Influenza Suina: Quale Verità? Questioni Economiche, Case Farmaceutiche e Avidità hanno Veramente Saputo Creare una Pandemia?

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Zoom

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Pubblicato il giorno 04 maggio 2009 - Nessun commento



   


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L’epidemia di influenza suina è ancora un grave problema (che ora è possibile seguire tramite Google Maps). Tutto considerato, l’epidemia sembra essere la punta di un iceberg proverbiale. In aggiunta alle altre pratiche discutibili dell’industria agroalimentare un nuovo studio della Soil Association suggerisce che l’uso eccessivo di antibiotici potrebbe anche essere un fattore importante nella creazione di agenti patogeni super-resistenti agli antibiotici (a parte il ceppo mutante di virus dell’influenza suina che scatenando il caos ora). Questi batteri super resistenti includono: lo Staphylococcus aureus (MRSA, pronunciato “Mersa”), il Campylobacter un batterio resistente ai farmaci. E si sono riscontrati ceppi di MRSA proprio nelle grandi aziende agricole che allevano suini.

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Nicholas Kristof del New York Times (che ha già identificato il probabile collegamento tra l’industria agroalimentare e i nuovi batteri resistenti agli antibiotici) cita queste statistiche allarmanti:

  1. Uno studio olandese ha dimostrato che i suini sono 760 volte più portati ad essere portatori di MRSA, senza necessariamente presentare sintomi. Addirittura l’MRSA è stato trovato anche nel 12% dei campioni di carne di maiale venduta al dettaglio in Olanda. E negli USA il 39% dei suini sono portatori di MRSA.
  2. Lo stesso ceppo di MRSA è stato trovato anche negli Stati Uniti: secondo un nuovo studio condotto da Università dell’Iowa dall’epidemiologo Tara Smith, il 45% di allevatori di suini sono portatori di MRSA.

Ma la storia incomincia qualche tempo prima. Tom Anderson, medico di famiglia in un piccolo paese nel nord dell’Indiana, al primo perplesso, poi si è spaventato. Ha iniziato a vedere strane eruzioni cutanee sui suoi pazienti, a partire da più di un anno fa. Hanno iniziato come innocui ematomi ma presto divennero lesioni grandi come piatti, rosso fuoco e dolorosi al tatto. Si manifestavano ovunque, ma soprattutto i punti più comuni sono viso, ascelle, ginocchia e glutei. Ad analisi di laboratorio gli hanno riferito sono dovute a MRSA batteri resistenti agli antibiotici.

L’MRSA o talvolta spaventosamente chiamato “batterio mangia-carne” è già piuttosto noto dove è stato visto regolarmente dal 1990, ma più recentemente, diversi ceppi si sono incontrati in scuole, università e fra atleti. Il Centers for Disease Control and Prevention hanno riferito che già nel 2005, l’MRSA ha ucciso più di 18.000 americani in un anno, più dell’AIDS. Il Dr. Anderson alla prima non capiva il motivo per cui l’MRSA fosse comparso in una piccola città dell’Indiana. Poi ha iniziato a chiedersi se i maiali, presenti nei numerosi grandi allevamenti delle aziende agricole al di fuori della città potessero diventare incubatori per la diffusione della malattia. Ma poi, prima che facesse alcuna insinuazione molto bruscamente, il Dr. Anderson morì all’età di 54. Non c’è stata l’autopsia, ma un esame del sangue ha suggerito un attacco di cuore o aneurisma. Il Dr. Anderson stesso aveva subito almeno tre infezioni di MRSA, e ad un giornale olandese avrebbe affermato che l’MRSA trasportato dai suini risulta essere piuttosto pericoloso per il cuore dell’uomo.

Uno dei primi indizi per cui si pensasse che i suini potessero infettare le persone con MRSA è nei Paesi Bassi nel 2004, quando una giovane donna, è risultata positiva ad un nuovo ceppo di MRSA, chiamato ST398. La famiglia viveva in una fattoria, così le autorità sanitarie dopo diverse analisi avrebbero rilevato che 10 suini risultavano positivi al MRSA. Da allora, che il ceppo di MRSA si è diffuso rapidamente attraverso i Paesi Bassi, soprattutto nelle zone degli allevamenti di carne suina.

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Quindi qual è il legame tra questo ceppo di batteri resistenti agli antibiotici e l’industria dell’allevamento? Beh, per molti anni si è speculato sull’utilizzo inumano delle “fabbriche” suine che potrebbe diventare incubatori per virulenti super agenti patogeni che potrebbero rapidamente diffondersi come una pandemia, attraverso il contatto diretto, contaminando le acque sotterranee, o attraverso viaggi aerei. Grazie alle condizioni igienico sanitarie precarie dovute affollamento dei maiali in queste “fabbriche”, gli animali vengono pompati in pieno di antibiotici, il presupposto per organismi resistenti agli antibiotici e potenziale di crisi per la salute pubblica. Secondo uno studio da parte dell’Union of Concerned Scientists, il 70% di tutti gli antibiotici negli Stati Uniti vanno al bestiame, mentre nel 2008 sempre uno studio USA ha concluso che gli antibiotici negli alimenti per il bestiame sono stati “una componente importante” e che aumentava continuamente la resistenza agli antibiotici.

Quali interessi economici esistono nel settore dell’agroalimentare per non essere riusciti finora ad impedire qualsiasi legislazione che potrebbe vietare l’uso non terapeutico di antibiotici in nome della salute pubblica? Certamente è più conveniente per tutti dare farmaci agli animali, piuttosto che fornire alternative alla costrizione di vivere in condizioni di sopravvivenza spaventose.

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Image by Farm Sanctuary

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