Ecodesign d’Autore: Ryan Frank. Influenzato da Scenari Urbani e Sud Africa per un Design Sostenibile Inconfondibile dai Tratti Artigianali, Energici, Funzionali e Crudi. Ed ora, Pronti per una Progettazione Sostenibile e Condivisa!

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ecodesign, Storie

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Pubblicato il giorno 12 gennaio 2009 - 2 commenti



   


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  • Araceli de la Parra: Quali sono le referenze di cui parli nella tua biografia riguardo le tue radici africane, e quali sono queste radici esattamente e che cosa ti ha portato a metterti in proprio?
  • Araceli de la Parra: What are the cultural references your bio refers to regarding your African roots, and what are these roots exactly and what led you to put up your own studio

Ryan Frank: Ho avuto un’infanzia bellissima crescendo in Sud Africa… costruendo case sugli alberi e godendo pienamente  di una cultura dell’aria aperta. Il Sud Africa è anche un luogo crudo e dalle linee dure, il riuso è molto comune e troviamo una coltura basata sul risparmio dei materiali oltre una forte manualità… a volte posso prendere spunti da questo e utilizzarlo come ispirazione per progetti futuri. Prodotti come la sedia Inkuku, lo sgabello Isabella e Shanty hanno un’ispirazione che proviene dalla mia giovinezza Sud Africana ed è fantastico quando posso esprimere queste caratteristiche nei mobili che realizzo. Il bisogno di esprimere le mie idee in un ambiente più creativo e avere il supporto e la conoscenza condivisa di altre persone come me… il mio attuale studio infatti è uno spazio condiviso.

Ryan Frank: I had a great childhood growing up in SA… building tree-houses , go-carts, and enjoying an outdoor culture. SA is also a bit raw and edgy and there is a lot of re-use, salvage of materials and a strong craft based culture… and sometimes i can tap into this and use it to get inspiration for projects. Products like my Inkuku chair, Isabella stools and Shanty have a layer of captured SA youth… and it’s great when i can express this in my furniture. The need to express my ideas in a more creative environment. and to have the support and knowledge sharing of other like minded people….as my current studio is a shared studio space.

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  • Araceli de la Parra: Potresti descrivere il tuo processo di progettazione? Cominci da un materiale, da una richiesta da un cliente, o dall’idea di un prodotto, qual è la scintilla che dal via e come si evoluziona. Potresti raccontarci qualcosa di più riguardo alle tue scelte sui materiali e ai processi di lavorazione?
  • Araceli de la Parra: Could you describe your design process? Do you start from the material, from a client request, from an idea for a product, what is the spark that starts it all and how does it evolve? Could you tell us a bit about your material choices and processes?

Ryan Frank: Il processo di progettazione è molto casuale e può cominciare in modi diversi… La cosa più importante è la scintilla di partenza, e curarla finché si realizzi un progetto fattibile, la gestione di questa scintilla è una parte molto importante del processo di progettazione e ci vuole un pò di tempo per controllarla ed utilizzarla effettivamente. Una volta che ho trovato l’idea iniziale, mi piace fare un po di schizzi e pian piano cominciare a considerare i materiali e lavorazioni diverse. Altri prodotti invece si sono evoluti dal solo fatto di aver scoperto un nuovo materiale o processo di lavorazione, quindi ogni progetto ha un processo di progettazione leggermente diverso. Mi piace utilizzare una varietà di materiali molto diversi. I materiali di recupero mi sembrano molto interessanti perché spesso hanno delle inconsistenze e dei difetti che danno loro una storia ed un loro carattere, che credo aggiunga valore al prodotto finito. Mi piace molto anche utilizzare materiali naturali come il bambù, la lana, e la paglia. Ci sono tanti modi di lavorare questi materiali ma io punto ad utilizzare lavorazioni che siano pulite, efficienti a livello energetico e che non sprechino risorse. Inoltre preferisco le commissioni che riguardano produzioni di piccole quantità, cosi ho più controllo sul progetto e riesco a dare ad ogni pezzo più “affetto” fornendogli più originalità e cercando di incorporare queste caratteristiche dove mi è possibile.

Ryan Frank: The design process is very random it can start in many ways…The most important element is the spark, and then nurturing this spark into a feasible design. Spark management  is very important part of the process and can take some time to control and use effectively. Once I have the initial idea I usually like to start with a few sketches and then slowly start considering different types of materials and processes. Other products have evolved solely from discovering a new material or process. So each project has a slightly different design process. I like to use a range a materials. Salvaged materials I find very interesting as they often have in-consistencies, and blemishes giving them a history and character, which I feel add value to the finished product. I am also very fond of using natural materials such as bamboo, wool and straw. There are many ways to process these materials, but I aim to use processes that are clean, energy efficient and don’t produce excessive waste. I prefer commissions that are small batch productions, as I have more control over the project and give each piece more ‘love’ .  I like uniqueness, and try in incorporate this where possible.

