La Genetica Salverà il Pianeta? Intervista a Craig Venter per capire cosa significa Biocarburante di 4° Generazione, il futuro nella biologia e nella cattura della CO2

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Energia, Energie rinnovabili

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Pubblicato il giorno 17 giugno 2008 - 1 commento



   


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Nel 200 riuscì a decodificare il genoma umano più velocemente di chiunque altro e ci riuscì anche a buon mercato grazie ad un ottimo team di tutto rispetto finanziato dal governo statunitense. Ma recentemente ha fissato il suo nuovo obiettivo per se stesso e la sua Synthetic Genomics: sostituire l’industria petrolchimica. Così Craig Venter in un laboratorio del Maryland sta modificando cromosomi nella speranza di creare un microorganismo in grado di catturare CO2 e grazie alla luce del sole, zuccheri e acqua produrre combustibile liquido che possa essere pompato. Così per il News Week Fareed Zakaria ha intervistato il personaggio che ha dato il via alla nuova frontiera dei biocarburanti di 4° generazione.

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  • Zakaria: Come stai andando a creare il combustibile del futuro?

Venter: Riteniamo che il combustibile del futuro provenga dalla biologia, manipolando il codice genetico di organismi semplici in modo che essi possano trasformare acqua, luce, zuccheri e CO2 in biocarburanti che le persone possano sostituirli al diesel o alla benzina alla pompa.

Venter: Semplicemente sarebbero degli enormi fermentatori dove i batteri trasformano le materie prime che gli vengono fornite. Già gli conosciamo fermentatori di questo tipo per produrre vino e birra. Stiamo utilizzando processi simili ma quelli per produrre le bevande alcoliche sono destinati a produrre molecole più complesse dell’etanolo. L’obiettivo è pertanto di creare biocarburanti che possano avere un più elevato contenuto energetico e che possano essere utilizzati negli esistenti infrastrutture energetiche.

  • Zakaria: Può risultare in qualche modo che rinascano ostacoli e problemi come quelli legati alla produzione di etanolo attuali mi riferisco in particolare ai problemi legati ai biocarburanti di 1° generazione.

Venter: Noi qui ancora ci creiamo dei problemi che provengono dai biocarburanti di 1° generazione, mentre esistono biocarburanti più avanzati ma provenienti da impianti sostenibili come quelli della lavorazione di alcune materie prime come la canna da zucchero. Noi stiamo lavorando alla 4° generazione di biocarburante dove la materia prima non è più la canna da zucchero ma la CO2 e di quella ne abbiamo veramente tanta da utilizzare. Alcuni vogliono nascondere la CO2 nel terreno pompandola in pozzi di petrolio o letti di carbone. Noi vogliamo invece utilizzarla per creare nuovi biocarburanti.

Venter: Riteniamo che il primo biocarburante sarà pronto forse fra 1-2 anni. Siamo sull’ordine di anni, non decenni.

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  • Zakaria: Il vostro biocarburante per essere utilizzato si dovrà apportare delle modifiche alle attuali infrastrutture e ai motori per essere utilizzato?

Venter: Fondamentalmente stiamo lavorando per creare un biocarburante che possa essere inserito all’interno delle infrastrutture esistenti. Anche per l’etanolo è necessario apportare alcuni adeguamenti alle autovetture per essere in grado di essere utilizzato come combustibile. Ma ora non lo sappiamo per certo, ma già riteniamo che il nuovo biocarburante non richiederà alcun adeguamento come accade per l’etanolo oggi. Senza contare il fatto che l’etanolo si mescola facilmente con l’acqua e questa nel motore evaporando può danneggiare il motore, Per questo puntiamo a realizzare un biocarburante che contenga bene poca acqua per risolvere appunto questo problema.

  • Zakaria: Hai affermato che il tuo biocarburante è generato da un batterio sintetico da un trilione di dollari. Si tratta di una pallottola di argento in grado di sostituire l’industria petrolchimica?

Venter: Il carburante attuale e l’industria petrolchimica è una fonte che genera trilioni di dollari, ad oggi esistono decine o centinaia di soluzioni ognuna delle quali potrebbe creare trilioni di dollari. Lo stesso petrolio che viene bruciato come combustibile è alla base per un’industria petrolchimica basata sulle plastiche, pensiamo ai capi di abbigliamento o ai prodotti farmaceutici.

  • Zakaria: Dopo che ci hai dimostrato i principi che stanno alla base per questo nuovo biocarburante, come si sarà in grado di produrre e distribuire su vasta scala il nuovo combustibile?

Venter: La biologia ci permette di poter creare anche un milione di microraffinerie e di non essere legati a giacimenti quindi a trasporti navali e poi su gomma. Grandi società e potenzialmente anche singoli individui potrebbero avere una piccola raffineria per creare il proprio biocarburante. Si eliminerebbero molti problemi legati alla distribuzione e quelli relativi all’inquinamento.

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  • Zakaria: Come può influire la tua tecnologia nei paesi in via di sviluppo?

Venter: Le nazioni in via di sviluppo non hanno spesso una grande infrastruttura energetica dedicata (per il carburante tradizionale), ma l’essere in grado di utilizzare queste nuove tecnologie e attuarle è abbastanza rapido da eseguire. Ad esempio come ha fatto il Brasile: che ha realizzato centrali di etanolo in prossimità delle colture per eliminare enormi costi di trasporto e riciclare facilmente una grande quantità di rifiuti in modo da poter fertilizzare il prossimo raccolto. Penso che possano esistere numerose soluzioni diverse da paese a paese. Luoghi con molta luce e vicino al mare potrebbero essere facilitate per l’approvvigionamento di materie prime. Letteralmente esistono centinaia di diverse soluzioni possibili là fuori che potrebbero essere adatte a ciascun paese e a ciascuna regione sulla base del funzionamento di ogni propria economia locale.

  • Zakaria: Il clima è un sistema complesso e impossibile da conoscere soprattutto se pensiamo al futuro. Come si può a tuo parere conoscere quale impatto può avere il nuovo biocarburante biologico sul clima?

Venter: Ebbene, sappiamo ciò che accade quando aggiungiamo nell’atmosfera CO2. Stiamo giocando un gioco molto pericolo rilasciando queste emissioni nell’atmosfera in quantità sempre maggiore, è come giocare alla roulette russa con il pianeta. Ridurre quindi la CO2 dall’atmosfera producendo il nuovo biocarburante è di per se un fatto chiaramente positivo. Se l’umanità può accogliere realmente questa sfida significherebbe compiere un passo piuttosto importante per la nostra sopravvivenza a lungo termine.

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  1. Almeno si riconoscono la varieta di possibili soluzioni, ma nessuno li viene in mente di chiedere allora perche utilizzare la genetica? la natura ha 5 millioni di anni d’esperienza e hanno gia scoperto le alghe che fanno questo stesso lavoro, noi non sappiamo ancora i collateralli legati agli OGM…

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