La prossima Bolla dell’Etanolo. Dai grandi impianti di produzione sospesi negli USA alle grandi società del Brasile. Capire la fonte “rinnovabile” che distrugge le grandi foreste pluviali

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Energia, Energie rinnovabili

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Pubblicato il giorno 12 maggio 2008 - Nessun commento



   


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[ Il Fallimento dell'Etanolo. Entro il 2009 oltre 40 Impianti di Produzione Chiusi negli USA. Volatilità dei Mercati e Insicurezza negli Investimenti. Quale Futuro per l'Industria Agricola e dei Biocarburanti? ]

Abbiamo già visto precedentemente come è possibile produrre in casa il proprio etanolo grazie a stazioni di servizio portatili come l’EFuel100 MicroFueler. E abbiamo già trattato il problema dei biocarburanti nei vari approfondimenti e guide. Ma ora il record del picco del petrolio non ha conservato i piani per le grandi società come POET Energy bloccando lo sviluppo dei suoi nuovi impianti a Glenville. Stessa coda per la Pacific Ethanol (Peix) che ha sospesola costruzione del suo nuovo impianto in California. “Fino a quando le condizioni di mercato non migliorano”. Stessa cosa vale per Panda Ethanol, Renewable Agricoltural Energy, BioFuel Energy Corp e VersaSun che annunciano la loro sospensione alla costruzione di impianti per la produzione di etanolo, attendendo nuovi segnali dalla politica e dal mercato.

Con il forte controllo pubblico e dei media sugli effetti ambientali ed economici della produzione di mais per etanolo, processo che non risulta assolutamente sostenibile fintanto che vengono abbattute grandi foreste per la sua coltivazione. Stessi controlli governativi partiranno per le aziende che stanno progettando o costruendo impianti per la produzione di etanolo no-food a base di cellulosa. All’inizio di questa scorsa settimana la costruzione del 3° impianto più grande al mondo della Peix per la produzione di etanolo è stata sospesa, l’impianto sarebbe stato costruito a Calipatria in California. Sempre durante questa settimana il North Platte Bulletin riportava che sono state bloccate le colture per Panda Ethanol e Renewable Agricoltural Energy.

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Mentre quindi gli USA stanno sospendendo la costruzione dei loro impianti per la produzione di etanolo, il governo brasiliano sta continuando (da più di 30 anni) ad investire massicciamente in infrastrutture per la produzione di etanolo. Ora il paese che produce il 45% del proprio carburante sta guardando con aggressività per il suo mercato interno al di là dei biocarburanti di prima generazione. Il Brasile produce 21 miliardi di litri di etanolo ogni anno, stimando che il numero raddoppierà entro il 2015, guardando sempre più gli Stati Uniti come potenziali acquirenti. Così dopo accordi di condivisione di tecnologia e tasse che toccano gli 11 centesimi di dollaro per litro impediscono la competizione ed un accesso a buon mercato per l’etanolo brasiliano negli USA.

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Ma gli zuccheri fermentabili sono considerati una migliore e facile materia prima coltivabile rispetto al grano. L’etanolo dallo zucchero brasiliano fornisce un ritorno in termini di efficienza di conversione migliore di 8 volte rispetto all’energia fossile. Il rendimento del mais da etanolo invece si ferma all’1,3. Il Brasile tutt’ora risulta il 2° produttore del mondo di etanolo dopo gli USA che dal 2005 hanno detronizzato il paese sudamericano nonostante una considerevole importazione di materie prime da questo. Qui di seguito invece riportiamo secondo l’ottimo Eart2Tech, quelli che possono essere considerati i grandi attori di queste ascese al potere.

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Cosan SA è il più grande coltivatore e trasformatore di canna da zucchero del pianeta: 36,2 tonnellate di canna da zucchero ed 1,5 miliardi di litri di etanolo prodotti nel 2007. Recentemente la Cosan SA si sta proponendo per acquistare tutte le stazioni di servizio ExxonMobil. La Cosan SA spiega che il 61% delle proprie entrate proviene dalla vendita dello zucchero, il 33% dalla vendita dell’etanolo ed il 6% dalla vendita di energia elettrica prodotta dalla combustione di sottoprodotti della canna da zucchero. Diniz ha aggiunto che la società sta sviluppando canna da zucchero geneticamente modificato che può essere coltivata in vari climi e che aumenterebbe la propria produzione dalle 150 alle 200 tonnellate pro capite dalle attuali 85.


Petrobras oltre ad avere ancora notevoli interessi petroliferi è anche il maggior acquirente di etanolo nel mondo. Petrobras è un’impresa del settore energetico che in realtà non produce etanolo ma lo acquista e lo rivende attraverso la sua rete distributiva. Secondo la Petrobras “Gli USA sono il mercato in cui vorremmo approdare”. Mentre in partenariato con la Nippon’s Alcool Hanbai la Petrobras esporterà l’etanolo brasiliano in Giappone.

  • Santelisa Vale


Santelisa Vale è il secondo produttore più grande di canna da zucchero ed etanolo del Brasile. Santelisa Vale recentemente ha venduto il 50% della sua società alla Tropical BioEnrgia, lanciando nuove raffinerie di etanolo.


Crystalev è una filiale della Santelisa Vale. Le sue operazioni commerciali sono enormi potendo considerare Crystalev come il più grande produttore di energia (potenzialmente) rinnovabile del Brasile. L’azienda afferma di produrre 2 miliardi di tonnellate di zucchero ed 1 miliardo di litri di etanolo ogni anno. Tuttavia le operazioni della Crystalev rappresentano solo l’8% del totale della canna da zucchero pressata ogni anno in Brasile. Crystalev insieme alla californiana Amyrsis hanno avviato progetti per sviluppare combustibili rinnovabili per aerei iniziandone la commercializzazione del biodiesel estratto dallo zucchero entro il 2010.

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[ Links utili e approfondimenti ]

  • Celle a Combustibile ad Etanolo: Tecnologia Innovativa e Sostenibile all’Orizzonte. Svolta nel Settore delle Celle a Combustibile Grazie ad un Potente Catalizzatore e ad un Prezioso Metallo, il Rodio



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