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  • Araceli de la Parra: Come hai saputo sviluppare la tua sensibilità verso l’ambiente? Cosa significa per te la sostenibilità?
  • Araceli de la Parra: How did you develop your “eco-sensitivity”? What does sustainability mean to you?

Ryan Frank: Non ho mai presso una decisione conscia per essere un “eco”designer, in realtà non credo che ci debba essere un “eco”designer e un designer “normale” … Quei giorni sono finiti… se sei designer e realizzi degli oggetti, dovrebbe essere una pratica standard il considerare il materiale che utilizzi, da dove viene, se può essere riciclato e da che cosa è composto. Il processo di produzione deve anche essere considerato: “è un processo che mi fa sprecare molta energia? è efficiente in termini energetici? ecc… il trattamento del prodotto, la finitura, e la consegna, tutto deve essere considerato e decisioni responsabili devono essere prese. Questo dovrebbe essere una prassi per i designer di oggi.

Ryan Frank: I never made a conscious decision to be an ‘eco’ designer, in fact I don’t believe there should be an ‘eco’designer and a ‘normal’ designer….those days are gone… If you are a designer manufacturing goods, it should be standard practice to consider what material you use, where it comes from, can it be recycled, what is composed of? – the manufacturing  process also needs to be taken into consideration ; is it wasteful, is it energy efficient etc…. the handling of the product, the finish,  and the delivery all need to be considered and responsible decisions need to be made. This should be normal practice for todays designers.

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  • Araceli de la Parra: Il tuo target di mercato sembra essere piuttosto alto, è stata una scelta e come è nata la tua collaborazione con il marchio Andaz?
  • Araceli de la Parra: Your target market seems to be ‘high end’ is this right? Is that a choice you’ve made and what led you to collaborate with the Andaz brand?

Ryan Frank: Materiali eco-compatibili spesso costano di più, e questo quindi crea un prezzo maggiore per il consumatore, che risulta essere in un mercato ‘alto’. Ho alcuni pezzi che entrano in questa categoria, ma credo anche che la sostenibilità non debba essere un lusso, quindi sto lavorando su progetti come la linea ‘Strata’ o ‘Zilka’ e sgabelli ‘Isabella’ prodotti a larga scala che hanno un prezzo competitivo. Molto semplicemente. Un rappresentante del gruppo alberghiero Hyatt mi aveva contattato un po di tempo fa, avevano visto il mio lavoro e volevano incorporare un design bello, buono e che fossi sostenibile nella loro catena di alberghi chiamata Andaz.

Ryan Frank: Sustainable materials often cost more, and this therefore creates a higher end consumer price, which results in a ‘high-end’ market. I have a number of pieces  which fit into this category. I also believe that sustainability shouldn’t be a luxury , so I am working on projects such as my ‘Strata’ range, ‘Zilka’ clothes hangers  and ‘Isabella’ stools that are made in large scale production and are competitive in price. A representative form the Hyatt hotel group contacted me some time ago, as they had seen my work around and wanted to incorporate good, functional design with sustainability into their chain of hotels called Andaz. This has also led to work with hotel group Radissons, and a few other eco hotels.

Ryan Frank: L’anno prossimo lancerò una serie di piccolo filmati e libri su “come costruire mobili genuini”. Sto anche organizzando un grosso evento con un’azienda italiana: Agostinelli, a Venezia dove inviteremo un po di “writer” a creare dei lavori per una nuova mensola sulla quale sto lavorando già basata sulla mensola “Hackney”.

Ryan Frank: I will be launching a series of video clips and books on “ how to make free-range furniture” early next year. And also doing a big event with Italian company – Agostinelli , in Venice, where we will be inviting a number of international graffiti artist to create artwork for a new shelf in launching, which is based on my Hackney Shelf.

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Informazioni sull'autore: Redazione - GenitronSviluppo.com

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2 commenti

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  1. Il riuso, di cui parla Ryan Frank era una necessità alquanto comune anche nella nostra realtà rurale italiana. Intendo sottolineare il fatto che molti oggetti di uso comune nelle società contadine, altro non erano che riaddattamenti di vecchi arnesi od oggetti in disuso ed era una consuetudine legata alla scarsità di risorse di una società povera e alla conseguente necessità di non buttare via nulla, che portava ad avere un atteggiamento creativo “puro” oltre che “necessario” (pensate allo Spaventapasseri). Si pensi al mondo dei giochi, all’artigianalità legata al concetto di tempo..non associato al denaro..Penso che un oggetto debba avere nel suo cuore una funzione..non solo una “posizione”, un esposizione.. Vi segnalo questo sito http://www.raiscultura.it/index.php?section=progetti&sub=artemestieri&bd=artemestieri_obbiettivi

  2. Grazie Simona, davvero ottima segnalazione!

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