15 Miti da sfatare per il Biodiesel. #1 Approfondimento: Capire i biocarburanti e la crisi in atto. Luci ed ombre fra oro nero e nuove fonti energetiche sostenibili

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Guide utili, Zoom

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Pubblicato il giorno 14 aprile 2008 - 2 commenti



   


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Da GreenOptions.com un’interessante e ottima guida da consultare per quel che riguarda il biodiesel. 15 miti da sfatare  per colmare le informazioni spesso inesatte diffuse o dati comunemente fraintesi. Innanzitutto il biodiesel è un carburante proveniente da oli vegetali e occasionalmente da grassi animali. Può provenire quindi dall’olio di soia come dall’olio fritto di un hamburger da fast food. Il biodiesel può essere utilizzato naturalmente solo in motori diesel e non a benzina, miscelandolo con il normale diesel in varie percentuali. Ad esempio il B20 è una miscela di 20% biodiesel e 80% diesel tradizionale o B100 il biodiesel puro, il biodiesel prodotto in casa qui non è affrontato in quanto spesso non soddisfa gli standard di certificazione del biodiesel ASTM.

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Ecco quindi 15 miti per il biodiesel da sfatare:

L’errore più comune che riguarda questi 2 biocarburanti. Il biodiesel e l’etanolo infatti sono completamente diversi: l’etanolo è il prodotto di una fermentazione, mentre il biodiesel è un composto chimico proveniente dalla trasformazione del grasso o dell’olio. L’etanolo generalmente proviene dalla canna da zucchero e geograficamente dal Brasile oppure viene prodotto dalla fermentazione del mais o dal grano negli USA. Nel secondo caso il mais viene fatto fermentare con acqua per formare un liquame poi trattato con enzimi che abbattono gli zuccheri complessi come il destrosio trasformandoli in zuccheri semplici come il saccarosio. Il liquame ottenuto viene trasferito in altre vasche alla quale vengono successivamente aggiunti lieviti. Questi trasformano il saccarosio in CO2 ed etanolo.

L’etanolo può essere anche estratto da altri materiali vegetali contenenti cellulosa mediante processi ancora in fase di sviluppo, infatti il primo grande  impianto che estrarrà etanolo dalla cellulosa entrerà in funzione nel 2009. La ricerca ha già dimostrato che l’etanolo estratto dalla cellulosa potrebbe rilevare da solo il 30% dell’utilizzo di benzina negli USA riducendo le emissioni di gas serra. L’etanolo si mescola con la benzina, la metà della benzina ad esempio negli USA è già miscelata al 10% con etanolo. Recenti studi comunque hanno scoperto che questa percentuale si può alzare fino al 20% senza problemi per non rovinare i motori delle auto. Solitamente l’etanolo viene venduto E10 (10% etanolo, 90% benzina) o E85 (85% etanolo, 15% benzina) utilizzato dai motori Flex-Fuel.

Il biodiesel più comune proviene dalla miscelazione di oli vegetali con idrossido di sodio  e metanolo, questo processo divide le molecole di grasso producendo un biodiesel meno viscoso e lasciando uno scarto di glicerolo. La fonte per eccellenza ed un sogno da impiegare su larga scala riguarda la produzione di biodiesel dalle alghe, una fonte non alimentare che potrebbe dare delle rese eccezionali. Il primo impianto di biodiesel ad alghe è entrato in funzione il 1° aprile del 2008. Il biodiesel può essere miscelato con il gasolio in qualsiasi quantità ma le miscele più comuni sono il B5(5% biodiesel e 95% gasolio), B20 e B100.

L’etanolo estratto dal grano e il biodiesel estratto dalla palma malese provocano forti impatti negativi e sostanziali quali la deforestazione e l’inquinamento delle acque con benefici discutibili ma sono tuttavia diverse dalle coltivazioni bioenergetiche come il biodiesel estratto dalla soia e i biocarburanti di seconda generazione che non si basano su fonti alimentari come il biodiesel estratto dalle alghe.

Queste sono le news più recenti che riguardano la produzione di biocarburanti non a base alimentare:

> Il primo impianto a biodiesel ad alghe è entrato in funzione il 1 aprile 2008.

> Il primo impianto di produzione e commercializzazione d’etanolo entrerà in funzione nel 2009 ed utilizzerà scarti e rifiuti dell’industria del legno.

> La GM annuncia un partenariato per realizzare auto ad etanolo molto economiche.

  • 3. E’ necessaria una conversione della propria auto per utilizzare il biodiesel.

