Energia dall’Oceano. Grandi potenzialità per l’Irlanda, ora pronta ad investire nelle boe offshore per utilizzare il loro potente moto ondoso

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Energia, Energie rinnovabili

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Pubblicato il giorno 28 marzo 2008 - 2 commenti



   


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Il feroce e spietato mare d’Irlanda potrebbe rilevarsi una grande opportunità per l’innovazione nel campo delle fonti energetiche alternative, vediamo come.

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Il governo centrale, i dipartimenti di ricerca delle università ed un numero sempre crescente di imprenditori stanno collaborando in modo da sfruttare al massimo la potenza offerta da una risorsa unica: il mare. La Wavebob e Ocean Energy hanno installato di recente dei prototipi in grado utilizzare le onde a Galway Bay creando un parco energetico al nord, al largo della costa della contea di Mayo.

Il governo irlandese aspira entro il 2012  di produrre dalle onde 75 MW ed entro il 2020 aumentare la produzione di energia fino a toccare i 500 MW, esportando inoltre servizi e attrezzature. Andrew Parish CEO di Wavebob spiega: “Abbiamo le migliori onde del pianeta, oltre ad una lunga tradizione marittima. Entrambe sono un’ottima risorsa! L’importante è capire come -funzionano- le cose in mare o come -non funzionano-”.

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Le potenzialità dell’energia elettrica generata dal mare sono numerose, ma non mancano gli ostacoli, i costi di costruzione degli impianti, le preoccupazioni ambientali che ne derivano e la pura imprevedibilità delle condizioni atmosferiche. Ma l’aumento quotidiano dei costi energetici e le preoccupazioni per il cambiamento climatico stanno dando un forte impulso a coloro che creano questi progetti. Irlanda come Tahiti, Hawaii e Nuova Zelanda sono tutti promettenti mercati mentre le compagnie petrolifere che gestiscono le loro piattaforme offshore sono anche i primi potenziali clienti, Chevron infatti è solo uno degli investitori della Wavebob . La OpenHydro nel frattempo ha sviluppato ciò che appare come una gigantesca ventola di una cappa da cucina in grado di sfruttare i moti della marea. La società ha già investito 75 milioni di $ testando un prototipo al largo della costa della Scozia, mentre nei prossimi anni le previsioni per queste turbine saranno quelle di essere posizionate al largo della Manica e in Canada nella Baia di Fundy.

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L’Irlanda è il luogo ideale per sfruttare la potenza delle onde. Arroccata nel Nord Atlantico viene toccata dalla corrente del Golfo e dove le masse di aria fredda della Groelandia si scontrano con i venti del Nord America. Graham Brennan, program manager per l’energia rinnovabile, la ricerca e lo sviluppo in energia sostenibile per l’Irlanda, afferma che “Qui l’onda media produce 70 Kw per metro d’onda, mentre in Portogallo arriva in media ai 40 Kw per metro, oltre ad un’elevata velocità media del vento”. Potenzialmente spiega Brennan che il 70% dell’energia elettrica in Irlanda possa provenire proprio dal moto ondoso, oltre a significare un certo numero di nuovi posti di lavoro in regioni del paese che sono duramente colpite dal calo pesca. L’obiettivo del governo infatti è quello di creare 1900 nuovi posti di lavoro dopo un investimento di 26 milioni di euro come fondo per lo sviluppo commerciale e la distribuzione di energia dal mare, il fondo prevede anche diverse sovvenzioni per le aziende agricole che utilizzano energia eolica.

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Il dispositivo della Wavebob è una grande boa con all’interno una sala che ospita i meccanici e tecnici in grado di produrre 1,5 MW di potenza. La versione in scala spiega sarà pronta per il 2010.  Il dispositivo inoltre a differenza di altri prototipi è in grado di utilizzare anche l’energia delle onde in arrivo regolando automaticamente e massimizzando l’estrazione dell’energia (sottoforma di pressione) prodotta. Oltre a dover resistere ai mari più impetuosi i dispositivi della Wavebob stanno valutando se realizzare in altri materiali piuttosto che acciaio, più costoso. Gli ostacoli infatti sono diversi e gli obiettivi del governo, 500 MW e 1900 posti di lavoro a breve sono piuttosto difficili da raggiungere a breve. James Ryan che gestisce la pianificazione strategica e lo sviluppo di servizi al Marine Institute, spiega che la conoscenza del mare risulta essere ancora piuttosto lacunosa, ma è giunto sicuramente il momento di utilizzare al massimo questa nuova forma di energia rinnovabile.

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2 commenti

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  1. Hello there. I was sent a link to your blog by a friend a while ago. I have been reading a long for a while now. Just wanted to say HI. Thanks for putting in all the hard work.

    Jennifer Lancey

  2. One of the most interesting technologies, (for the production of energy from waves) uses a new project, produced by K.I. Energy ( info@kienergy.co.kr ) the new system, product in Korea, (presented to “Korea Green Energy Show” in Seoul- October 13 – 16, 2009, based in Busan, Republic of Korea, a city of six million people, facing the Pacific Ocean), produces for 1 Kmq, of the sea surface or ocean, at least 1 GW or more, (instant, 24 GW for day, GW 8.760 – year), production equal to 1 nuclear reactor of a 1GW, operating at 100 % throughout the year, which produces 8.7 TW, but without the drawbacks of nuclear power. This new company does not sell systems, the company sell energy and can be contacted by governments or companies producing or distributing energy.
    Best regards, Piccinini G. Raoul.

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