Mais OGM: Il Messico Protegge il Suo Patrimonio di Biodiversità delle Antiche Specie di Mais. Ma la Sfida Contro le Multinazionali non è Ancora Conclusa e Nasce il Compromesso

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente

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Pubblicato il giorno 09 aprile 2009 - Nessun commento



   


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Città del Messico ha annunciato che adotterà tutte le misure necessarie per proteggere le più di 60 specie di mais che crescono sul territorio messicano noto anche come Altiplano. L’annuncio è avvenuto dopo pochi giorni prima che il governo del Messico avrebbe annunciato il divieto di coltivazione sperimentale di mais OGM in alcune zone del proprio paese. Il primo annuncio è stato dato da Marcelo Ebrard, sindaco della Città del Messico, attraverso la nuova legislazione conosciuta come Declaration of Protection of the Maize Breeds of the Mexico Altiplano. “L’Altiplano è uno dei centri di più importanti del Messico per la coltivazione del mais”, afferma il decreto. “La Teotihuacan, il Tolteca e il Mexica, tutte specie e culture che  hanno contribuito in modo sostanziale alla agricoltura dell’America vera.”

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Il mais ancora oggi è l’alimento base per lo stato del Messico. Mezza Città del Messico necessita di un territorio agricolo di circa 3000 ettari coltivati a mais, ogni anno. La nuova dichiarazione afferma che sarà istituito un apposito programma di ricerca con l’obiettivo di migliorare le specie locali di mais. Saranno anche erogati fondi a favore degli agricoltori che seminano solo semi di mais autoctoni e fondi per promuovere l’uso di fertilizzanti biologici. In questo momento l’acquisto e la distribuzione di mais transgenico in Città del Messico è vietata e la situazione dopo gli accordi appena presi inizia essere confusionaria. Esther Orozco, direttore generale dell’Istituto di Scienza e Tecnologia di Città del Messico, dichiara che la modificazione genetica è controversa e genera continue opposte opinioni e Città del Messico è la capitale del mondo del mais ed è per questo importante e necessario prendersi cura delle specie native: “È necessario per questo aumentare la ricerca per conoscere i veri effetti dell’utilizzo di mais transgenico in aree ricche di biodiversità”, afferma chiaramente Orozco, ma la risposta già la conosciamo.

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“Il nuovo progetto messicano di regolamentazione del mais ha creato una banca dei semi e de DNA per l’immagazzinamento dei campioni di semi di mais dell’Altiplano”, continua Orozco. “Non vi è alcun modo per controllare l’arrivo di mais transgenico nel Messico, perché il solo fatto di controllarlo sarebbe andare contro le multinazionali dell’industria agroalimentare degli OGM, ma sembra che nell’area di Città del Messico ancora non vi sia la presenza di piante e semi OGM“, afferma Joaquin Ortiz, ricercatrice presso il Postgraduate School a Texcoco, nei pressi di Città del Messico. Come si è spiegato la nuova regolamentazione a favore della biodiversità è avvenuta a pochi giorni prima di un decreto esecutivo da parte del presidente del Messico, Felipe Calderon, che ha avviato il paese in modo efficace al divieto della coltivazione sperimentale di mais transgenico (6 marzo). “Solo impianti sperimentali di mais OGM saranno autorizzati ma solamente caso per caso da SAGARPA [il Ministero dell'Agricoltura] a insieme a quelle aziende e centri di ricerca che presentano informazioni tecniche molto dettagliate e vincolanti per garantire rigorose misure di biosicurezza. Queste colture naturalmente non saranno commercializzate”, afferma l’importante decreto.

La semina sperimentale sarà effettuata esclusivamente in luoghi autorizzati, al di fuori delle zone di origine e di ricca biodiversità di mais tradizionale, infatti potrà essere fatto solo in alcune regioni del nord del paese, dove varietà di mais ibrido sono coltivate in forma commerciale.Ariel Alvarez, direttore della Commission of Biosafety and Genetically Modified Organisms (Cibiogem), ha affermato che già nuove richieste di coltivazioni di mais transgenico a fini sperimentali sono stati ricevuti dall’organo governativo. “Il primo permesso sarà autorizzato il entro la fine del 2009 a Sonora, Sinaloa, Tamaulipas, Chihuahua e Baja California, e alcune aree del nord dello stato”.

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