Esiste solo un produttore che vieta esplicitamente l’utilizzo del nuovo biodiesel alle Audi A3. Detto questo è possibile utilizzare il biodiesel in quasi tutti i motori diesel senza alcuna modifica. E se sei probabilmente un proprietario di un auto diesel potresti immediatamente riempire il serbatoio con il B100 (al 100% di biodiesel) senza problemi di sorta. Il ragionamento per cui questo mito si è diffuso dipende dalle proprietà del solvente che nel corso del tempo può degradare la gomma naturale ma il problema è facilmente risolvibile visto che se guidando un vecchio veicolo può essere buona regola cambiare il filtro del carburante al termine di ogni serbatoio di biodiesel o due oppure utilizzando filtri come Napa o Autozone. Ma possiamo subito dire che per molti veicoli la gomma naturale dei filtri non viene più usata dal 1990. Da qui possiamo dire che a seconda dell’età della vostra auto potrebbe essere necessario cambiare il filtro del carburante con uno sintetico e per un meccanico si tratta di 15 minuti di lavoro.

  • 4. Il motore se viene utilizzato biodiesel può danneggiarsi.

Assolutamente falso, semmai ci sono state segnalazioni quando qualcuno ha provato ad utilizzare biodiesel in motori a benzina (!). Aziende costruttrici come OEM hanno avuto in passato un comportamento alquanto cauto con il biodiesel ma i più grandi nomi del mondo del diesel come Cummins, Caterpillar, John Deere e altri hanno chiarito che può essere utilizzato il B20 o superiori senza alcun problema. Il biodiesel e il gasolio hanno una struttura e proprietà chimiche molto simile , semmai si discute di una maggiore e significativa lubrificazione al carburante così è in grado di estendere la vita del motore.

  • 5. Il biodiesel può comportare una diminuzione di potenza.

Il biodiesel contiene l’8,5% in meno di energia per gallone rispetto al diesel. Quindi utilizzando un B20 significa avere una perdita di potenza e rendimento del 1-2%. I test su strada hanno dimostrato che utilizzando anche un B20 le differenze con un motore diesel sarebbero indistinguibili. Lo stesso test è stato effettuato utilizzando Il biodiesel in macchinari come attrezzature agricole pesanti senza che risultasse una qualche differenza notevole. Stesso discorso varrebbe per un B100.

  • 6. L’utilizzo del biodiesel può invalidare la garanzia dell’automezzo.

Questo è in parte vero visto che tutti i produttori di biodiesel si sono avvicinati con cautela a riconoscere una garanzia all’uso del B20 nei veicoli nuovi. A tutt’oggi la legge vieta il decadere della garanzia ad un autoveicolo solo perché è stato utilizzato il biodiesel, La cosa migliore che puoi fare è verificare direttamente il fatto con il produttore di biodiesel.

  • 7. Il biodiesel non può essere utilizzato a basse temperature.

Riportiamo direttamente  le linee guida d’uso delle miscele del biodiesel:

> B100 può essere utilizzato non sotto una temperatura di 4° C

> B50 tra i -6 e i 4° C

> B20 sotto i -6°C

Bisogna tener comunque presente che la temperatura critica per il biodiesel dipende anche dalla sua composizione (grassi saturi come olio di cocco o quelli estratti da parti animali tendono a far congelare prima il biodiesel). Naturalmente i produttori dovrebbero essere in grado di darvi maggiori informazioni su questo punto anche se la maggior parte del biodiesel in circolazione è a base di soia. In ogni caso se si finisce per utilizzare la miscela sbagliata e rimanere quindi a piedi per il freddo, il motore semplicemente si spegne quando il filtro del carburante si gela sufficientemente ma questo non provoca alcun danno permanente al motore.

  • 8. Sul biodiesel non viene fatto alcun controllo di qualità.

L’industria applica severe linee guida per il proprio standard di biodiesel. Il statunitense National Biodiesel Board ha anche istituito la certificazione di qualità BQ-9000 per creare un programma a livello nazionale riconosciuto dai vari distributori. Non c’è sicuramente da preoccuparsi per la qualità del biodiesel alla pompa considerando invece la scarsa attenzione e livelli di qualità per il tradizionale petrol-diesel. Il controllo di qualità può essere un grosso problema quando tuttavia si utilizza biodiesel fatto in casa o acquistato da una cooperativa di biodiesel. Se si sceglie quest’ultima ci si può assicurare dei test fatti periodicamente.

