ECOBONUS: Quanto Funzionano Realmente?

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Energia, Energie rinnovabili, News, Zoom

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Pubblicato il giorno 22 novembre 2013 - Nessun commento



   


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Il tema del risparmio energetico e dell’utilizzo razionale delle risorse è, come noto, un argomento molto importante ed attuale sia per motivi di carattere “ecologico” sia per motivi più strettamente “economici”.

Per promuovere la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, lo Stato mette a disposizione diversi incentivi tra cui: la Detrazione IRPEF al 65% delle spese sostenute per il miglioramento dell’efficienza energetica, prorogata a tutto il 2014 dall’ultima Legge di Stabilità, ed il Conto Termico, introdotto quest’anno, che prevede un rimborso fino al 40% delle spese sostenute per interventi volti alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili.

Tuttavia, nonostante queste iniziative, in Lombardia gli edifici in classe energetica G (la più inquinante ed energivora) sono il 50,95%, mentre quelli certificati nelle classi più ecosostenibili (vale a dire A+, A e B) sono, in totale, soltanto il 5,91%. Tali informazioni sono riferite ai soli fabbricati dotati di Certificazione Energetica; quindi è lecito pensare che, se il paragone fosse esteso all’intero patrimonio edilizio, i numeri sarebbero ancor più negativi, poiché le costruzioni ancora sprovviste di ACE sono quelle più obsolete.

I dati di Finlombardia e Rete Irene

Analizzando i dati forniti da Finlombarda e Rete Irene il quadro che ne emerge è allarmante. In Lombardia gli immobili residenziali che hanno più di 30 anni sono 3.300.000 (circa il 75% del totale), di queste abitazioni oltre il 47% non ha mai subito interventi di riqualificazione energetica, quindi consuma ed inquina molto più di quanto dovrebbe. Si tratta di edifici costruiti in periodi in cui il tema del risparmio energetico non veniva considerato e pertanto il giusto comfort interno veniva ottenuto a fronte di ingenti consumi. Tali costruzioni sono caratterizzate da impianti di riscaldamento obsoleti e poco efficienti, murature scarsamente o per nulla isolate, infissi esterni non adeguati, ed arrivano a consumare fino a 3 volte in più rispetto ad un edificio nuovo. Tutto ciò fa sì che il fabbisogno energetico medio di un appartamento a Milano sia da 1,5 a 3,5 volte superiore rispetto ad altre città europee come Berlino, Parigi, Vienna o Zurigo, dove le temperature sono più fredde e l’energia costa meno. Un appartamento lombardo di 80 mq consuma mediamente 1600 mc di metano all’anno, uno svizzero o austriaco ne consuma solo 400. Una delle cause di tale situazione va ricercata nel modello di incentivazione fin qui adottato: esso non ha risolto in maniera efficace il problema degli alti consumi/alto inquinamento caratteristico di buona parte delle costruzioni italiane.

Ecobonus Immobili

Questi provvedimenti si configurano come una sorta di “rimborso spese” delle opere già eseguite e pertanto risultano essere accessibili solo da chi possiede risorse economiche tali da poter finanziare l’intervento. Così facendo, gli sgravi fiscali/contributi non riescono ad arrivare là dove ce ne sarebbe più bisogno: in quegli edifici ormai datati, i cui proprietari non dispongono dei mezzi necessari ad intraprendere lavori di riqualificazione, molto spesso a causa del perseverare della crisi economica. Inoltre, per poter costituire i necessari fondi incentivanti, lo Stato attinge da tutti, anche dai soggetti economicamente più deboli (utilizzando per esempio l’addizionale sul prezzo del gas), per dare ai pochi che hanno mezzi per attuare gli interventi. In questo modo vengono soltanto sottratte risorse ai consumi senza risolvere in maniera decisiva la questione del risparmio energetico in edilizia.

Come superare i limiti degli Ecobonus?

Per poter superare questi limiti occorre considerare un punto fondamentale: se un intervento di riqualificazione è stato ben progettato, sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello economico, esso si ripaga da solo in pochi anni (in molti casi meno di 3). Pertanto, come sottolineato dal vicepresidente di ANTA, non si richiederebbero più sgravi fiscali, ma un efficiente accesso al credito istituendo un “fondo di rotazione” come garanzia al prestito bancario. La banca erogherebbe al beneficiario i fondi necessari alla completa realizzazione delle opere, da restituire nel tempo di ritorno dell’investimento. Una volta rimborsato il prestito, questo tornerebbe disponibile per finanziare altri interventi. Tale modello offrirebbe molteplici vantaggi: permetterebbe una diffusa riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, creerebbe maggior lavoro e reddito per gli attori interessati, consentirebbe a quanti ne usufruissero di ottenere maggiori risparmi ed aumenterebbe il valore economico dell’immobile.

Un metodo di finanziamento simile, ma i cui effetti reali sono ancora ampiamente da verificare, è costituito dal cosiddetto “Pacchetto Casa” introdotto dalla Legge IMU entrata in vigore il 30 ottobre scorso: la Cassa Depositi e Prestiti, grazie ad uno stanziamento di 2 miliardi di euro, garantirà i mutui per l’acquisto di abitazioni in classe A, B e C e per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti.

Le argomentazioni sopra esposte non pretendono di sostenere che Conto Termico e Detrazione 65% siano incentivi del tutto inutili, in quanto contribuiscono in qualche modo al miglioramento energetico dei fabbricati e producono lavoro; emerge però che l’adozione di misure alternative sia molto più efficace e conveniente tanto per i cittadini quanto per il paese.

Arch. Marco Casavecchia

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