovoltaico.com
Il Metano specie nei centri urbani rappresenta da oltre un secolo un vantaggioso vettore energetico per il riscaldamento termosanitario e la cottura, ma oggi alla luce delle nuove tecnologie domestiche, tutto può essere riformulato a favore dell’elettricità.
Già da decenni forni elettrici e a microonde si sono guadagnati il consenso dei consumatori, cotture innovative o tradizionali convivono esaltando una cucina sana, veloce e sicura, il tutto però, senza poter spodestare, il tegame sulla fiamma, baluardo di una gastronomia tutta Italiana, pertanto la richiesta di allaccio e posa dei contatori GAS “era” del tutto scontata per ottenere l’agibilità abitativa. Questo dogma, complice l’avvento della cottura a induzione è stato di fatto ridimensionato, aprendo interessanti confronti con l’odierna volontà di evitare emissioni di CO2 rincorrendo la massima efficienza possibile, foriera di benefit economici ed ambientali, ampiamente documentati.
Entrando nello specifico, sempre più abitazioni, dotate di Pompe di Calore e Piani ad Induzione, evitano i costi inerenti l’allaccio GAS, partendo dal mero impianto tubature/contatore, fino all’annuale balzello derivato dal nolo e/o messa in sicurezza dell’utenza, oneri a bilancio, di molto superiori al potenziamento dell’impianto elettrico, spesso non idoneo a sostenere potenze > ai 3 kW.
La promozione dei consumi efficienti, fortemente voluti dalla AEEG dapprima con l’inserimento della Tariffa D1 e successivamente con la delibera 582/2015/R/eel sembra voler inibire gli sforzi di chi ha investito nelle rinnovabili, per contenere l’acquisto di elettricità, premiando i grandi consumatori, ma da una più approfondita visione, dati alla mano, risulta che supportando il cambio radicale delle abitudini domestiche, alienando il metano o il GPL, pur aumentando i consumi elettrici, si concretizza una diminuzione dei costi energetici generali dell’abitazione.
L’aumento tariffario deliberato, dal 2016 vedrà a forza, una penalizzazione dei consumatori, che non superano i 1800 kWh. anno, “incentivando” l’approccio verso nuove tecnologie elettriche per la climatizzazione e la cottura, a emissioni zero.
Un paradosso che si stenta a capire, ma che sarà determinante nei prossimi decenni per abbattere lo smog cittadino, vera emergenza dei mesi invernali, ancora troppe volte sottovalutata.
Di fatto aumentando i consumi elettrici ed azzerando quelli derivati dalla combustione, potremmo traguardare successi insperati a beneficio della salute pubblica e del portafoglio. Spronando una modifica radicale delle abitudini inquinanti, condivise nelle nostre case, con l’ausilio dell’efficiente cottura a induzione o delle pompe di calore, supportate dal solare termico o dalla geotermia, dove le strutture lo permettono. E incentivando nei condomini, l’autoproduzione elettrica, di piccola taglia, come quella derivata dal Microfotovoltaico o dal Microeolico a spina rendendo tutti noi protagonisti del cambiamento.
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