  • 9. Il biodiesel richiede una nuova infrastruttura di distribuzione del carburante.

Uno dei principali vantaggi dell’utilizzo del biodiesel è la perfetta integrazione di questo nelle infrastrutture esistenti a differenza dell’etanolo. Il biodiesel può essere immagazzinato dalla stessa infrastruttura di rifornimento del diesel.

Il biodiesel ultimamente è stato venduto a $ 0,75 per litro, non male considerando il prezzo attuale del diesel.

  • 11. Il biodiesel richiede più energia per la produzione di quella prevista per il diesel.

Il bilancio invece è in positivo in quanto l’energia utilizzata per la semina delle colture, la crescita, la pressatura e l’estrazione dell’olio dai semi e la distribuzione del prodotto è più bassa rispetto ad un completo ciclo di estrazione e raffinamento del petrolio in diesel. I dati parlano di 2/3 di energia in meno.

  • 12. L’intero processo di produzione del biodiesel aumenta l’emissione di gas serra.

Secondo l’Universiy of Minnesota nel 2006, la produzione di biodiesel da soia e l’uso dello stesso riescono ad incidere sull’intero ciclo di vita dei gas serra e delle loro emissioni del 41% rispetto al normale gasolio. In realtà il biodiesel puro riuscirebbe ad incidere fino al 90% rispetto al gasolio. D’altra parte lo stesso studio afferma che la produzione di etanolo dal grano invece riesce ad incidere il 12% e di fatto aumenta le emissioni di 5 sostanze inquinanti.

Che cosa c’è di vero? Gli USA già producono una grande quantità di biodiesel dalla soia ma non dimentichiamo che il biodiesel può essere prodotto da una moltitudine di materie prime come la colza, le alghe oppure oli vegetali considerati rifiuti (WVO). Come ogni altra coltivazione la soia e la colza possono essere coltivati in modo sostenibile o insostenibile. Ora il National Biodiesel Board ha istituito una task force per quantificare l’impatto ambientale della produzione di biodiesel, il suo uso e lo sviluppo sostenibile delle pratiche di utilizzo.

  • 14. Gli scarichi del biodiesel provocano cattivi odori.

Il B100 lascia leggermente una sorta di odore di patatine fritte, in ogni caso è difficile non sorridere quando si riconosce l’odore.

  • 15. Gli scarichi del biodiesel producono più emissioni nocive del gasolio.

Il biodiesel è l’unico carburante alternativo che ha completato tutti i test del “Clean Air Act”. Il biodiesel infatti contiene una percentuale di ossigeno quindi si brucia completamente a differenza del diesel con conseguente riduzione delle emissioni. Tutti i principali inquinanti sono ridotti drasticamente (il B100 arriva al 90% della loro quantità) a differenza dell’ossido di azoto per le miscele superiori al B20. Già però la nuova tecnologia diesel come quella utilizzata dalla Mercedes BlueTec elimina il problema riducendo le emissioni di ossido di azoto dell’80%. Per questo motivo il biodiesel ora è utilizzato in aree sensibili come parchi nazionali e in prossimità di parchi marini.

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[ Links utili e approfondimenti ]

  • Biodiesel dai Fondi di Caffè: Con un Potenziale di 1300 Milioni di Litri in Tutto il Mondo Ecco Scoperta una Nuova Fonte per Produrre Biodiesel in Modo Sostenibile



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2 commenti

Ci sono attualmente 2 commenti on 15 Miti da sfatare per il Biodiesel. #1 Approfondimento: Capire i biocarburanti e la crisi in atto. Luci ed ombre fra oro nero e nuove fonti energetiche sostenibili. Perhaps you would like to add one of your own?

  1. Non viene menzionato il biodiesel derivante dalla coltura della jatropha curcas. Progetti già realizzati ne indicano tutte le potenzialità in senso assolutamente postivo e da tutti i punti di vista compresa l’assenza di odori sgradevoli durante la combustione. Ne gradirei una dissertazione quanto più critica possibile. Il progetto dalla mia organizzazione già avviato in aree dell’Africa est (ed altrove) danno risultati molto più che apprezzabili. Grazie per l’attenzione. Claudio

  2. Vorrei sapere il tipo di alghe marine servono perche vorrei rifornirvi

  3. [...] potuto considerare recentemente nei nostri ultimi approfondimenti riguardo i biocarburanti e il biodiesel, non è tutto oro quel che luccica ma va comunque affrontato con spirito critico con le doverose [...]

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