Il Mediterraneo Orientale Galleggia su un Mare di Idrocarburi

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Maxi-giacimento di gas scoperto dall’Eni al largo dell’Egitto

Pubblicato il giorno 30 settembre 2015 - Nessun commento



   


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Corriere della Sera Economia

Il maxi-giacimento di gas scoperto dall’Eni al largo dell’Egitto renderà autosufficiente Il Cairo per almeno 10 anni e potrebbe anche dare all’Europa qualche arma in più per emanciparsi dalla sudditanza nei confronti di Vladimir Putin. Ma c’è di più. Questo giacimento, che l’Eni ha chiamato Zohr, è poco distante da quello di Tamar che oggi soddisfa l’intero fabbisogno di gas di Israele, e da quello di Leviathan, ancora più capiente, che gli israeliani non hanno cominciato a sviluppare.

La nuova scoperta fornisce quindi un importante supporto a uno studio dell’Us Geological Service che identifica il Bacino del Levante, dalle coste egiziane a quelle israeliane e libanesi, fino alla Siria da una parte e a Cipro dall’altra, come l’area più ricca d’idrocarburi del mondo ancora da esplorare. In base a questo studio, il Bacino del Levante potrebbe contenere oltre 3.500 miliardi di metri cubi di gas. Da qui si potrebbe estrarre una quantità di gas tale da soddisfare ampiamente tutte le necessità dell’area, contribuendo alla sua stabilizzazione politica, e ne avanzerebbe ancora per esportarlo altrove.

Resta da chiedersi, però, se tutto questo gas verrà mai estratto. Zohr contiene almeno 850 miliardi di metri cubi di gas o forse anche di più, in base alle ultime valutazioni del numero uno dell’Eni, Claudio Descalzi. Da qui si potranno estrarre, nel giro di due anni, secondo le promesse di Descalzi, almeno 80 milioni di metri cubi di gas al giorno, a copertura del fabbisogno egiziano. Una fortuna energetica straordinaria, che potrebbe significare, per gli 82 milioni di egiziani affamati di energia la fine dei continui blackout e la possibili-ti di alimentare a basso costo nuovi impianti di dissalazione, per alleviare le carenze idriche del Pese.

Zohr: contiene almeno 850 miliardi di metri cubi di gas

Leviathan, da parte sua, contiene altri 680 miliardi di metri cubi di gas, che Israele contava di vendere all’Egitto, prima della scoperta di Zohr. Ora che questa speranza è sfumata, gli investitori stanno punendo le società coinvolte nel progetto, come Delek o Amer Oil, perché non è più tantc chiaro chi sarà interessato a comprare tutto quel gas. Un altro possibile target potrebbe essere l’Europa, ma il mercato del gas del Vecchio continente al momento è saturo e sta declinando, da un lato per colpa della crisi economica, dall’altro per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, che tendono a rimpiazzare la produzione delle centrali a gas.

In Italia, ad esempio, i consumi di gas sono scesi da 60 a 80 miliardi di metri cubi all’anno. Lo stesso discorso vale anche per l’eventuale esportazione verso l’Europa di una parte del gas di Zohr. La prospettiva di fare dell’Italia un hub del gas, per emancipare il Vecchio continente dalle incerte forniture russe, comporterebbe come minimo la costruzione di altri rigassificatori, oltre ai tre attualmente operativi. In un caso e nell’altro, si tratta di investimenti che avrebbero bisogno di certezze sui clienti finali e di prezzi competitivi con quelli del gas russo. Per molti analisti queste certezze per ora non ci sono.

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