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Ogni isola, costruita su una piattaforma galleggiante convertirebbe prima di tutto il calore dell’oceano tropicale in energia elettrica e acqua potabile, sfrutterebbe le correnti sottomarine (vedi anche: “Energia dal mare … da sotto il mare”) e grazie ad impianti superficiali sfrutterebbe il moto ondoso. I moduli esagonali che permetterebbero così di essere uniti facilmente l’uno con l’altro, potrebbero produrre 250 MW e si calcola che ne servirebbero 50000 di questi impianti per soddisfare la la domanda attuale di energia elettrica di tutto il mondo.
Energy Island è una joint venture nata dalla collaborazione fra industria e mondo accademico internazionale che punta ad una condivisione di infrastrutture, bassi costi operativi, flessibilità e fattibilità di applicazione in diversi luoghi, climi ed esigenze. Energy Island è stata progettata inizialmente per le acque tropicali dove la conversione di energia termica dall’oceano sarebbe rilevante. L’isola galleggiante di forma esagonale è costituita da 6 triangoli equilateri di 300 m di lato e occuperebbe 23.4 ettari, dimensione che dovrebbe garantire una certa stabilità nell’oceano aperto.
Energy Island potrebbe anche beneficiare di altre forme di energia sottomarina come ad esempio energia geotermica, o sfruttando i cosiddetti “camini” (fuoriuscite di gas sottomarine). Con le attività connesse ad Energy Island potrebbero nascere e svolgersi intere comunità umane, senza contare che grazie alla capacità di configurazione di questi moduli e considerando le condizioni geografiche e geopolitiche della zona, possono essere creati dei raggruppamenti consistenti; unendo già 4 moduli si arriverebbe a produrre qualcosa come 1000 MW che corrisponderebbe alla produzione di energia di una piccola centrale nucleare, senza contare la produzione di idrogeno per elettrolisi.
Sebbene un ipotetico modello per la produzione di energia elettrica in questo secolo è basata su piccole fonti di energia rinnovabile e forti politiche energetiche che tendono alla conservazione delle risorse, riducendo così la necessità di centralizzare un monopolio energetico e creare una vasta rete di distribuzione, è comunque importante rendersi conto che Energy Island e progetti di questo tipo, rappresenterebbero una grande alternativa ai combustibili fossili e al nucleare. Sicuramente non esiste un’unica risposta alla crisi energetica in atto.
[ Links utili e approfondimenti ]
7 febbraio 2008 alle 13:18
vi segnalo questo link http://www.bcp-energia.it/fonti_energia_rinnovabili/energia_maree_e_moto_ondoso.php?idH3=EnergiaRinnovabile dove trovate altri esempi di progetti per sfruttura l’energia prodotta dal moto ondoso delle maree
7 febbraio 2008 alle 17:09
Ottimo mimmob32!
Ti ringrazio per la segnalazione e buon lavoro!
22 settembre 2010 alle 06:20
se circondate da barriere frangi onde a mo fi atollo
(moduli esagonali con vuoto sferico interno frangionfe)
le isole galleggianti possono diventare le città del futuro
moduli esagonali specializzati, ognuno ha una sua fonzione