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Cosa c’è nei cassetti della ricerca italiana? Dove sono, come si aprono, cosa nascondono i dipartimenti universitari, le eccellenze italiane a vocazione tecnico scientifica? Rispondere a questa domanda è più che mai strategico. Non tanto per misurare la produttività degli atenei, produttività che peraltro mai come in questi tempi richiede nuovi indici, nuovi e più precisi strumenti di valutazione – è di tutta evidenza che un dipartimento di ingegneria che sviluppa prototipi non può essere misurato con gli stessi metodi di un centro di ricerca sulle particelle – quanto per fornire al mondo imprenditoriale un “trailer” della conoscenza che verrà sviluppata nei laboratori nel prossimo anno. L’idea era quella di capire dove si sarebbe concentrato lo sguardi dei nostri scienziati nel 2009. Quali progetti nazionali o internazionali vedranno la luce nell’arco di questo nuovo anno.
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Buttando l’occhio nei cassetti del Politecnico di Milano, dell’Enea, aprendo l’elenco delle ricerche dell’Istituto Mario Negri o del Cnr ci siamo scontrati con una vastissima mole di progetti. Spulciando questo elenco ci si imbatte in ricerche che vedono al lavoro squadre completamente italiane e progetti coordinati da team internazionali. Lavori finanziati nell’ambito della Ue e ricerche promosse dalla Regione, da Fondazioni o anche da singole imprese private. Il mosaico che il sistema della ricerca italiana andrà a comporre nel 2009 non ha una forma specifica. I progetti in corso o da poco conclusi investono tutti i principali filoni che l’Europa ha abbracciato: dal nanotech alle biotecnologie, dalle energie rinnovabili alla terapia genetica. Difficile capire quali tra queste saranno in grado di fare la differenza. Negli ultimi anni, si legge nell’Outlook 2008 dell’Ocse su Scienza, tecnologia e industria, si riscontra un aumento dei brevetti e delle pubblicazioni scientifiche nella maggior parte dei Paesi.
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Gli Stati Uniti restano in testa ma perdono terreno rispetto agli emergenti. La pubblicazione di articoli scientifici è ugualmente aumentata ma è tuttora concentrata in pochi paesi. Difatti, l’insieme della zona Ocse pubblica oltre l’81% della produzione globale di articoli. Tuttavia, come sappiamo, Cina e India si stanno rapidamente riconfigurando, diventando produttori di sapere scientifico e brevetti. Quanto all’Italia, i dati Ocse mostrano che siamo all’inseguimento sia nel numero dei PhD, che nella preparazione matematica e scientifica degli studenti di 15 anni (Pisa). Proprio per questo è importante entrare nei laboratori. Quello che non mostrano i numeri lo raccontano le ricerche e le persone dietro questi progetti che abbiamo scelto di riassumere. La selezione è dettata dall’intento di fornire un quadro il più ampio possibile delle direttive lungo le quali si snoda la ricerca italiana . Nessuno può sapere quali di questi progetti si tradurrà in tecnologie innovative o business. Con certezza si sa solo che tutti insieme rappresenteranno un passo più o meno grande del sapere collettivo.
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[ Links utili e approfondimenti ]
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Attualmente non ci sono commenti per Dalla Nanotecnologia all’Informatica: Ecco Alcuni Progetti che Faranno Parlare di Sé Quest’Anno. Scienza Tecnologia e Industria Dentro i Cassetti dell’Università. Perchè non ne aggiungi uno?