Economia della Condivisione e Alternative: Costi Ambientali della Globalizzazione

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Alimentazione, Ambiente, Green Economy, Zoom

Taggato come: , ,

economia_condivisione_green_economy_6

Pubblicato il giorno 03 novembre 2010 - Nessun commento



   


Se qui sei nuovo ISCRIVITI alle News RSS feed. Thanks for visiting!



Diversi rapporti delle agenzie delle Nazioni Unite durante lo scorso anno indicano che il tributo pagato dai diversi ecosistemi ambientali a causa della globalizzazione e di un’urbanizzazione sempre più aggressiva è sempre più pesante. D’altro lato, gli spettri del cambiamento climatico e il picco del petrolio minacciano la sostenibilità a lungo termine delle attuali strutture di commercio internazionale.

Il commercio internazionale forma una quota sempre più crescente della nostra spesa in carburante fossile e sappiamo benissimo come il trasporto dipenda da tale fonte. Non solo alcune nazioni esportano ed importano prodotti identici che potrebbero restare nel mercato nazionale, ma molti paesi industrializzati ora esternalizzano sempre più il proprio impatto ambientale dei propri modelli di consumo di beni di importazione.

economia condivisione, economia della condivisione, alternative economiche, crisi economica, green economy

Se i governi sembrano lenti nel fornire risposte a questi problemi, alcuni paesi addirittura le domande non se le pongono proprio. Il Transition Towns Network, uno dei più rapidi movimenti sociali in crescita nel mondo mira a ridurre l’impatto ecologico delle attività economiche attraverso la costruzione di modelli flessibili e diversificati di economie locali. Attraverso progetti come programmi di valuta locale e workshop riqualificazione sociale, le persone si auto-organizzano per ringiovanire l’attività economica localizzata e ridurre l’utilizzo di combustibili fossili.

Lo scopo di tali iniziative può essere sicuramente una forma di autarchia, ma anche riallineare la produzione e distribuzione di beni e servizi entro i limiti ecologici e continuare a garantire i bisogni umani fondamentali. I sostenitori della localizzazione riconoscono che le economie di scala sono essenziali per la produzione efficiente in alcune zone, come ad esempio la produzione di dispositivi elettronici. Ma dove ci sono maggiori benefici ambientali e sociali nella produzione su scala minore, il commercio locale deve avere la priorità.

Un’economia globale organizzata in questo senso rifletterebbe il principio di sussidiarietà commerciale. Mentre una sussidiarietà politica comporta devoluzione decisionale al livello più basso possibile, estendendo il concetto di sussidiarietà nel regno della produzione e del consumo significherebbe incoraggiare lo scambio di merci in modo più locale possibile. I benefici ambientali sono due. In primo luogo, la sostituzione su larga scala, la produzione ad alta intensità energetica e sistemi di trasporto localizzati su piccola scala, i sistemi a bassa intensità energetica aiuterebbero i paesi a ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra. In secondo luogo, ridurrebbero l’effetto che permette alle nazioni ricche di evitare le conseguenze ambientali dei loro modelli di consumo troppo esteso a scapito di quelle povere.

La crisi finanziaria del 2008 ha mostrato chiaramente le falle del sistema economico attuale che ha dominato la politica economica dal 1980. Nonostante l’ideologia dominante laissez-faire, l’intervento del governo nell’economia e la nazionalizzazione di molte istituzioni finanziarie si sono dimostrate essenziali per prevenire il collasso a livello di sistema, ma non è abbastanza. E’ ormai chiaro che i mercati non regolamentati non sono intrinsecamente stabili, né portano ad una maggiore prosperità per tutti. Le politiche volte a promuovere il libero scambio e la globalizzazione economica concentrano la ricchezza nelle mani di pochi, mentre le comunità in tutto il mondo sono diventate più vulnerabili agli shock del mercato globale verso una corsa al ribasso di standard lavorativi e ambientali.

Un numero crescente di banche comunitarie e cooperative di credito stanno cercando di riorientarsi per finanziare investimenti a lungo termine nel mondo del locale e dell’impresa sociale. Il boom del microcredito è anche rafforzato da investimenti sociali nelle regioni più povere dei paesi in via di sviluppo (con progetti come Kiva), consentendo alle persone di progettare e lanciare imprese localizzate in aree spesso trascurate dalla finanza tradizionale. E le alternative a modelli di business aziendali, come le cooperative, imprese sociali e aziende a conduzione familiare, stanno ricevendo un nuovo supporto per incoraggiare la partecipazione locale e la produzione di beni.

Per molte persone, la motivazione per ricostruire economie locali va ben oltre le preoccupazioni pratiche sulla stabilità economica e la sostenibilità. Esso si radica in una profonda insoddisfazione di uno stile di vita promosso da un sistema economico che globalizza la produzione e il consumo, il profitto e l’efficienza. E’ invece possibile scegliere un’altra direzione che favorisca lo sviluppo umano e salvaguarda il pianeta per le generazioni future. Ma come ricorda Noam Chomsky in alcune sue riflessioni dal titolo “10 strategie della Manipolazione Mediatica” è importante avere bene a mente come governi, organizzazioni ed organismi utilizzano ogni media per promuovere soluzioni ed “alternative”, che spesso possono risultare sostenibili o a favore di uno sviluppo sociale… a scapito della persona e del suo pensiero.

economia condivisione, economia della condivisione, alternative economiche, crisi economica, green economy

[ Links utili e approfondimenti ]



Condividi

Informazioni sull'autore: Redazione - GenitronSviluppo.com

GenitronSviluppo.com è un blog network dedicato all’innovazione sostenibile attraverso cui vengono pubblicate notizie ed approfondimenti su: tecnologie, buone pratiche, ecodesign, bioarchitettura, agricoltura ed energia verso un futuro più intelligente e sostenibile, ma non solo… GenitronSviluppo.com vuole essere sostegno per aziende, istituzioni e processi culturali di innovazione per uno sviluppo sostenibile locale, nazionale e sociale.

Sfoglia gli articoli archiviati come Redazione - GenitronSviluppo.com

Nessun commento

Attualmente non ci sono commenti per Economia della Condivisione e Alternative: Costi Ambientali della Globalizzazione. Perchè non ne aggiungi uno?

Scrivi un commento